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CPIA in festa: un ponte nella città

24 Giu

Oltre 200 i presenti venerdì 21 giugno in piazza Municipale a Ferrara per l’evento di fine anno scolastico del Centro per l’istruzione degli adulti. Tanti i ragazzi stranieri protagonisti

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Una serata di festa nel cuore della città, insieme alla città. Non è, infatti, casuale la scelta del CPIA (Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti) di Ferrara, di svolgere, per il secondo anno consecutivo, la propria festa di fine anno scolastico in piazza Municipale, luogo simbolo della comunità. Oltre 200 le persone presenti dal tardo pomeriggio del 21 giugno scorso per assistere ai due spettacoli preparati da studenti e insegnanti. Fabio Muzi, Dirigente scolastico, ha introdotto l’evento spiegando come la festa sia una sorta di “resoconto alla città del lavoro progettuale che con i nostri studenti abbiamo realizzato in questo anno”. Il CPIA esiste dal 2015 e ha cinque sedi nella nostra provincia, delle quali due a Ferrara (via Ravera e carcere dell’Arginone), le altre a Cento, Codigoro e Portomaggiore. Molti degli iscritti sono stranieri che frequentano i corsi di lingua italiana. Il Centro offre soprattutto una formazione base: per il diploma conclusivo del primo ciclo di istruzione, la certificazione di assolvimento dell’obbligo di istruzione, la certificazione di conoscenza della lingua italiana di livello A2, oltre a corsi di alfabetizzazione funzionale (lingue straniere, informatica, ecc) e di Italiano come L2. Non mancano però proposte laboratoriali “per dare strumenti concreti – ha proseguito Muzi -, ponti verso l’esterno, aprendo la scuola alla città, in particolare al mondo dell’associazionismo. Così facciamo integrazione, che per noi significa scambio fra culture”. La festa ha voluto evidenziare due laboratori realizzati nell’ambito del progetto “Il Giardino del Mondo”, vincitore del concorso regionale “Io Amo i Beni Culturali 2019”. Il primo è il lavoro teatrale “Il cielo è di tutti gli occhi”, realizzato con Teatro Cosquillas, che vede la regia di Massimiliano Piva e Roberto Agnelli. Di particolare rilevanza questo progetto incentrato sul quartiere Giardino della città, “dove è stato importante intervenire per affrontare e cercare di dare una risposta ai problemi di convivenza tra alcuni residenti e alcuni immigrati”, ha spiegato ancora Muzi. A seguire, un altro spettacolo ha animato la piazza Municipale, a cura di Alberta Gaiani (che è anche attrice) e di uno studente straniero. Infine, un altro lavoro realizzato durante l’anno scolastico è stato “Al Presente: ritratti contemporanei”, mostra fotografica con i lavori realizzati dagli studenti del laboratorio condotto da Ippolita Franciosi e Luca Pasqualini: un progetto nel quale giovani immigrati indagano e cercano di rappresentare la propria condizione.

Andrea Musacci

Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 28 giugno 2019

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Gli infiniti volti della bellezza

6 Mag

Il 4 e 5 maggio a Ferrara la pioggia non ha fermato l’atteso festival “Francescana…mente”

1In una piazza assolata (prima della pioggia proseguita fino alla fine), fra Patrizio presidia una piccola tenda accampata davanti al gigantesco Duomo chiuso. Una minuscola oasi dove, chi lo desidera, può ripararsi più dal frastuono dei mille impegni quotidiani che dal sole, per ritrovare un filo interiore, attraverso una preghiera, una lettura della Parola, una meditazione. Da questo angolino di 4 metri quadri, sabato pomeriggio, parte idealmente il racconto di “Francescana…mente”, organizzato in diversi punti della città di Ferrara il 4 e 5 maggio. Il festival è stato organizzato da Frati Francescani, Sorelle Clarisse, Ordine Francescano secolare, Ufficio Catechistico, Ufficio Comunicazioni Sociali, Servizio Insegnamento Religione Cattolica, Servizio per la Pastorale Giovanile diocesani. Nel pomeriggio di sabato – oltre ai banchetti dei francescani della Basilica di Sant’Antonio e a quelli con in vendita oggetti sacri realizzati dalle Monache Clarisse di Ferrara – la Sala Estense si riempie lentamente ma in modo costante, per accogliere le prime iniziative. Marcello Musacchi dell’Ufficio Catechistico diocesano, introduce l’evento prima di passare la parola a padre Celso, il quale pone l’accento sull’opportunità data di “riscoprire tracce di bellezza e santità lasciate, nei secoli, dai diversi francescani, per avvertire insomma il profumo di primavera che San Francesco ha donato alla Chiesa e a tutte le città che ha visitato”. Angiolina Gallani, Ministra dell’Ordine Francescano Secolare di Ferrara, ha poi preso la parola per spiegare come l’Ordine di cui fa parte, fondato da San Francesco, sia nato a Ferrara nel XIII secolo per “valorizzare il desiderio di santità di molte persone non consacrate”, desiderose di “cercare la persona vivente e operante di Gesù Cristo, cercando di mettere in pratica, nonostante i limiti, i suoi insegnamenti”. A seguire, il gruppo danza “L’Unicorno” della contrada di Santa Maria in Vado ha eseguito alcune danze e balli della corte estense, intervallate da letture di passi del Boiardo. Dopo un breve intervento di don Fabio Ruffini su San Bernardino da Siena e il simbolo IHS da lui ideato, fra Giovanni ha introdotto le spassose e argute filastrocche di Bruno Tognolini, scrittore e poeta, dal ’99 al 2011 autore dei testi per “La melevisione”. Insieme a lui sul palco, canti e musiche delle bambine e dei bambini degli Istituti Alda Costa, Manzoni, Dante Alighieri, Don Milani, Mosti, Perlasca, Sant’Antonio, San Vincenzo, e di Pontelagoscuro, Vigarano Mainarda e Mirabello, oltre alla Scuola di Danza “Luisa Tagliani’’ e alla Scuola dell’Ospedale di Cona. A seguire, si è esibito il Coro Piccoli cantori di San Francesco. La sera ha visto, sempre in Sala Estense, il concerto rock “Tu sei bellezza” a cura di fr. Matteo Della Torre & co., mentre nella Basilica di San Francesco p. Luciano Bertazzo ha relazionato sul tema “Francesco e i suoi fratelli: una storia ferrarese”, con intervalli musicali a cura di Rosanna Ansani e Giorgio Zappaterra. P. Bertazzo ha spiegato come la presenza dei francescani a Ferrara risalga al 1219, grazie a una scoperta di mons. Antonio Samaritani. Nei secoli, grazie anche agli estensi, si è estesa la presenza della fraternità, fortemente impegnata sui temi della pace, della lotta all’usura e della predicazione. La serata è proseguita nella Chiesa del Suffragio con “Luce nella notte”, adorazione eucaristica con e per i giovani. Domenica 5, invece, la giornata è iniziata con il saluto del Sindaco Tiziano Tagliani: “la vera bellezza – ha spiegato – ha sempre caratteri positivi, ispira le cose migliori, non dev’essere, come spesso purtroppo accade, associata a qualcosa di frivolo”. Prima delle esibizioni (teatrali, letterarie, di danza e musicali) di alcune Scuole Superiori cittadine (Licei Ariosto, Roiti, Carducci, oltre a Einaudi e Dosso Dossi), e a visite guidate ai luoghi francescani della città, è intervenuto fr. Pietro Maranesi. Quest’ultimo ha richiamato l’idea di S. Francesco secondo cui tutto nel creato rimanda a “una Bellezza altra, a un Oltre”, ed è quindi una bellezza “che Dio dona gratuitamente a ognuno. L’importante è cercare di reimparare a stupirci di questo dono”. La mattinata si è conclusa con la Messa nella Basilica di San Francesco presieduta da mons. Gian Carlo Perego, che nell’omelia ha riflettuto su come “la ricerca della bellezza per un cristiano significa anzitutto la scoperta dell’altro, del femminile e del diverso”, oltre al saper “guardare il creato come un dono, ed è frutto della generazione, oltre a essere pro-esistenza, un’esistenza per gli altri”. Nel pomeriggio sono stati tre gli incontri: in Castello (Sala dei Comuni) il teologo fr. Maranesi e don Cesare Giovanni Pagazzi hanno riflettuto su “La bellezza del dialogo, via della fratellanza, nell’VIII Centenario dell’incontro di San Francesco con il Sultano”, al quale sono seguite testimonianze missionarie dal Venezuela (a cura di fra Valerio). Per fr. Maranesi il vero dialogo significa “mettersi accanto all’altro, condividerne le sorti, senza pretendere nulla, senza pretendere una sua conversione, riconoscendolo come fratello o sorella, col mio stesso desiderio di verità e di bellezza”. Don Pigazzi, invece, partendo dal dialogo di Paolo VI con gli artisti contemporanei, ha ragionato su come la bellezza sia “il giusto equilibrio tra forma e forze”: se dominano le prime, si scade “nel formalismo, nell’idealizzazione”, se dominano le seconde, nel “romanticismo”. Il legame fraterno è dunque quello “fatto di non sole forme” ma di una bellezza che è uno “scompiglio di forze da riconoscere e affrontare”: il vero dialogo, di conseguenza significa “spalancare l’abisso della propria anima”, è dunque un “dramma”, e proprio in ciò sta la sua bellezza. Infine, in Sala Estense vi è stato il concerto della Banda “Rulli Frulli” di Finale Emilia, mentre nel Coro del Monastero Corpus Domini, “ ‘Che la canzone di voi si possa cantare. Lucrezia Borgia a cinquecento anni dalla morte” è stato l’evento con narrazione, lettura di brani documentari (da parte di Luisa Cattaneo e Fabio Mangolini) e interventi musicali (legati in buona parte alla corte estense) a cura di Piero Stefani e il coro da camera Euphonè diretto da Silvia Marcolongo. Per tutta la durata del festival nella sala Dosso Dossi (via Bersaglieri del Po, 25) sono stati esposti i contributi multimediali degli studenti.

Andrea Musacci

Pubblicato su “la Voce di Ferrara-Comacchio” del 10 maggio 2019

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Musica è memoria: le danze ebraiche di 150 bambini in piazza a Ferrara

28 Gen

3“Le musiche…interrotte. Musica, canti e passi nella Memoria” è il nome dell’evento svoltosi nella tarda mattinata di domenica 27 gennaio in piazza Municipale a Ferrara. Organizzata dall’associazione Musijam col patrocinio del Comune di Ferrara, ha visto come protagonisti circa 150 studenti e studentesse dell’Istituto Comprensivo “C. Govoni” (nello specifico, della Scuola secondaria Tasso e della Scuola primaria Poledrelli) accompagnati dall’Orchestra del Baluardo diretto da Elio Pugliese e dal Vocal Ensemble sotto la guida di Marco Ferrazzi. “Nei tre mesi di preparazione delle danze, i bambini coinvolti – ci spiega Patrizia Pazi di Musijam – hanno risposto con gioia ed entusiasmo, in particolare quelli stranieri, grazie all’aiuto di Isabella Gallesini”. Si tratta di tre danze tradizionali ebraiche (…), che in genere fanno riferimento all’area centro-orientale europea, in Yiddish o ebraico antico, con musiche medievali, moderne, non senza contaminazioni contemporanee. “Un evento, ci spiega ancora la Pazi, che vuol essere un momento di inclusione e dialogo importante, per far memoria e per costruire qualcosa di diverso nella solidarietà e nella comunione”. “Abbiamo cercato di evitare un – comprensibilissimo – approccio ’luttuoso’ al Giorno della Memoria – spiega invece Pugliese -, cercando di spostare l’attenzione sulla quotidianità della comunità ebraica – dove l’orchestra e la danza erano due elementi fondamentali -, cercando di riportarla in vita”.
In piazza Municipale, dopo un brano cantato in apertura, sono state eseguite tre musiche danzate e altrettante solo cantate.

Andrea Musacci

(foto Francesca Brancaleoni)

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Pubblicato su “la Voce di Ferrara-Comacchio” del 1° febbraio 2019

Spettacolo in piazza: un flash mob di danze fino alle ore piccole

1 Set

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Giovedì 30 agosto sul listone in centro a Ferrara una “scheggia di danze popolari”

Una “scheggia” impazzita in piazza a Ferrara. Un tranquillo giovedì sera agostano è stato improvvisamente movimentato grazie a un flash mob di danze folk organizzato da alcuni giovani ferraresi, e non, sul listone, all’altezza del campanile del duomo. In un vortice di musiche popolari – valzer, mazurka, balli francesi e non solo, adattati in chiave contemporanea – una cinquantina di persone, giovani e meno giovani, “tarantolati” provenienti anche da Bologna, Padova e Firenze, hanno dato vita a balli di coppia e di gruppo dalle 22 fino alle 05.30 del mattino. Tanti i curiosi che si sono fermati a osservare questo spettacolo – nel gergo degli ambienti di danza appunto denominato “scheggia” (anzi: “skeggia”), che, come ci spiega Marina, una delle protagoniste, “si svolge in varie città italiane, e non, da alcuni anni”, ma per la prima volta riesce a conquistare l’agorà ferrarese.
L’idea di organizzare una “skeggia” nella nostra città si concretizza di fatto appena due giorni prima, martedì, grazie allo spirito di iniziativa di due ventenni ferraresi, Daniela Bertoni ed Elia Benazzo, che su Facebook lanciano l’evento “Prima Skeggiona folk a Ferrara”, diffondendola nei numerosi Gruppi e Pagine del social dedicati a questi raduni danzanti e a “mazurke klandestine” in tutta la Penisola, dalla Puglia al Piemonte, dal Lazio alla Lombardia, passando per le Marche, la Liguria, il Veneto e la Toscana.
In città più grandi, queste “skegge folk” normalmente riescono a richiamare anche 200-300 persone alla volta, ma Ferrara ha comunque risposto con entusiasmo, non paga di musiche e balli nonostante la settimana del Buskers Festival.

Andrea Musacci

Pubblicato su “la Nuova Ferrara” il 1° settembre 2018

Sakura, i colori e le atmosfere del Giappone per tre giorni a Ferrara

25 Lug

logo sakuraIn pieno solleone a Ferrara sbarca il…Sol Levante. Dopo il successo, sofferto e insperato, del debutto svoltosi nel settembre 2015 nel Palazzo della Racchetta, da venerdì 28 a domenica 30 luglio la nostra città ospiterà la seconda edizione della biennale Sakura Festival, rassegna artistico-culturale dedicata al Giappone e al rapporto tra il Paese orientale e la storia di Ferrara.

Nelle sotterranee Sale Imbarcadero del Castello Estense di Ferrara, le organizzatrici Grazia Guberti della Business Consulting & Event Design Srls (che curò la prima edizione) e Marianna Petronelli, pittrice, proporranno un ampio programma composto, tra l’altro, da esibizioni di danza e canto tradizionali, rituali tipici come la cerimonia del tè e la vestizione del Kimono tradizionale, oltre a pratiche come l’Ikebana, o le arti marziali. Ma non mancheranno anche laboratori interattivi, per grandi e piccoli, di calligrafia, etegami ed origami. Ed è proprio Grazia Guberti a raccontare (e raccontarsi) alla Nuova in vista della tre giorni.

Quale obiettivo si pone il Sakura?

«Il Festival ha come obiettivo principale quello di mettere in luce un evento storico svoltosi nel periodo rinascimentale con protagonisti la Corte Estense e il Giappone, facendo incontrare due culture tanto diverse ma al tempo stesso simili, attraverso differenti espressioni artistiche».

Il Sakura ha quindi un forte legame con Ferrara e la sua storia…

«Certo, si tratta di una storia lunga 430 anni, iniziata il 22 giugno 1585, quando giunsero nella nostra città tre giovani giapponesi con il loro seguito, ospitati per alcuni giorni alla corte di Alfonso II d’Este e Margherita di Gonzaga. I tre facevano parte di una missione, organizzata dalla Compagnia dei Gesuiti in Giappone al fine di far visita all’allora pontefice, Papa Gregorio XIII, e all’intera penisola italiana. Altro episodio che lega l’Italia al Giappone è la visita di Hasekura Rokuemon nell’anno 1615».

Quali sono le novità più rilevanti rispetto alla prima edizione?

«Sicuramente la location che si presta per ovvi motivi storici a tutto quello che è stato motore della prima edizione! Altro punto di forza saranno i nuovi espositori che cercheranno di coinvolgere i visitatori nella scoperta di questi due meravigliosi mondi. Infine, vi sarà un percorso di storie e leggende che trasporteranno le persone in realtà spesso sconosciute…»

Tutto ciò in un’ottica multidisciplinare…

«Esatto, vi saranno momenti ludico-ricreativi aperti a tutti i visitatori, ma anche teatro, musica, artigianato, senza dimenticare lo sport. Saranno tre giornate indimenticabili, grazie all’impegno di tante persone coordinate da me e Marianna Petronelli».

Com’è nata la collaborazione tra voi due?

«Ci siamo conosciute alcuni anni fa in occasione della prima edizione del Sakura, e da quel momento due persone molto diverse tra loro, come siamo noi due, si sono unite sempre di più: da lì è nata davvero una collaborazione forte, fondata su obiettivi comuni, ma soprattutto un’amicizia reale».

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 24 luglio 2017

La danza va in apnea con la Cecchetti: libro e proiezione a You&Tea

14 Apr

Oggi alle12961568_10208126325974427_2636409617611065438_n 17 nella Sala “You&Tea” situata in via de’ Romei, 36/a, Ferrara, l’Associazione Olimpia Morata e lo Spazio d’arte l’Altrove (con sede proprio a fianco della sala da tè) propongono la video-presentazione del libro “Passi di danza in acque profonde”. Sarà presente l’autrice Marisa Cecchetti che alla discussione alternerà la proiezione di esibizioni di danza in apnea eseguiti dall’autrice. L’evento fa parte del ciclo di incontri organizzati da Francesca Mariotti, “Slow Reading”, progetto per incentivare la lettura di testi classici e contemporanei. Per informazioni su “Slow Reading” scrivere alla Mariotti: info@artelaltrove.it.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 14 aprile 2016

Al Bolognesi partono i nuovi corsi di tango

1 Ott

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(foto d'archivio)

(foto d’archivio)

Partono oggi i nuovi corsi organizzati dal Collettivo Tango al Circolo ARCI Bolognesi in P.tta San Nicolò, 6/a a Ferrara. Alle 21 presentazione e lezione gratuita di Tango primi passi con Grazia Tartari e Nicola Willow, e a seguire, fino all’una, PraticaG. Da lunedì 5, invece, via ai corsi intermedi e avanzati, dalle 21 alle 22.15 e dalle 22.15 alle 23.30. Si tratta di un percorso progressivo che parte dallo studio (o ripasso) delle tecniche di base, e prosegue con lo studio approfondito di strutture e movimenti più avanzati. Maestri sono Grazia Tartari e Fernando Morani. Chi è interessato può partecipare alle due lezioni in un percorso intensivo.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 01 ottobre 2015

Tre serate legate alla danza al Ristorante 381

1 Ott

Flag_of_Brazil.svgIl Ristorante “381 Storie da Gustare”, in Piazzetta Corelli, 24 a Ferrara, ha ideato tre serate legate alla stagione di Danza al Teatro Comunale di Ferrara. Alcune compagnie di danza provenienti da Brasile, Québec e Sudafrica si esibiranno al Teatro Abbado, e così il 381 ha pensato di dedicare tre serate a queste realtà. Si inizia oggi con la serata dedicata al Brasile. “Sapori e danze dal Brasile” vedrà una cena brasiliana accompagnata dal Gruppo di Capoeria Cordao de Ouro con una performance alle 21.

I prossimi appuntamenti sono il 13 novembre con “Assaggiamo il Canada!”, e il 4 dicembre con “Un salto in Sudafrica”. Prenotazioni allo 0532-62052.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 01 ottobre 2015

«Il tango è sentimento e cultura»: non solo ballo all’Acquedotto per il Tango Festival

21 Set
(foto d'archivio - plaza de tango 2015)

(foto d’archivio – plaza de tango 2015)

Non sono mancate certo le occasioni per ballare, divertirsi e commuoversi durante la prima parte della 7° edizione del Ferrara Tango Festival, svoltasi ieri e sabato nel Centro Promozione Sociale Acquedotto in C.so Isonzo, 42/a. La rassegna è partita con tante iniziative per la gioia non solo dei corpi, ma anche degli occhi e della mente. Prima della milonga serale, infatti, è stato proiettato, ogni sera, un film sul tema: sabato, “Ad occhi chiusi” di Simonetta Rossi (2010), mentre ieri “El ultimo aplauso” di German Kral (2009). Prima delle proiezioni, invece, stage di tango, milonga e di tecnica femminile.

Rita Grasso, organizzatrice, ci parla dell’idea del “tango sociale” come anima di questo Festival. «Abbiamo cercato di fare una proposta nuova, proponendo il tango anche attraverso linguaggi diversi come il cinema». Alla base vi è l’idea «di far conoscere la radice popolare del tango, il fatto che questo rappresenti una cultura altra in Argentina, e dunque non sia riducibile a mera ginnastica». Se il tango è “un sentimento che si balla”, «un moto dell’anima», allora non può essere «mero spettacolo».

Per informazioni contattare Rita Grasso al 337-0455351.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 21 settembre 2015

Camminata del Tango fra le auto storiche ieri a Ferrara

20 Set

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[Guarda qui la mia galleria fotografica sul sito de la Nuova Ferrara]

Una danza collettiva, un lento e cadenzato serpente che si è srotolato per le vie del centro. È la Camminata del Tango, svoltasi ieri pomeriggio per la sua IV edizione. Quindici coppie che, come in unico abbraccio, hanno danzato da Piazzetta S. Anna fino al listone in P.zza Trento e Trieste, in mezzo ad autovetture e moto storiche che hanno partecipato al raduno, anticipo del Trofeo Nuvolara di oggi.

I danzatori si sono ritrovati alle 17 davanti al Bar Roverella. Il tempo di sgranchirsi le gambe, e hanno subito concesso un assaggio di milonga proprio nella piazzetta, mentre alle 17.30 si è svolto un breve rinfresco.

Accompagnati dalla musica della Tango-Bike, una bicicletta d’epoca dalla quale si diffondevano le note, appartenente a Filippo Spina, biciclaio di via Garibaldi, e guidata dal tj (tango j) Lorenzo Garuti, i trenta tangueri sono quindi partiti diretti verso Piazza Trento e Trieste, passando per via de’ Teatini, via Cairoli, via Bersaglieri del Po (dov’è avvenuto un secondo rinfresco al Caffè Bersaglieri) e via Canonica.

“Elegante felliniano” è la chiave per l’abbigliamento dei tangueri (fra cui c’era l’insegnante ferrarese Elisa Mucchi) scelta dagli organizzatori, “uno stile raffinato e appariscente”, come ci spiega Cecilia Piva del Collettivo Tango, associazione che ha promosso l’evento, grazie soprattutto a Grazia Tartari. E i partecipanti, anche nella scelta degli abiti hanno risposto al meglio, sfoggiando un vestiario passionale e conturbante.

La Camminata ha coinvolto i tanti ferraresi presenti in centro, nonostante gli inevitabili, piccoli scontri con pedoni e ciclisti negli ingorghi.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 20 settembre 2015