Il 15 maggio nella Loggia di Palazzina Marfisa un convegno dedicato all’ex partigiano, politico e uomo di cultura nei 100 anni dalla nascita. L’intervento del figlio e Ministro della Cultura Dario, il video ricordo della figlia Flavia, le tante testimonianze

di Andrea Musacci
«Oggi ho la conferma che nella vita emozionano di più i ricordi personali e non ciò che abbiamo fatto nella vita pubblica». Era commosso Dario Franceschini, ferrarese Ministro della Cultura, mentre ricordava il padre Giorgio, anche se il carattere schivo e l’abitudine a dissimulare hanno di certo attenuato la sua emozione.
La splendida Loggia degli Aranci della Palazzina Marfisa d’Este a Ferrara la mattina di sabato 15 maggio lo attendeva per ricordare, a 100 anni dalla nascita, il padre Giorgio, partigiano, deputato, uomo di cultura deceduto nel 2012, che tanto ha dato alla politica e alla cultura anche della nostra città. Una mattinata di riflessioni ma perlopiù di testimonianze di chi l’ha conosciuto, desiderata e organizzata innanzitutto, oltre che da Dario, dall’altra figlia di Giorgio, Flavia, insieme all’Isco e al Comune. Una mattina culminata nella cerimonia di intitolazione a Giorgio Franceschini della piazzetta della chiesa della Madonnina di via Formignana, con lo scoprimento di una targa commemorativa. Flavia Franceschini, scultrice, è una vera e propria archeologa degli affetti: la sua appassionata attenzione alla vita dello spirito e alla coltivazione della memoria è un tratto che ha ereditato proprio dal padre. “E raccolgo ogni cosa, ogni voce ascolto” è il titolo del video da lei realizzato proiettato a inizio mattinata, citazione proprio di una frase di Giorgio. Alcuni giorni prima del convegno, chi scrive ha potuto visitare la casa della famiglia Franceschini in corso Giovecca, proprio attigua a Marfisa. Il magnifico atrio con parte dei 19mila volumi di famiglia, alcune sculture di Flavia, lo studio di Giorgio, sempre al pian terreno e, all’ultimo piano, quel sottotetto dove Giorgio dava vita ai suoi circoli giovanili (e, quindi, dove forse aveva anche ideato quel Fronte Giovanile Cristiano di cui abbiamo parlato nel numero scorso), sono un commovente luogo della memoria personale, famigliare e collettiva, visto il ruolo, ieri come oggi, sempre pubblico dei componenti della famiglia.
Lo scavo nella vita del padre, Flavia l’ha ripercorso montando nel video foto di lui da bambino, da ragazzo fino a quelle degli ultimi anni di vita, e con i ricordi personali di Carlo Bassi e Mario Morsiani. Un omaggio che ha commosso i circa 50 invitati, e che, nel suo lirismo, ha ricordato l’amore per il bello di Giorgio Franceschini: «ci ha insegnato a cercare la bellezza, sempre e ovunque», ha, non a caso, detto il figlio Dario, ricordando del padre anche il suo «saper non prendersi troppo sul serio». Ma il senso di appartenenza per papà Giorgio era anche quello per la propria città e per la propria nazione: Dario nel suo saluto finale ha ricordato anche «il suo impegno politico, sempre senza retorica», quel suo «cappotto consumato», immagine metaforica per dire l’attività instancabile in Parlamento e nelle istituzioni locali, e, appunto, quel senso di appartenenza, «che oggi si è un po’ persa, ma ai tempi era comune a tutte le forze democratiche».
L’evento della mattinata, che si poteva seguire in diretta dalle pagine Facebook del Comune e di Isco, è stato coordinato da Anna Quarzi (Isco) e ha visto anche il saluto del sindaco Alan Fabbri, la relazione di Angelo Varni (docente emerito dell’Università di Bologna) sull’impegno politico di Franceschini, e alcune testimonianze personali, quelle di Cesare Capatti (ex segretario della DC ferrarese), Francesco Scutellari (presidente dell’Accademia delle Scienze), Daniele Ravenna, Francesco Paparella (il quale ha donato ai Franceschini il documento del Fronte Giovanile Cristiano e 5 lettere inedite scritte da Giorgio all’amico Bruno Paparella nella primavera del 1941), e infine di Gianni Venturi.Tra i presenti vi erano anche mons. Perego, il Prefetto Campanaro, la senatrice Boldrini, il consigliere Calvano, l’ex Sindaco Tagliani e il Presidente della Provincia Minarelli.

Intitolata a lui la piazzetta della chiesa della Madonnina
La mattinata del 15 si è conclusa con la cerimonia di intitolazione a Giorgio Franceschini della piazzetta della chiesa di Santa Maria della Visitazione (detta “della Madonnina”) di via Formignana e lo scoprimento di una targa commemorativa. Tanti i presenti, tra cui mons. Perego, che ha impartito la benedizione e recitato il Padre Nostro, e l’Assessore alla Cultura Marco Gulinelli che ha tenuto un breve discorso.
La Chiesa della Madonnina, parte dell’UP Borgovado, dovrebbe riaprire a breve, vista la conclusione dei lavori lo scorso aprile. L’edificio, insieme alla canonica e al complesso conventuale, sono stati dichiarati inagibili a seguito del sisma del 2012. I lavori di riparazione col consolidamento strutturale, eseguiti con finanziamenti regionali e assicurativi da parte del Comune, sono iniziati nel marzo 2019. I lavori di restauro sono stati eseguiti solo nella chiesa, dove attualmente si stanno ultimando alcuni interventi di finitura per poter ospitare le opere d’arte rimosse dopo il sisma.
Andrea Musacci
Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 21 maggio 2021