“Antonioni, Bassani, Vancini, Visconti e, affettuosamente, gli altri – Ferrara, il Po e l’Altrove” è il nome del volume di Maria Cristina Nascosi Sandri. Un dono alla nostra terra e all’arte che l’ha omaggiata
Ci sono corpi e sguardi di artisti e letterati talmente e profondamente legati alla terra ferrarese, da non riuscire, quando si parla dei primi, a non parlare anche della seconda.
Questo sa bene Maria Cristina Nascosi Sandri, giornalista, scrittrice, studiosa e ricercatrice di lingue anche dialettali, che l’anno scorso ha scelto di realizzare una piccola antologia dei suoi scritti dal titolo “Antonioni, Bassani, Vancini, Visconti e, affettuosamente, gli altri – Ferrara, il Po e l’Altrove” (Edizioni Cartografica, 2020, ora distribuita da “La Carmelina” di Federico Felloni).
Per chi, come l’autrice, da tanti anni è abituata alla cadenza quotidiana o settimanale dei propri articoli, a volte è necessario mettere dei punti fermi, e consegnare alla comunità tasselli di un lavoro durato anni, di una memoria personale e collettiva insieme.
Così la Nascosi Sandri in questo volume raccoglie testi scritti in circa quattro decenni tra carta e web, con l’aggiunta di alcune sue poesie dedicate al Po e a Ferrara. Sullo sfondo e nel midollo, quell’atmosfera trasognata e antica della città e del Delta, che emerge costantemente nelle pagine del libro. Radici di terra e di acqua da cui non può non nascere, e mai morire, un legame viscerale, materno. Un legame invincibile che accomunava oltre ai quattro citati nel titolo, anche gli altri protagonisti del volume (ma non meno importanti per l’autrice): Fabio Pittorru, scrittore, sceneggiatore, cineasta; Alfredo Pittèri, drammaturgo (non solo dialettale); Lyda Borelli Cini, attrice del Muto, moglie di Vittorio Cini; “Cici” Rossana Spadoni Faggioli, attrice teatrale della “Straferrara”, ed Elisabetta Sgarbi.
Un libro per Ferrara, dunque, un libro-omaggio alla nostra città e al suo territorio attraverso lo sguardo mai banale delle sue figlie e dei suoi figli dediti alla ricerca della bellezza e di quell’altrove citato anche nel titolo, oltre il fiume, la nebbia e i ricordi di una vita.
Andrea Musacci
Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” dell’11 giugno 2021
L’opera di Michele Placido con la “Passione” di Mario Luzi presentata il Venerdì Santo: i tormenti della condizione umana e la Liberazione in Cristo
di Andrea Musacci
L’affanno di chi ha paura, il rantolo dell’angoscia, di chi è solo e senza luce. Di chi, disarmato, vive la lontananza, l’apparente insanabilità dello smarrimento. Dove ogni dire e udire è vano, ogni sguardo è nemico, dove il male ha le sembianze dell’irreparabile. Oltre 20 anni fa il poeta Mario Luzi, invitato da Giovanni Paolo II a scrivere i testi per la Via Crucis al Colosseo, seppe, come pochi, dare parola a questo tremendo umanissimo non comprendere. Per questo, la scelta di alcuni di quei versi per lo spettacolo “Passio Christi”, non può non commuovere. Il progetto tra cinema e teatro andato in onda la sera di Venerdì Santo sul canale You Tube del Teatro Comunale di Ferrara (e disponibile fino al 12 aprile), è stato ideato dal Presidente dell’“Abbado” Michele Placido su testi, oltre che di Luzi, di Dario Fo e Franca Rame (“Maria alla croce”), coi Salmi recitati da Moni Ovadia e lo Stabat Mater interpretato in dialetto trentino da Daniela Scarlatti. In scena, anche lo stesso Placido, Sara Alzetta e Vito Lopriore nei panni del Cristo. Fra i luoghi della nostra città scelti, la chiesa di San Giuliano e il Cimitero ebraico. Magistrale il Coro dell’Accademia dello Spirito Santo diretto da Francesco Pinamonti.
La stanchezza, dicevamo, quel respiro affannoso che «inciampava nei denti» (1). E, insieme, la violenza della derisione, lo scherno impietoso che anticipa la brutalità sulla carne. «Dubito talora – prega al Padre il Cristo di Luzi – / che questa sofferenza non ti arrivi / poi subito di questo mi ravvedo / perché so la tua misericordia». Ma la notte è buia, i minuti non scorrono ma incombono: «Io dal fondo del tempo ti dico: la tristezza / del tempo è forte nell’uomo, invincibile». E quegli anfratti sono, nella “Passio” di Placido, le budella nascoste del teatro ferrarese, dove gli umori e i tormenti urlano per affiorare, per rivivere in questa stagione di non-presenza, di chiusura e lontananze. E questa mancanza, questa privazione il regista sceglie di mostrarla, per renderle giustizia. È il “retroscena” col suo travaglio a un tempo manuale e intellettuale, del legno e del pensiero, in una zona ambigua dove finzione e realtà sovrapponendosi sanno di incertezza.
Negli interstizi dietro, sopra e oltre la scena, dunque, al di là dell’apparire – vero o falso che sia – il dialogo è con Dio, sempre, è la confidenza del Figlio col Padre, è la preghiera che si apre all’eterno. Dai sottofondi, la vertigine: «quanto è lontana da te l’angoscia che mi opprime»; e ancora Luzi: «Anche la morte pare eterna, è duro convincerli, gli umani, / che non ci sono due eternità contrarie, / il tutto è compreso in una sola e tu sei in ogni parte / anche dove pare che tu manchi». Anche in quell’ossatura di legno e polvere, dove una debole luce filtra, sul palco dell’umano dimenarsi dove le tuniche, come detto, possono essere inganno o domanda perpetua, lì, nel fastidio e nel dubbio, «Tu entri» «e lo disbrogli / pure così lontano come sei nella tua eternità / da questi nodi delle esistenze temporali».
E nei viluppi entra anche il femminile, portando cura e visione, rivelandosi nel viso contratto di Maria, sulle labbra il lamento, ancora l’affanno della via che porta alla croce. Lungo la strada – di nuovo – la scelta, fino al sepolcro, è di affiancare, coi loro corpi, alcuni morti ammazzati del nostro tempo: da Pier Paolo Pasolini a Stefano Cucchi, da George Floyd ai bambini vittime delle guerre. Volti morti o sofferenti privi di luce, come nel tremendo silenzio del sabato. Ma Lui «non è qui», e allora perché Lo cerchiamo tra ciò che non può essere all’altezza di tutto il nostro dolore? Perché, invece, nello smarrimento non tentare di riconoscerLo mentre ci accompagna, quando nel buio ci affianca? Perché anche lungo la via che Tu hai tracciato, che Tu sei, è «difficile tenersi». Ma «Tu solo» davvero sai il Mistero.
«Ora sì, o Redentore», «invochiamo il tuo soccorso, tu, guida e presidio, non ce lo negare». Ora e sempre, ora e ogni giorno. Adesso possiamo chiederglieLo, sappiamo di poterglieLo chiedere perché crediamo nella Sua Resurrezione, perché – sempre tentati dal non sperare – ancora una volta speriamo. Nell’affanno, «con amore ti chiediamo amore». Un amore che libera, che fa uscire, un amore «infinitamente più grande».
La resurrezione è, nella “Passio”, proprio un’uscita, una fuga, una lode, ancora e sempre, una perenne preghiera sulle labbra, in canto o in prosa, nel giubilo o nel dolore. Si ricongiunge il cammino, ritorna su quei passi iniziali, gli stessi ma incredibilmente diversi: nell’esordio della “Passio” vi era, infatti, Placido pellegrino inquieto fra le vie del centro di Ferrara. Un sobbalzo nel petto, poi gli spari improvvisi come un lampo di luce, e invece era notte, una lunga notte, quella dei corpi riversi ai piedi del Castello, quella tremenda notte nel novembre del ’43. Ma non dormono, no, sono morti, giacciono ma rivivranno. E allora «di mattino, quando era ancora buio» (2), in un’alba grigia e vuota, è l’ora della Liberazione, della Rinascita, è il tempo della pienezza, anche per noi, per chi, come gli apostoli, non aveva «ancora compreso» (3).
********* (dove non indicato, le citazioni sono tratte da “La Passione. Via Crucis al Colosseo” di Mario Luzi, 1999)
(1) F. Guccini, “Venezia”.
(2) Gv 20, 1.
(3) Gv 20, 9.
Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 9 aprile 2021
Un altro fine settimana ricco di inaugurazioni attende Ferrara o vede protagonisti creativi ferraresi fuori città.
“Prima del tutto” è la personale di Daniele Degli Angeli che inaugura oggi alle 18 nella Galleria del carbone in vicolo del Carbone, 18/a, Ferrara. La mostra dell’artista cesenate, preparata appositamente per il Carbone, propone acrilici su tavola che appaiono come finestre che si aprono in un mondo altro. La mostra sarà visitabile fino al 25 aprile dal mercoledì al venerdì 17-20, sabato e festivi 11-12.30 e 17-20. La galleria Mazzacurati Fine Art, in corso Martiri della Libertà, 75, sempre oggi, stesso orario, inaugura la collettiva degli artisti della street art e del mondo dei graffiti. Fino al 31 maggio sarà possibile ammirare i lavori realizzati dagli anni ’80 ad oggi di Keith Haring, Crash, Lady Pink, Toxic, Daze, LA II, Ronnie Cutrone, Blek le Rat e Futura 2000.
Oggi, sempre alle 18, Silvia Camporesi presenta, invece, “Atlas Italiae: Tabula Ferrarense cento anni dopo Giorgio Bassani” nella MLB Maria Livia Brunelli home gallery in corso Ercole I d’Este, 3.
Proseguendo, alle 17.30 nell’Hotel Carlton in Piazza Sacrati verrà presentata la mostra fotografica “Urban Landscapes” di Enrique Olvera, mentre fuori città, alla stessa ora, nella Galleria Il Ponte in via Ponte Nuovo 23/h a Pieve di Cento inaugura “Thàuma” di Angelo Palazzini. Sempre oggi, stessa ora, Vito Tumiati inaugura la personale di pastelli e incisioni nello studio d’arte GS di Lendinara (RO) in via G. B. Conti, 38, visitabile fino al 25 aprile dal mercoledì al sabato dalle 16.30 alle 19. Sempre Tumiati è presente da oggi, fino al 30 aprile, nella collettiva “L’impronta e il segno” al Palazzo Ducale di Revere (Mn),
Proseguendo, oggi alle 16 nel Museo dei Grandi Fiumi in Piazzale San Bartolomeo, 18 a Rovigo inaugura la collettiva “Percorsi d’anima”, alla quale partecipa anche Alberta Silvana Grilanda, organizzata da UILDM. Domani, invece, dalle 16 a Villa Bighi a Copparo (via Marino Carletti, 110) viene inaugurata la mostra fotografica dei vincitori e dei menzionati del contest mensile di marzo “Arti e mestieri”, mentre fino a oggi alle 18 a Milano è possibile visitare la collettiva “Arte e design” nella Neoclassica gallery di via San Maurilio, 20, nella quale è presente anche l’artista centese Federica Cipriani.
Un’opera da Mazzacurati Fine Art
Ricordiamo anche che da ieri, fino al 17 aprile, alla Porta degli Angeli di Ferrara è possibile visitare la collettiva “Sebastiano Inedito” a cura di Lucio Scardino, con opere di Andrea Amaducci, Gianni Bellini, Carlo Bertocci, Giacomo Brini, Daniele Cestari, Marcello Darbo, Alfredo Filippini, Luca Ghetti, Laura Govoni, Claudio Monnini, Pietro Moretti, Duilio Nalin, Matteo Nannini, Impero Nigiani, Massimo Pierangeli, Alejandro Ventura, Graziano Villani, Luca Zarattini. Fino al 22 aprile, infine, nel Teatro Nuovo di Ferrara (Piazza Trento e Trieste) è possibile visitare la mostra della pittrice Cristina Mavaracchio, curata dallo Studio l’Altrove.
C’è tanta ironia ma anche struggimento per un tema importante, com’è quello del perdono, e rappresentato da attori particolari. Ieri nel primo pomeriggio nella Casa Circondariale di via Arginone ha avuto luogo lo spettacolo teatrale “La forza del perdono”, che ha visto protagonisti una decina di detenuti del carcere ferrarese, coadiuvati dal cappellano Mons. Antonio Bentivoglio. In una decina di giorni, per un’ora al giorno, i detenuti, italiani e non, hanno preparato lo spettacolo, rappresentato nel teatro/palestra della casa circondariale.
La rappresentazione racconta la vicenda di un mafioso, Trovato Innocente, arrestato perché colto in flagranza mentre chiede il pizzo in un mercato. Dopo il finto processo, troviamo il protagonista in cella (con letti e coperte realmente usati dai detenuti/attori): qui inizia il processo di pentimento per il male commesso, e di perdono nei confronti del complice, finito anche lui in carcere, suo accusatore durante il processo.
Alla rappresentazione hanno assistito diversi volontari dell’Associazione Noi per Loro, la comandante Annalisa Gadaleta e alcune educatrici.
Ad apertura dello spettacolo, e dopo lo stesso, vi è stato l’intrattenimento musicale eseguito da sei detenuti (più due tecnici del suono), che hanno reinterpretato brani di Dylan, Vasco, Celentano e tanti altri.
In occasione del quinto centenario dalla prima edizione dell’Orlando furioso, nella Galleria del Carbone di Ferrara (in via del Carbone, 18/a) è visitabile la mostra “Angelica e Alcina per un teatro ariostesco” di Maurizio Bonora.
Come mi spiega lui stesso, si tratta di una scultura narrativa, fatta di opere d’arte tripartite: il volto (parte anteriore), la narrazione di scene tratte dall’Orlando furioso nella parte posteriore dell’opera, e la base scultorea. Sono sculture in terracotta e cemento realizzate nel 2013, e in parte concluse proprio per questa esposizione, più alcuni disegni a matita, compreso uno del 1966. Tutta la riflessione dell’artista gioca su profonde dicotomie: essere/nulla, pieno/vuoto, luce/ombra, materia/spirito.
Il progetto prende le mosse, anticipandolo, da quello di una struttura teatale da realizzare in futuro.
La mostra è visitabile fino a fine mese, dal mercoledì al venerdì dalle 17 alle 20, sabato e festivi dalle 11 alle 12.30 e dalle 17 alle 20.
“Sale” è il nome dello spettacolo di circo contemporaneo in programma oggi alle 17. 30 al Teatro Cortazar di Pontelagoscuro (via della Ricostruzione, 40).
Lo spettacolo, il terzo della rassegna “Totem-Gravità Ø”, propone agli spettatori di tutte le età l’affascinante disciplina dell’equilibrismo declinata nella lingua del teatro contemporaneo. Lo spettacolo, ideato da Gianluca Gentiluomo e diretto da Milo Scotton (Milo&Olivia), nei suoi due anni di gestazione e ricerca internazionale è stato supportato ed arricchito da tanti “occhi esterni” tra drammaturghi, danzatori, artisti di circo, fantasisti e musicisti.
Allo spettacolo è legato il workshop di tre giorni “Ricerca del Movimento in aria” dedicato alla pratica della corda verticale, in programma al Teatro Cortazar da venerdì fino a oggi. Il workshop è aperto a tutti, da chi vuole cominciare a chi è già a un buon livello e desidera perfezionarsi. Chi già pratica tessuti aerei potrà sperimentare la tecnica della corda applicata ai tessuti.
La rassegna “Totem-Gravità Ø” vuole proporsi come nuovo punto di riferimento per la sperimentazione artistica e la promozione della cultura circense nella nostra regione e nel resto d’Italia, per offrire a questa affascinante disciplina artistica una visibilità che ad oggi, nel nostro paese, fatica ad ottenere.
Lo spettacolo, adatto a tutti, è della durata di 40 minuti. Biglietti: Intero: 8€, Ridotto: 5€ (bambini fino ai 12 anni), gratis per i bambini fino ai 4 anni. I biglietti sono acquistabili in loco mezzora prima degli spettacoli, con la possibilità di prenotare anticipatamente scrivendo a organizzazione@teatronucleo.org. E’ inoltre attivo il servizio di biglietteria online tramite il portale TicketLand 2000.
Una sfida di teatro dialettale in 15 minuti è la proposta domenicale del MAF – Mondo Agricolo Ferrarese di San Bartolomeo, in via Imperiale, 265. Comune di Ferrara, MAF, Associazione “MAF” in collaborazione con il Cenacolo di Cultura Dialettale “Al Tréb dal Tridèl” organizzano per oggi alle ore 15 l’evento “Fare teatro (dialettale) in un quarto d’ora”, la settima edizione della rassegna interprovinciale. Attori singoli e Compagnie delle province di Bologna e Ferrara, si disputeranno il Trofeo MAF: sarà il voto del pubblico a decretare il vincitore.
In occasione del sessantesimo della morte del grande autore teatrale Bertold Brecht, domani alle 17 in Biblioteca Ariostea, Istituto Gramsci, Istituto di Storia Contemporanea insieme a Horacio Czertok e al Teatro Nucleo organizzano un incontro pubblico a lui dedicato.
Un evento pensato per ricordare e riflettere il maestro, tante volte frainteso e strumentalizzato.
“Totem-Gravità” è il nome della rassegna di Circo Contemporaneo organizzata dal Teatro Nucleo, nel Teatro Julio Cortazar in via Ricostruzione, 40 a Pontelagoscuro, a partire da domenica 23. Questa 1° edizione sarà interamente dedicata alle produzioni di singoli artisti e collettivi di italiani che abbracciano le diverse declinazioni contemporanee del Circo, dalla Clown Comedy all’acrobatica, passando per l’equilibrismo e la giocoleria.
Come spiegano gli organizzatori e direttori artistici del Festival, Natasha Czertok e Davide Della Chiara, “si parla di Circo Contemporaneo o Teatro-circo quando ci troviamo di fronte a performance circensi che esulano dalla classica presentazione del “numero”: attraverso la sperimentazione di nuovi linguaggi espressivi e dalla commistione dell’Arte circense con il Teatro e la Danza nasce una nuova pratica artistica, la cui attrattiva non risiede esclusivamente nelle abilità tecniche degli artisti quanto nella loro capacità di creare un legame empatico col pubblico. Il Circo Contemporaneo, fuoriuscito dalla tradizione del tendone rosso, esplora nuovi spazi e nuove forme di narrazione, proponendo un uso diverso del corpo, alternativo al quotidiano”. Mentre in altri Paese Europei, e soprattutto in Francia, il Circo contemporaneo vanta un’esperienza e una diffusione consolidata, solo nell’ultimo decennio l’Italia ha iniziato a volgere lo sguardo verso questa disciplina artistica. Si parte oggi con il collettivo Duodorant diretto dal celebre Clown e regista Jango Edwards che presenterà il lavoro “Über-Marionetten”. Seguirà il 6 novembre lo spettacolo “Sogni in scatola” del duo Nani Rossi e il 20 Novembre “Sale” di Gianluca Gentiluomo. A chiudere la rassegna il 4 Dicembre sarà il collettivo Laden Classe con lo spettacolo “193 Problemi”.
In programma anche un workshop di tre giorni (18-20 novembre) condotto da Gianluca Gentiluomo e dedicato alla pratica di corda verticale.
Gli spettacoli hanno inizio alle 17.30. Tariffe: intero: 8,00 Euro. Ridotto: 5,00 Euro (bambini fino ai 12 anni).
I biglietti sono acquistabili in loco mezzora prima degli spettacoli, con la possibilità di prenotare anticipatamente scrivendo a organizzazione@teatronucleo.org. E’ inoltre attivo il servizio di biglietteria online tramite il portale TicketLand 2000.
La scuola di teatro Fonè diretta da Massimo Malucelli, con sede in via Arianuova, 128 a Ferrara, oggi alle ore 21 riprende i propri corsi del primo anno, tenuti dallo stesso Malucelli, con la rituale lezione di prova.
Il corso si concluderà a maggio, e gli ultimi mesi saranno dedicati alla preparazione dello spettacolo finale, così come avvenuto negli anni scorsi, realizzando diverse repliche, anche presso il “Teatro Comunale” di Ferrara. Altri momenti spettacolari di incontro col pubblico saranno creati durante il percorso.
Mi chiamo Andrea Musacci.
Da aprile 2014 sono Giornalista Pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna.
Sono redattore e inviato del settimanale "la Voce di Ferrara-Comacchio" (con cui collaboro dal 2014: http://lavoce.e-dicola.net/it/news - www.lavocediferrara.it), collaboro col quotidiano "la Nuova Ferrara" (dal 2012) e col quotidiano nazionale "Avvenire" (dal 2015). Ho collaborato anche con il sito "Listone mag".
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"L'unica cosa che conta è l'inquietudine divina delle anime inappagate."
(Emmanuel Mounier)