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Quella memoria che apre al futuro: padre Guido Bertagna a Ferrara

15 Apr
https://www.ntr24.tv/2018/10/17/la-figlia-di-aldo-moro-incontra-lex-brigatista-faranda-nel-segno-della-giustizia-riparativa/

Il gesuita ha portato avanti progetti di incontro tra ex terroristi e loro vittime o parenti delle stesse. Il caso più noto, quello della figlia di Aldo Moro, Agnese

“La riconciliazione: una speranza possibile” è stato il titolo scelto per la lezione della Scuola diocesana di teologia per laici “Laura Vincenzi” svoltasi a Casa Cini (e in diretta streaming) lo scorso 11 aprile. Relatore è stato padre Guido Bertagna S.J., teologo con esperienze di lavoro anche con persone detenute. P. Bertagna da diversi anni è impegnato sul fronte della cosiddetta “giustizia riparativa”, portando avanti, ad esempio, dal 2008 progetti di riconciliazione tra ex appartenenti alle Brigate Rosse e vittime o familiari di vittime delle stesse. Il caso più noto da lui seguito è quello dell’incontro (prima privato, poi pubblico) tra l’ex br Adriana Faranda (che fece parte della “colonna romana” che organizzò il sequestro di Aldo Moro)  e Agnese Moro, figlia di Aldo (le due, in foto – ntr24.tv). Da questa e dalle altre esperienze, dieci anni fa è uscito il volume “Il libro dell’incontro. Vittime e responsabili della lotta armata a confronto”, a cura dello stesso p. Bertagna e di Adolfo Ceretti e Claudia Mazzucato. Padre Bertagna oltre a Casa Cini è intervenuto, la mattina del 12 aprile, in un incontro con studentesse e studenti del Liceo Ariosto di Ferrara. 

A Casa Cini ha preso le mosse da un passo di Deuteronomio (26, 1-11) per riflettere sulla nuova terra donata al popolo ebraico da Dio, insieme alle sue primizie: «vivere consapevoli di questi doni – ha spiegato p. Bertagna – significa ridonare a nostra volta i doni ricevuti». Doni che, quindi, «non vanno “stretti” tra le mani più del dovuto, non vanno trattenuti ma, appunto, donati, elargiti», nell’offerta al tempio e nella carità al prossimo. Solo così «ci si apre al futuro». Non a caso, quindi, la più importante immagine che Israele ha è quella di «un Dio che libera il suo popolo; popolo che grida perché oppresso, un grido che è preghiera, supplica perché c’è Qualcuno che lo ascolta». Questa memoria dell’oppressione, però, è «priva di rancore nei confronti degli oppressori»: ciò che più conta è la liberazione e di conseguenza «la memoria converge tutta nel gesto dell’offerta». Spesso, però – e ognuno di noi l’ha sperimentato almeno una volta nella propria vita – la memoria non apre al futuro ma «si avvita su sé stessa, si fa risentimento che diventa rancore e rabbia». Ciò avviene perché il dolore ha «un forte potere congelante», oltre che «identitario e conservativo». La memoria, dunque, rischia di «tenerci in ostaggio». Ma così, «la vita si indurisce, il sangue scorre poco, una persona che ha commesso una colpa rischia di rimanere per sempre “colpevole”, e chi ha subito un torto rischia di essere per sempre, e solo, “vittima”». Da qui, ne deriva anche una «nevrosi comparativa» (“nessuno soffre più di me”, “hai cominciato prima tu” ecc.). Al contrario, solo una «memoria riconciliata» può superare tutto ciò, «trovando per quel dolore un posto nella propria storia, pur non dimenticandolo».

Ripercorrendo anche le esperienze personali di tentativi di riconciliazione, p.Bertagna ha poi sottolineato l’importanza di «tornare sui luoghi del dolore per ridare vita alla memoria, togliendola così dal suo congelamento», rompendone l’incantesimo. Nel gruppo nato nel 2008 di incontro tra ex br e parenti di vittime delle stesse «abbiamo cercato di restituire la parola al dolore», senza vergogna, senza paura, «per dire a chi ha commesso il reato “tu non sei il male che hai fatto” e alla vittima o familiare della stessa, “tu non sei il male che hai subito”». Un percorso complesso, lungo e a rischio fallimento, perché significa «cambiare radicalmente la percezione di sé». Ma è un percorso che va tentato, a partire dai microconflitti che costellano il nostro quotidiano.

Andrea Musacci

Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” del 18 aprile 2025

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