Tag Archives: Cutro

Sopra il mare vi è una Speranza: a due anni dal naufragio di Cutro

27 Feb

A Santo Spirito la proiezione del commovente documentario  “Cutro Calabria Italia”. I corpi dei bambini, i detriti, le grida. E quelle rose che spuntano, quei volti di carità

di Andrea Musacci

«La morte è stata sommersa nella vittoria». (1Cor  15, 54)

Il racconto si apre col buio squarciato dalla dolcezza della luna e – da una barca – con gli occhi di una donna sgranati a intuirvi speranza. E si chiude con altri occhi, quelli «azzurri» dell’Alì di Pasolini: «Saranno / con lui migliaia di uomini / coi corpicini e gli occhi / di poveri cani dei padri / sulle barche varate nei Regni della Fame».

Una forte ma discreta commozione ha attraversato la sala del Cinema Santo Spirito di Ferrara la sera del 21 febbraio scorso, in occasione della proiezione – in contemporanea con oltre 50 Sale della Comunità in tutta Italia – del documentario “Cutro Calabria Italia”.L’evento organizzato dall’ACEC (Associazione Cattolica Esercenti Cinema) – e patrocinato da Fondazione Migrantes e Ufficio Nazionale CEI per le Comunicazioni Sociali -, per commemorare il secondo anniversario della tragedia di Cutro, ha visto in via della Resistenza un’80ina di partecipanti.

La notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023 a Steccato di Cutro (Kr), persero la vita 94 persone, tra cui 34 minori. L’imbarcazione, partita dalla Turchia e carica di oltre 180 migranti provenienti da Afghanistan, Pakistan, Siria, Somalia e Iraq, si infranse contro gli scogli a pochi metri dalla costa calabrese.

In collegamento con le Sale, S.Spirito compresa, il regista Mimmo Calopresti: «il migrante è una persona che ha bisogno di te, non una di cui non fidarsi», ha detto. «Ho scelto di fare questo documentario per non dimenticare ma anche per raccontare la reazione di carità di tanti calabresi». Collegato anche il Sindaco di Cutro Antonio Ceraso:«lo abbiamo vissuto come un lutto di famiglia», sono state le sue parole. «A Cutro siamo già nella fase di integrazione dei migranti e dello scambio culturale con loro. Ho deciso anche di creare un cimitero islamico, e in una posizione non periferica: a migliaia da tutta la nostra Regione avevano offerto ognuno un loculo per le vittime».

A S. Spirito era presente anche mons. Gian Carlo Perego, nostro Arcivescovo e Presidente Fondazione Migrantes, intervenuto anch’egli in collegamento con le altre Sale: «una serata come questa – ha detto – è importante non solo per la memoria dei drammi passati, ma anche per ricordarci come purtroppo ciò avvenga ancora».

«Il film ci abitua anche a non banalizzare tragedie come queste, a non abituarsi – come si rischia sentendo sempre le notizie dei tg – ai morti in mare», ha invece detto l’ex Ministro Patrizio Bianchi (titolare Cattedra Unesco educazione, crescita ed eguaglianza a UniFe).«Oggi è sempre più forte una sistematica e continua educazione all’odio».

SE GESÙ PASSA SU QUELLA SPIAGGIA

Ma un modo per combattere contro questo odio strisciante e sempre più sfacciato e volgare, è, ad esempio, quello di guardare le immagini di quella spiaggia maledetta: quello straccio – forse un vestito – che galleggia sull’acqua, i detriti sulla rena, i corpi che riaffiorano.E poi quei vestitini e quei giocattoli di bimbe e di bimbi, e la fila di sacchi bianchi sulla sabbia, poi sostituiti dalle bare dentro il palazzetto dello sport, con le urla strazianti dei famigliari delle vittime a squarciare ancora quel cielo che pare lontano. 

Dicevamo di Pier Paolo Pasolini: in queste terre trovò la Maria del suo Vangelo secondo Matteo (la giovane crotonese Margherita Caruso) e altri volti per il suo film, oltre a luoghi nei quali girò alcune scene (i calanchi di Cutro e la spiaggia delle Castella, frazione di Isola di Capo Rizzuto). E proprio del Vangelo pasoliniano, Calopresti mostra un frammento di sequenza molto suggestivo, quandoGesù chiama Simone e Andrea: «Venite dietro a me e vi farò pescatori di uomini» (Mt 4,18-22). La proposta assoluta è sempre la stessa: aiutate i vostri fratelli e sorelle a salvarsi, e solo così anche voi troverete la salvezza. Nella carità e nella fede, nell’abbandono e nella sequela a Cristo, troverete il Regno. Perché in quel mare, su quella spiaggia, l’ultima parola non l’ha il maligno con la sua tempesta che sembra inghiottire nel nulla corpi, sorrisi, speranze.

Là in quell’angolo d’Italia – come nel documentario di Calopresti – vedi che quei detriti si trasformano in una croce di legno e uno squarcio, nel cielo, di nuovo ricompare. Ora anche le rose rosse possono “crescere” e vibrare al vento su quella spiaggia. Quelle urla strazianti non risuonano più nel vuoto, anche le lacrime dei soccorritori, prima ricacciate a forza dal vento e dall’urgenza, ora possono tramutarsi in lode, memoria, abbraccio.

Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” del 28 febbraio 2025

Abbònati qui!