
Proseguono nella Camera del Lavoro (CGIL) di Ferrara gli incontri dedicati al marxismo occidentale, o meglio ai marxismi occidentali, per loro natura eterodossi.
Lo scorso 20 ottobre Davide Ruggieri (Università di Padova) ha relazionato sul tema “Max Horkheimer: la teoria critica tra marxismo e pessimismo”. Il relatore è stato introdotto dalla giovane studentessa dell’Università di Padova, Lucia Run Hui Li (i due nella foto), per l’iniziativa promossa da Istituto Gramsci Ferrara in collaborazione con CGIL Ferrara, SPI CGIL Ferrara, ISCO Ferrara e il Laboratorio per la Pace dell’Università degli Studi di Ferrara, con il patrocinio del Comune di Ferrara.
Parlare di Horkheimer vuol dire parlare innanzitutto della Scuola di Francoforte di cui lo studioso faceva parte, cioè di quel luogo prediletto del pensiero critico dove si era «con Marx e oltre Marx», e dove alla critica del totalitarismo nazista si affiancava la critica al totalitarismo sovietico, al neopositivismo e alle forme di dominio del capitalismo, in un’unione feconda tra politica, filosofia, sociologia, cultura e psicanalisi.
Due sono gli amori di una vita di Horkheimer: uno del pensiero, Schopenhauer; l’altro del cuore, totale, la moglie Rosa Riekher, che «lo apre al senso di solidarietà tra le persone», che non nasce dalla miseria materiale ma «dalla comune condizione umana segnata dal limite e dalla morte».
Nello specifico della critica alle fondamente della visione capitalista, Horkheimer vede con chiarezza come «nella società borghese tutto – anche la libertà – è mercificato», e quindi sia in atto una vera e propria «catastrofe, conseguente al fallimento della ragione nel suo senso etico, universale, contrapposta alla ragione tecnicistica e strumentale e individualistica del neopositivismo», che ha dato vita ad una «società totalmente amministrata e fondata sullo sfruttamento della maggioranza delle persone». Marx va quindi «superato» in diversi punti, ma per questo non può essere messo da parte e non può venir meno la critica radicale all’illuminismo inteso come «movimento culturale che produce un impulso alla distruzione», da noi conosciuto in particolare nei conflitti mondiali. Il «sistema dell’amministrazione totale» occidentale è quindi una forma di «totalitarismo», che si può combattere – oltre che con la teoria critica – rivalutando «elementi irrazionali» e riscoprendo «temi legati alla religione e alla trascendenza, che il mondo totalmente amministrato sta tentando di eliminare». Fra questi, Horkheimer individua la «compassione», la «gioia compassionevole», lo «spirito del Vangelo». Per far rinascere – prima nel cuore di ognuno, poi a livello collettivo – un «forte anelito alla solidarietà».
Andrea Musacci
Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” del 31 ottobre 2025
Abbònati qui!