
Due avventori nello stand di Cryos (“World’s largest Egg Bank and Sperm Bank”, così si presenta) alla fiera “Wish for a baby” di Milano (foto tempi.it)
Confermati gli allarmi sulla fiera della riproduzione assistita “Wish for a baby”, tenutosi lo scorso fine settimana a Milano. I racconti dei giornalisti infiltrati negli stand: un mercato sfacciato
La scorsa settimana vi avevamo illustrato, con un ampio servizio (v. “La Voce” del 19 maggio, pag. 4), che cosa avrebbe rappresentato la fiera della riproduzione assistita svoltasi a Milano il 20 e 21 maggio . “Wish for a baby” – questo il nome dell’iniziativa – ha raccolto da ogni parte d’Italia e d’Europa cliniche e società specializzate nel combattere l’infertilità e in pratiche di commercio di gameti (spermatozoi e ovociti) e di maternità surrogata: pratiche, queste ultime, vietate nel nostro Paese.
Vi proponiamo ora una piccola rassegna stampa attingendo dai siti e quotidiani i cui giornalisti si sono “infiltrati” nella fiera per testimoniare come, al di là delle promesse, al suo interno si facesse promozione di pratiche illegali in Italia.
«TI PROPONIAMO L’ACQUISTO DI OVULI»
Viviana Daloiso su “Avvenire” del 20 maggio racconta di Laura e Stephan, coppia di attivisti che fanno capo alla Rete per l’inviolabilità del corpo femminile, movimento femminista che raccoglie numerose associazioni in Italia e all’estero, contrario all’utero in affitto e a ogni mercificazione del corpo:«Stephan – si racconta nell’articolo – dopo una breve tappa allo stand della Pronatal, dove gli assicurano donatrice, inseminazione e maternità surrogata, ma solo con donne della Repubblica Ceca – s’è spostato dai consulenti ateniesi del Garavelas medical group. Qui gli viene spiegato candidamente che può acquistare ovuli ed eventualmente anche il seme da altri e trasferirli in una clinica in Grecia dove potrà presentarsi con una donna che può fingere d’essere la sua compagna (e che può dimostrare d’essere sterile con un certificato ottenuto da un qualsiasi medico) e procedere alla maternità surrogata. Gli viene suggerita la possibilità di trovare qualche agenzia albanese, magari su Facebook, visto che lì è facile incontrare donne particolarmente “altruiste”. In alternativa gli viene prospettato sottovoce anche un facile, sebbene altrettanto costoso, trasferimento di ovuli fecondati negli Stati Uniti “dove non avrete alcun problema sotto il profilo legale”».
UN PRODOTTO “SANO”, SENZA DIFETTI
Caterina Giojelli e Leone Grotti su tempi.it, invece, scrivono:«Il bambino da sogno nasce su internet, “dovete solo creare un account sul nostro sito e potrete accedere ai profili dei nostri donatori”, dicono a Tempi le gentilissime referenti di Cryos (banca internazionale del seme, ndr) rimandandoci al portale che propone il seme di studenti, uomini d’affari, appassionati di musica e sport, tutti “mentalmente stabili, fisicamente sani” e con “un seme di alta qualità” garantito da tutte le certificazioni del caso.
C’è il profilo “base” – prosegue l’articolo -, con informazioni su etnia, altezza e peso, colore di pelle, occhi e capelli, titolo di studio e storia medica, oppure c’è il profilo “esteso” grazie al quale si può sapere anche il numero di piede, il colore di barba e sopracciglia, che tipo di capelli ha “e soprattutto vedere le foto del donatore da bambino, osservare la sua calligrafia, ascoltare una registrazione della sua voce, scoprire il suo quoziente intellettivo, il suo albero genealogico”, continuano.
Il bambino da sogno non può essere “difettoso”: il medico del Barcelona Ivf continua a ripetere in conferenza: “noi vogliamo un bambino sano”, “vogliamo selezionare un embrione sano”, “ovociti di qualità”, “gravidanze di qualità”. Scongiurare la possibilità di creare un “bambino malato”, ovvero un prodotto guasto, è l’obiettivo di tutti a Wish for a Baby, in ogni segmento della catena di montaggio. La referente di Ivf Couriers, che fornisce trasferimenti internazionali di embrioni, sperma, ovuli in tutto il mondo ci assicura che con 15 mila euro la qualità del trasporto fino alla Grecia, meta ambita, è garantita: “Facciamo tutto a mano, non siamo mica FedEx”.
Il loro portale si apre con una cicogna in volo che invece di un fagotto ha annodato al becco un contenitore di azoto liquido diretto alle più blasonate cliniche di Pma o maternità surrogata del mondo. Lo stesso contenitore d’acciaio che la signora smonta davanti a noi per mostrarci dove alloggerà senza sbalzi di temperatura il nostro “prezioso materiale genetico” fino a destinazione: penseranno loro a tutto, dai permessi alla burocrazia».
PREZZARIO IVA INCLUSA
Anche Nicolò Rubeis per “Il Giornale” è stato in fiera e nello specifico nello stand di Cryos, sulla cui brochure «invita a ordinare direttamente online scegliendo da un catalogo la foto del donatore e richiedere il suo seme in esclusiva. Gli esponenti di FdI denunciano che sul sito web dell’azienda c’è un listino di ovuli e gameti in cui “è singolare che vi sia un prezzario Iva inclusa, indirizzato al mercato italiano – dice Grazia Di Maggio (giovane deputata di FdI, ndr) – Una commercializzazione vietata dalla legge 40 del 2004”».
PER AFFITTARE UN UTERO BASTANO 5 MINUTI
Infine, riportiamo alcuni stralci dell’inchiesta in incognito compiuta da Francesco Borgonovo per il quotidiano “La Verità”:«a prendere un appuntamento per organizzare l’affitto di un utero all’estero, per la precisione in Grecia o a Cipro, impiego circa cinque minuti (…). Vado quasi a colpo sicuro allo stand della clinica Garavelas. Mi regalano una bella agenda e una brochure in italiano in cui, a pagina 25, illustrano il loro servizio di surrogazione (…).
Anche alla clinica Acibadem, come previsto, sono ben disponibili a organizzare tutta la procedura al di fuori dei confini italiani. Possono provvedere loro a tutto: dal viaggio al soggiorno. In fiera, in ogni caso, c’è solo il proverbiale imbarazzo della scelta». E «più o meno tutte le società presenti si occupano di donazione di ovuli, manco a dirlo una pratica che in Italia è proibita ma che Barcelona Ivf reclamizza con apposito flyer».
Come riporta Borgonovo, Roberta Osculati, consigliera comunale Pd di Milano, ha dichiarato: Nel nostro ordinamento giuridico «non esiste un modello di genitorialità diverso da quello fondato sul legame biologico tra genitore e figlio o di quello alternativo che passa dall’adozione. Non c’è un paradigma genitoriale fondato esclusivamente sulla volontà degli adulti di esser genitori».
Dichiarazioni che si accompagnano a quelle di diversi esponenti di Lega, Fratelli d’Italia e di alcuni di Alleanza Verdi-Sinistra, a dimostrazione di come questa possa essere una battaglia bipartisan, trasversale agli schieramenti politici e all’appartenenza di fede.Anche se, è la nostra impressione, non ci sia ancora una consapevolezza così generalizzata sulla reale posta in gioco di una visione della vita e dell’umano totalmente alla mercè della logica del profitto e del mero desiderio egoistico.
Andrea Musacci
Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” del 26 maggio 2023