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Quel “niente” dei film di Antonioni così pieno di senso

13 Giu
L’avventura (1960)

Al PAC di Ferrara fino al 10 luglio la mostra “La città del silenzio”. Opere di 62 artisti ispirate al regista ferrarese. Un’occasione per ripensare all’essenza della sua poetica al di là di facili banalizzazioni

Quel regista che filmava “il niente”, autore di capolavori che spiazzavano – coi loro silenzi, coi loro vuoti, con quegli spazi morti – le abitudini e le mode di critici e spettatori. 

Questo e molto altro è stato Michelangelo Antonioni, al di là di etichette, di facili e strumentali piegature della sua poetica a icona pop. L’Amministrazione Comunale di Ferrara insieme a Ferrara Arte ha deciso di omaggiarlo in occasione dei 110 anni dalla sua nascita con una mostra collettiva di artiste e artisti ferraresi (oltre 60) – “La città del silenzio. Artisti ferraresi per Antonioni” -, che fino al 10 luglio espongono le loro opere al PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea di Ferrara, che prossimamente verrà convertito proprio in Spazio Antonioni. La mostra in un certo senso può essere vista anche come continuo ideale di “Pittori fantastici nella valle del Po” (nel 2020 al PAC) e di “Il sogno di Ferrara” di Mantovani (in mostra al Castello): una sorta di Trilogia del silenzio, per richiamare quella del “silenzio di Dio” di Ingmar Bergman (morto lo stesso giorno di Antonioni, il 30 luglio 2007).

Il legame di Antonioni con le arti è stato indagato, lo ricordiamo, 9 anni fa con la mostra “Lo sguardo di Michelangelo Antonioni e le arti”, esposto da marzo a giugno 2013 a Palazzo dei Diamanti. Per quanto riguarda la pittura citiamo, a mo’ di esempio, i richiami nei suoi film a opere di Rothko e Schifano (per Zabriskie Point, ’70), a quelle di De Chirico e Sironi (nella Trilogia dell’incomunicabilità: L’avventura, La notte, L’eclisse, rispettivamente del ’60, ’61 e ’62). Senza dimenticare le “Montagne incantate” da lui stesso realizzate.

In una lettera a Rothko, Antonioni scrive: «Io e lei facciamo lo stesso mestiere: lei dipinge e io filmo il niente». Lo squallore, la noia, la tristezza della mediocrità degli ambienti e dei paesaggi – urbani e naturali – col regista “diventano” immagine poetica. A lui riesce quel che solo un vero artista può fare: cambiare lo sguardo di chi ammira le sue opere. E quegli occhi nuovi permettono, quindi, di godere, anche nella quotidianità, dei particolari più insignificanti. Di amare – pur nello struggimento e nella malinconia – oggetti, luoghi e ambienti che altrimenti non vedremmo più, incapaci di coglierne l’anima, tediati dalla loro pesante normalità. È questo il servizio che ci fa un artista come Antonioni. Come scrive Enrica Fico nel catalogo: «cercava la luce per ogni inquadratura. Si faceva incantare dal paesaggio, anche da un orribile balconcino grigio sotto la pioggia, pur di creare il contesto esatto, vero per la sua storia».

«Provo il bisogno di esprimere la realtà in termini che non siano affatto realistici», disse Antonioni in un’intervista, a ulteriore dimostrazione di come certo “realismo” in realtà uccida la realtà, banalizzandola. Alain Robbe-Grillet disse: nei film di Antonioni «le immagini non nascondono nulla. Ciò che vediamo è estremamente limpido, eppure il significato dell’immagine è sempre problematico e lo diventa ancora di più man mano che la storia prosegue». Citando Roland Barthes, la poetica di Antonioni privilegia il punctum dell’immagine – cioè quell’indefinibile che coinvolge e turba chi la guarda -, al suo studium – il mero campo di informazioni che l’immagine stessa ci dà. 

In alcuni film del regista, disse qualche critico riferendosi in particolare alla Trilogia, «non succede nulla». Giudizi molto superficiali di chi – esperto o meno, poco importa – si aspetta da un’opera d’arte, o letteraria, solo qualche brivido, qualche sensazione, qualche stimolo fugace che non faccia scivolare nella noia. Cioè, detto altrimenti, che non faccia né sentire né pensare alla propria condizione. Come se fosse mero intrattenimento. 

È invece sopravvalutata – nel cinema come nella letteratura – la trama, il “significato” potremmo anche dire, mentre si dimentica, non ci si accorge quanto i significanti, la cosiddetta “forma” siano essenziali. La forma è contenuto. Annoiarsi, quindi, è segno della nostra incapacità di contemplare, rimanere in silenzio, attendere, indugiare. Bisogna, invece, reimparare a “prendere tempo” e a perdersi nella densità e nella magia dell’immagine artistica. Ne L’avventura, ad esempio, non vi è soluzione del mistero, non c’è consolazione. Ci si “perde” – ed è una grazia – nelle viscere emotive dei personaggi, nei loro dedali esistenziali e psicologici.

L’assenza o la rarità – di parole, di suoni, di azione – non è vuoto, ma presenza non immediatamente percepibile, luogo del possibile. Il cinema di Antonioni ci abitua a vedere il pieno in ciò che ci sembra vuoto, a immergerci, a sentire il più possibile la vita, a ricordarci di fare attenzione ad essa, senza sommergerla di immagini e rumori.

Ancora Barthes scrisse: «Guardare più a lungo del richiesto […] disturba gli ordini stabiliti, quali che siano, nella misura in cui, di solito, il tempo stesso dello sguardo è controllato dalla società». È inquietante pensare alla nostra attualità in cui generazioni crescono coi tempi brevissimi, quindi vuoti (davvero), delle notizie sullo smartphone, delle immagini su Instagram, dei video su Snapchat o TikTok. 

Reimpariamo, invece a indugiare, ad assaporare i vuoti e i silenzi, a contemplare la bellezza. Ci ritroveremo forse più inquieti, meno “soddisfatti”, ma di sicuro più pieni di senso e di verità.

Andrea Musacci

Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 17 giugno 2022

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L’enigma delle parole in una mostra ispirata a Michelangelo Antonioni

22 Giu

Nella Factory Grisù di Ferrara è visitabile la mostra “…E allora ridi” di Elisa Leonini e Sara Dell’Onze. Le due artiste riflettono su memoria e incomunicabilità, in “dialogo” col regista ferrarese. È una delle primissime mostre inaugurate a Ferrara dopo il lockdown

Per comunicato stampa“Dato che non voglio sentirmi triste… a volte rido, senza motivo”. “Allora ridi!”. Da queste battute di un dialogo tra Cloe e Christopher nell’episodio “Il filo pericoloso delle cose” (parte del film collettivo “Eros”), prende spunto il titolo dell’esposizione di Elisa Leonini e Sara Dell’Onze “…E allora ridi”, inaugurata sabato 20 giugno nella Green Lobby di Factory Grisù a Ferrara. Quella in via Poledrelli è in assoluto una delle prime in città dopo la fine del lockdown. Un “primato” quasi dovuto dato che avrebbe dovuto inaugurare il 29 febbraio scorso, se il timore – fondato – dell’imminente chiusura degli spazi pubblici non avesse convinto artiste e organizzatori a rimandare. Si tratta di un’installazione site specific realizzata a quattro mani, in parte già presentata nell’autunno del 2012 al Torrione, sede del Jazz Club, per il centenario della nascita del regista ferrarese. Allora il progetto espositivo si intitolava “A volte rido lo spazio di una notte”, mentre la mostra di Grisù, che vede l’aggiunta di alcune opere inedite, sembra appunto una risposta al titolo precedente. E così, in parte, è. Infatti, le opere esposte – sia su carta sia stampe su legno o su tessuto, oltre a un video – riprendono fotogrammi e brani delle sceneggiature di quattro pellicole del Maestro: “La notte”, “Deserto Rosso”, “Il grido” e “Il filo pericoloso delle cose”. Se la tristezza nelle opere di Michelangelo Antonioni assume spesso la forma di una malinconia dolce, di uno struggimento sordo, di un passato che riecheggia nelle parole e sui volti dei personaggi, allora è volutamente coraggioso ed enigmatico il tentativo delle due artiste di riflettere sul tema dell’incomunicabilità – così caro ad Antonioni –, scomponendo e ricomponendo brani dei dialoghi, frammenti visivi, proponendo nuovi significati e invitando il visitatore a fare altrettanto. “È una mostra importante – ci spiega Leonini -, anche per dare un segnale di ripartenza alla città, a Grisù e all’arte stessa, così penalizzata da questa emergenza ”. La scelta della Factory Grisù, tra l’altro, dipende anche dal fatto che, fra le varie attività, ospita la Scuola d’Arte Cinematografica “Florestano Vancini”. “Per questo – prosegue Leonini – volevamo dare un valore aggiunto agli allievi della Scuola, proponendo loro una visione ampliata, e differente, sul mondo del cinema”. La mostra dovrebbe rimanere a Grisù fino alla fine dell’anno o perlomeno fino a settembre – ottobre, per organizzare eventuali visite guidate per le scuole.

Andrea Musacci

Pubblicato su “la Voce di Ferrara-Comacchio” del 26 giugno 2020

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«Chiesi a mio zio Michelangelo di fare il postino»

11 Lug

A dieci anni dalla morte di Antonioni la nipote Elisabetta scava nei ricordi

Michelangelo-Antonioni-El-artista-de-la-lente

Michelangelo Antonioni

«L’ultima volta che ho incontrato mio zio Michelangelo è stato a Roma nel febbraio 2007, pochi mesi prima della sua morte. A me e mio marito regalò un suo catalogo d’arte, la cui dedica all’interno, lo ricordo ancora, scrisse con un pennarello color oro». Si conclude così il racconto che Elisabetta Antonioni ci regala del suo rapporto affettuoso col grande regista. Siamo in prossimità del decennale della morte avvenuta il 30 luglio 2007. Non è certo la prima volta che Elisabetta – Presidente dell’Associazione “Michelangelo Antonioni”, senza fini di lucro – si presta a rendere pubblici frammenti di vita di Michelangelo, ma ogni volta, in modo spontaneo, ne sgorgano di nuovi, con immutata nostalgia per quello zio la cui celebrità non lo ha reso “scomodo” nella vita della nipote, ma, al contrario, è continuo motivo d’orgoglio. Sì, perché ad Elisabetta interessa raccontare «dell’Antonioni uomo più che dell’Antonioni regista, di cui persone più titolate di me continuano a scrivere».
«L’idea dell’Associazione – ci spiega – è nata per il bisogno di conservare la sua memoria. Finché era in vita ho scelto di rimanere in disparte, e lui stesso non voleva che noi famigliari entrassimo nel mondo del cinema. Anche ora voglio che al centro ci sia lui, non io». Un amore spassionato, quasi filiale, la lega a Michelangelo. «Conservo ancora la sua racchetta da tennis marca SAIL degli anni ‘30, il tagliacarte, il piatto regalatoci per le sue nozze con Letizia Balboni. E poi ho le lettere che inviava a me o ai suoi genitori. Sua mamma morì poco prima che io nascessi, quindi leggerle è per me anche un modo per riscoprire i miei nonni». Già, i nonni, Elisabetta Roncagli e Ismaele Antonioni, rimasti sempre nel cuore di Michelangelo. «Pochi anni prima di morire, nel 2004, quando dovemmo sistemare la tomba di famiglia, ricordo quanto ci tenesse a essere sepolto accanto ai genitori alla Certosa». Non meno profondo era il legame col fratello Carlo Alberto, padre di Elisabetta, morto nel ‘99: «provava affetto e ammirazione per Michelangelo – ci spiega –, non fu mai invidioso, anzi si rattristava con lui. Ricordo il giorno dell’ictus di Michelangelo (nel dicembre 1985, ndr), quella telefonata drammatica tra loro due: mio zio iniziò a balbettare, e non capivamo perché».
Due personalità simili sono quelle di Elisabetta e Michelangelo Antonioni: riservate, fin schive, ma ironiche e capaci di grande affetto e gratitudine. «Ci volevamo molto bene – prosegue Elisabetta – ma non eravamo tipi da “smancerie”, a parte quella volta negli anni ’60, in cui in una lettera mi scrisse: “sai che ti voglio bene…e se non lo sai te lo dico…”. Mi stupì molto perché non esplicitava mai le sue emozioni. Ricordo anche quando lo invitai al mio matrimonio. Mi rispose: “non credo al matrimonio, vengo solo perché è il tuo”».
Come spesso accade, pescare nei ricordi dell’infanzia significa attingere a memorie ancor più cariche di significato. «Da bambina gli dicevo: “non fare il regista, non ci sei mai! Non potresti fare il postino, così ti posso avere sempre qui?”. Insomma, “detestavo” il suo lavoro perché lo allontanava da me. Ma lui mi rispondeva: “È la mia vocazione, non potrei fare altro”».

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara l’11 luglio 2017

In mostra le opere dei vincitori del Premio Michelangelo Antonioni

28 Ott

Francesca Mariotti

Francesca Mariotti

I vincitori del 4° Concorso “Giovani talenti per Ferrara – Premio Michelangelo Antonioni”, declamati lo scorso 29 settembre, espongono le proprie opere da oggi fino al 18 novembre nella sala d’attesa del Ferrara Day Surgery in via Verga, 17. I giovani selezionati sono la centese Federica Cipriani (1° classificata), Ambra Mirabito (2° classificato), Irene Grazi (3° classificato), Christian Molin (premio per l’originalità), Lucrezia Minerva e Marjan Babaie Nasr (premio per la tecnica). Il concorso ha goduto del Patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Associazione “Michelangelo Antonioni”.

Il concorso e la mostra sono stati curati da Silvia Greggio e Francesca Mariotti dell’Associazione Olimpia Morata con sede nello Spazio d’arte l’Altrove in via de’ Romei, 38. L’esposizione è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 19.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 28 ottobre 2015

In Biblioteca Ariostea presentato il volume con le molteplici sfaccettature del cinema di Antonioni

14 Ott

Un volume frutto di analisi e ricerche dedicate alle molteplici sfaccettature della cinematografia antonioniana.

Nella foto, da sinistra: Paolo Noto, Francesco Di Chiara e Alberto Boschi.

Nella foto, da sinistra: Paolo Noto, Francesco Di Chiara e Alberto Boschi.

“Michelangelo Antonioni. Prospettive, culture, politiche, spazi” (Il Castoro, 2015), curato da Alberto Boschi e Francesco Di Chiara, è stato presentato ieri nella Biblioteca Ariostea di Ferrara. Assieme ai due curatori, è intervenuto Paolo Noto dell’Università di Bologna e Massimo Maisto, Assessore alla Cultura di Ferrara.

Quest’ultimo ha accennato al lavoro di catalogazione del Fondo Antonioni, che vede in prima linea lo stesso Di Chiara, il quale, insieme ad altri autori, ha usato materiale dell’archivio per il proprio saggio.

Boschi ha invece ricordato come i ventuno contributi del volume siano frutto di una lunga rielaborazione successiva al convegno dedicato ad Antonioni svoltosi a Ferrara nel dicembre 2012.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 14 ottobre 2015

In Ariostea viene presentato un volume su Antonioni

13 Ott

220px-MichelangeloAntonioniFoto-2Il volume “Michelangelo Antonioni. Prospettive, culture, politiche, spazi” verrà presentato oggi alle ore 17 nella Sala Agnelli della Biblioteca Comunale Ariostea, in via Scienze, 17 a Ferrara. Assieme agli autori, Alberto Boschi e Francesco Di Chiara, interverranno Paolo Noto, dell’Università Alma Mater di Bologna e Massimo Maisto, vicesindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Ferrara.

A pochi anni dal centenario della sua nascita, Michelangelo Antonioni (1912-2007) si conferma una delle figure più importanti della storia del cinema europeo: dopo aver esordito nel documentario e aver diretto opere fondamentali per una rielaborazione dell’eredità neorealista, a partire da “L’avventura” (1960) è divenuto un protagonista assoluto del cinema moderno, mentre da ‘Blow-up’ (1966) si è affermato come un autore di fama mondiale.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 13 ottobre 2015

Premio Antonioni alla centese Federica Cipriani

30 Set

Da sinistra, Vito Tumiati, Francesca Mariotti, Federica Cipriani, Girolamo Calò, Irene Grazi e Maria Cristina Nascosi Sandri

Da sinistra, Vito Tumiati, Francesca Mariotti, Federica Cipriani, Girolamo Calò, Irene Grazi e Maria Cristina Nascosi Sandri

Federica Cipriani è la vincitrice del concorso “Giovani Talenti per Ferrara – Premio Michelangelo Antonioni”.

Ieri Michelangelo Antonioni avrebbe festeggiato il suo 103° compleanno, oltre al suo onomastico. Un ottimo modo per ricordarlo e omaggiarlo è stato l’evento di premiazione dei giovani artisti che hanno partecipato alla 4° edizione del Concorso di arti visive denominato “Giovani Talenti per Ferrara – Premio Michelangelo Antonioni”, svoltosi ieri mattina alle 11.30 nella Sala della Musica del Complesso di San Paolo in via Boccaleone, 19 a Ferrara. Un concorso che ha incentivato, e dato il giusto riconoscimento, non solo alla creatività artistica, ma ha saputo dar spazio e risalto ai tanti talenti giovanili, non solo ferraresi, che spesso faticano a emergere.

La vincitrice è Federica Cipriani, centese classe 1983, con un’opera che ha messo d’accordo i vari componenti della giuria, vale a dire le curatrici Francesca Mariotti e Silvia Greggio, oltre al Maestro Vito Tumiati, noto incisore ferrarese di fama nazionale, e Maria Cristina Nascosi Sandri. Il secondo e il terzo premio sono andati rispettivamente ad Ambra Mirabito e Irene Grazi. Sono stati assegnati anche il premio per l’originalità, a Christian Molin, e il premio per la tecnica, andato ex aequo a Lucrezia Minerva e Marjan Babaie Nasr, quest’ultima di origini iraniane, come la vincitrice dell’anno scorso, Golsa Golchini. A essere premiato è stato, dunque, in particolare, il genio femminile, dimostrando, se mai ce ne fosse bisogno, la fecondità artistica e la profonda sensibilità di tante giovani artiste.

Francesca Mariotti, Presidente dell’Associazione Olimpia Morata, promotrice dell’evento, ha sottolineato il «notevole livello espressivo» delle quindici opere finaliste, e la conseguente difficoltà nel scegliere i vincitori.

All’evento era presente anche Girolamo Calò (Presidente del Consiglio Comunale di Ferrara), che è intervenuto auspicando che vi sia anche la 5° edizione, mentre Elisabetta Antonioni – Presidente dell’Associazione “Michelangelo Antonioni”, che ha patrocinato il concorso insieme al Comune – non ha potuto essere presente.

Sono poi intervenuti Maria Cristina Nascosi Sandri, che ha spronato i giovani artisti a pensare al passato, ma a proiettarsi nel futuro, e il Maestro Vito Tumiati, il quale si è complimentato con tutti i finalisti. I primi tre classificati avranno l’onore di partecipare al progetto espositivo 2015 dello Spazio d’arte l’Altrove sul tema “La bellezza e la natura”. Inoltre, ricordiamo che tutte le opere dei quindici finalisti scelti si possono ammirare presso lo Spazio d’arte l’Altrove, in via de’ Romei, 38 a Ferrara, fino a domenica 4 ottobre.

Questi i nomi degli altri finalisti, ai quali è stato consegnato un attestato di partecipazione: Alice Gnani, Simone Galimberti, Silvia Melcarne, Sara Valmacco, Alice Rizzello, Marianna Merler, Giancarlo Colloca, David Orlandini e Mire Le Fay (Mirella Buosi).

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 30 settembre 2015

Oggi la consegna del Premio Antonioni ai giovani talenti

29 Set

220px-MichelangeloAntonioniFoto-2Nell’ambito della XXXII Settimana Estense, anche quest’anno l’associazione culturale “Olimpia Morata” in collaborazione con l’Associazione “Michelangelo Antonioni” e con il Patrocinio del Comune di Ferrara ha organizzato il 4° Concorso di arti visive “Giovani Talenti per Ferrara – Premio Michelangelo Antonioni”. Oggi alle 11.30 nella Sala della Musica del Chiostro di San Paolo, in via Boccaleone, 19 verranno premiate le opere dei giovani creativi giudicate dalla Commissione composta da Francesca Mariotti e Silvia Greggio (curatrici), Maria Cristina Nascosi Sandri, Vito Tumiati, Elisabetta Antonioni, Presidente dell’Associazione “Michelangelo Antonioni”, e Girolamo Calò, Presidente del Consiglio Comunale di Ferrara.

I primi tre classificati parteciperanno al progetto espositivo 2015 dello Spazio d’arte l’Altrove sul tema “La bellezza e la natura”. Durante la premiazione saranno eventualmente assegnati altri riconoscimenti speciali. Tutte le opere dei quindici finalisti scelti sono visitabili presso lo Spazio d’arte l’Altrove, in via de’ Romei, 38 a Ferrara, fino al 4 ottobre.

Per informazioni visitare il sito http://www.associazioneolimpiamorata.jimdo.com o scrivere a info@artelaltrove.it.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 29 settembre 2015

Giornata dedicata ad Antonioni a San Vito Chietino

21 Ago

0321831Trasferta abruzzese per l’Associazione Michelangelo Antonioni di Ferrara. Domani a San Vito Chietino (CH) si svolgerà l’evento “Antonioni. Il regista e l’uomo”, organizzato da Centro Studi Parco Eremo Dannunziano, Associazione “Trabocchi Libri & Rose” e Meta Edizioni. Elisabetta Antonioni, nipote del regista e Presidente dell’Associazione Michelangelo Antonioni interverrà alle ore 21 in un incontro pubblico al Teatro Due Pini. Alle 18, invece, nello Spazio Pater in P.zza Garibaldi si svolgerà l’inaugurazione della mostra fotografica “Il fiume: l’impronta di un genio del cinema”, a cura di Nicola Ranieri. La mostra sarà visitabile fino al 13 settembre.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 21 agosto 2015

“Giovani talenti per Ferrara”, iscrizioni prorogate

7 Ago

220px-MichelangeloAntonioniFoto-2Anche quest’anno avrà luogo “Giovani talenti per Ferrara”, concorso di arti visive dedicato a Michelangelo Antonioni. La 4° edizione della rassegna è organizzata dall’Associazione “Olimpia Morata” di Francesca Mariotti, in collaborazione con l’Associazione “Michelangelo Antonioni” diretta da Elisabetta Antonioni, e con il Patrocinio del Comune di Ferrara.

Gli organizzatori hanno deciso di prorogare il termine per iscriversi al bando al 16 agosto. Il concorso intende promuovere i giovani artisti, nonché le arti visive come strumenti di comunicazione e espressione dell’uomo.

La partecipazione è gratuita e aperta a tutti gli artisti under 40. Tutte le opere saranno valutate da una Commissione composta dalle curatrici, da Maria Cristina Nascosi Sandri, Vito Tumiati, Elisabetta Antonioni e da un membro designato dal Comune.

Le opere selezionate saranno esposte dal 22 settembre al 4 ottobre nella sede dello Spazio Altrove in via de’ Romei. Il 29 settembre, invece, nella Sala della Musica del Complesso in S. Paolo si svolgerà la cerimonia di premiazione. Per info: http://www.associazioneolimpiamorata.jimdo.com, o chiamare il 0532-1824984 o il 349-6957480, oppure scrivere a info@artelaltrove.it.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 07 agosto 2015