Daniele Civolani, presidente dell’Anpi provinciale, ieri mattina al Museo del Risorgimento e della Resistenza ha introdotto la mostra “I triangoli e le stelle. Momenti di memoria”, portando i saluti dell’associazione e ricordando il valore fondamentale di eventi come questo. Davide Guarnieri, curatore dell’esposizione, ha ricordato come i testimoni indiretti stiano pian piano scomparendo, «Dunque – dice – non c’è modo migliore per perpetrare la memoria che farlo con iniziative di questo tipo, in particolare se rivolte ai bambini e ai giovani». Anche a questo si riferisce la legge n. 211 del 2000, che istituisce il Giorno della Memoria in ricordo non solo della Shoah che ha colpito il popolo ebraico, ma di tutti coloro, italiani e non, che hanno subìto deportazione, prigionia e morte ad opera dei nazisti e dei fascisti. L’esposizione comprende, infatti, oltre a quattro vetrine con vari libri sul tema, nove pannelli, cinque dei quali dedicati alle diverse categorie: deportati politici, internati militari italiani, lavoratori coatti, gay, lesbiche e Testimoni di Geova.
Gli altri quattro sono invece dedicati rispettivamente a una breve introduzione del curatore, alla persecuzione ebraica in Germania e in Italia, e al “Sistema Hollerith”. Quest’ultimo fu l’ideatore di un brevetto per l’elaborazione di dati attraverso schede perforate lette da grosse macchine, antenati degli attuali computer. Questa schedatura riguardava dati personali (specie sulla qualifica lavorativa) di ebrei e non ebrei, e coinvolse anche diverse filiali dell’Ibm in Germania e nei territori annessi (tra cui l’Italia). Per finire, ha portato i suoi saluti al curatore ed ai presenti anche il ferrarese Franco Schönheit, deportato a 17 anni nel campo di Buchenwald insieme al padre Carlo. La madre, Gina Finzi, fu invece deportata a Ravensbruck. Fortunatamente tutti e tre sopravvissero. Una storia a “lieto fine” per ricordarsi di tutti quelli che non sono mai tornati.
Andrea Musacci
Pubblicato su la Nuova Ferrara il 27 gennaio 2013