Alessio Bolognesi, ferrarese, è un ingegnere elettronico come tanti. Se non fosse che questo suo “lato razionale” non gli ha impedito di dare vita a Sfiggy, protagonista divertente e dissacrante dei suoi fumetti. Daoggi e fino al 3 marzo il giovane fumettista ferrarese esporrà le sue opere presso Spazio San Giorgio a Bologna, nella mostra intitolata “Welcome Mr Sfiggy!”, la prima personale dell’artista nella città felsinea. Come spiega Marta Menegon della galleria bolognese, «Spazio San Giorgio ha scelto di proporre soprattutto artisti pop/neopop e quindi Alessio è perfettamente in linea con le nostre scelte artistiche». È lo stesso Bolognesi a spiegarci come «nelle opere riverso le mie passioni: pittura, ma anche cinema, letteratura, musica e fumetto. Tutto è fonte di nuovi stimoli e idee». Gli chiediamo dunque di parlarci un po’ della sua creature. A cominciare dal nome del personaggio: curioso, semplice ed efficace. «Sfiggy, ci dice, è l’antieroe per antonomasia: è “sfigato”, irriverente e anticonformista, non si pone il problema di diventare impopolare. E’ un personaggio senza compromessi». Questo giovane artista (è nato nel 1978) continua a svolgere l’attività di ingegnere, per la quale si è laureato all’Università di Ferrara nel 2006, ma ricorda come l’attività artistica sia «Iniziata quasi per gioco quattro anni fa, mentre Sfiggy è nato circa tre anni fa, da un veloce schizzo fatto durante una riunione di lavoro». Ora Bolognesi sogna di vivere solo d’arte, ma dato il momento di crisi nel quale viviamo, «il mio lato razionale mi dice che è meglio, per ora, non fare scelte avventate». Intanto pensa ai progetti per il futuro: «Vorrei fare molte mostre, anche all’estero – confessa – realizzare un fumetto, dei libri illustrati e una linea di abbigliamento street-wear, tavole da skate o snowboards». Non gli mancano di certo le idee, insomma, ma soprattutto – ci confida chiudendo la chiacchierata – «Voglio continuare a divertirmi come sto facendo adesso, anche se questo porta via tante ore di sonno alle mie nottate».
Andrea Musacci
Pubblicato su la Nuova Ferrara il 22 febbraio 2013

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