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Dentro la natura, oltre la realtà: Lucia Boni a Porto Viro con “Custode di dune”

12 Giu

La visionarietà come «capacità di vedere dentro le cose tangibili», mettendosi in ascolto della realtà, della natura. 

È, questa, una delle riflessioni che Lucia Boni, scrittrice e poetessa ferrarese, fa emergere dal suo libro “Custode di dune” (Campanotto editore, 2018), un dialogo in prosa a due voci.

Libro presentato la sera del 9 giugno scorso nel suggestivo Parco “Le Dune” di Porto Viro (RO). Un posto scelto non a caso: le dune fossili di Porto Viro, infatti, costituiscono qualcosa di unico nello studio dell’evoluzione della linea di costa, in quanto vi si trovano quattro cordoni litoranei fossili che testimoniano altrettante posizioni della spiaggia, spostatasi verso est in circa 2mila anni. Un luogo fatto, quindi, di memoria sedimentata, di cura necessaria, di mistero. «La realtà allude sempre ad altro», ha riflettuto Boni, e in questo essenziale è «l’uso della parola, andando oltre il senso razionale» e lasciando spazio «all’aspetto meditativo che permette di guardare meglio dentro sé stessi». Così, la voce femminile nel libro, desiderosa di silenzio e oblio, incontra Esblanco, che rappresenta quella «natura nella quale potersi perdere», la sua memoria e il suo custode. Un invito a ognuno di noi, dunque, alla cura della natura, ma un invito lontano da ogni tentazione di ecologismo.Anche nella natura, quindi, per Boni, «c’è un sentimento, una sorta di “intelligenza”, e dunque un dialogo» fra i suoi elementi.

Durante la serata, l’autrice ha dialogato con Gianpaolo Gasparetto, il quale ha letto alcuni brani del libro assieme a Lara Mantovani. Gli interventi musicali sono stati di Marco Baruffaldi (nome d’arte, Asia) e hanno portato i saluti Alessia Tessarin (Assessora alla Cultura) e Dismo Milani (Presidente Parco “Le Dune”).

Andrea Musacci

Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” del 16 giugno 2023

La Voce di Ferrara-Comacchio

A Comacchio 500 persone per la Festa del Corpo e Sangue di Cristo

12 Giu

La Diocesi unita in processione: Il racconto di una serata indimenticabile. Una marea di persone, i momenti salienti, le preghiere delle comunità, i volti  della Chiesa

di Andrea Musacci

Pane di vita, pane frutto della terra, pane che illumina il mondo e lo redime. Corpo e Sangue che passa per le vie della città, fra i canali, portando speranza fra le angustie della gente, nelle sofferenze e nei rimpianti nascosti dietro gli usci delle case. 

Quelle case della città di Comacchio che la sera dell’8 giugno scorso ha accolto, dopo tanti anni, la Festa diocesana del Corpus Domini. Una luce nelle tenebre del mondo, nelle vie – segnate dai ceri degli oltre 500 presenti – di una città che fa della bellezza e dell’orgoglio della sua storia la sua cifra, nonostante le contraddizioni. Ma che ancora una volta ha dimostrato un profondo senso di comunità e una forte devozione.

SANTA MESSA NELLA CONCATTEDRALE

La serata è iniziata con il corteo dei sacerdoti (una 70ina, oltre a una 20ina fra diaconi e accoliti) dal teatrino parrocchiale fino alla Concattedrale dove mons. Gian Carlo Perego ha presieduto la Solenne Concelebrazione prima dell’inizio della processione. Un’organizzazione complessa per un evento preparato nei minimi dettagli sotto la supervisione di don Giuliano Scotton aiutato in particolare da due giovani parrocchiani, Giulia Stella e Fabio Bellotti, che hanno anche fatto le due letture della Messa.

Messa che vedeva nelle prime file, oltre alle autorità militari (e due carabinieri in alta uniforme in rappresentanza davanti all’altare), il Comandante della Capitaneria di porto di Porto Garibaldi, l’Assessora di Comacchio Rosanna Cinti, la Sindaca di Goro Maria Brugnoli, rappresentanti di varie associazioni, come la Consulta Popolare San Camillo, “Insieme per l’infanzia” (che gestisce la Materna del Duomo), Conferenza femminile S. Vincenzo de Paoli, Unitalsi Comacchio, Unitalsi Ferrara, Azione Cattolica, Orsoline del Duomo e le sorelle dell’Opus Mariae Reginae della Parrocchia del Rosario. Il servizio liturgico è stato curato da un gruppo di ministranti del Duomo e da Carlo Leone e Aronne Feletti, accoliti della parrocchia. La Celebrazione ha visto i canti del Coro San Cassiano della Concattedrale e di alcuni coristi di altre parrocchie.

I tanti sacerdoti presenti sono stati distribuiti soprattutto nelle due cappelle laterali all’altare (davanti agli altari della Madonna del Buon Consiglio e di San Giuseppe).

LA PROCESSIONE E LE PREGHIERE

Dopo la Messa, al via il lungo corteo col Santissimo portato dall’Arcivescovo sotto il baldacchino sostenuto dagli Scout Europa – gruppo Comacchio 1 di Aula Regia. La processione, scandita dalle musiche della Banda di Cona, ha visto le letture dei testi ripresi dal Congresso Eucaristico di Matera dello scorso settembre, letti dai delegati diocesani che hanno partecipato al Congresso stesso.

Durante il corteo, che ha visto la presenza di numerosi drappi rossi alle finestre, ci sono state tre “fermate”, nelle quali mons. Perego ha impartito la benedizione: al mare e alle valli di Comacchio (dal ponte di San Pietro venendo da via Spina), alla città di Comacchio (dai Trepponti), e davanti al Municipio, luogo simbolo della comunità.

Ricordiamo che il corteo ha attraversato le vie Zappata, Spina, Trepponti, p.tta Barboncini, via Agatopisto, della Pescheria, Muratori, piazza V. Folegatti, p.tta U. Bassi, piazza XX Settembre.

Per l’occasione, è stato chiesto a ogni gruppo, associazione e movimenti presente nella nostra Arcidiocesi di scrivere un’intenzione di preghiera da leggere durante la processione.

Le intenzioni di preghiera sono state redatte per l’occasione da alcune associazioni e movimenti della nostra Arcidiocesi: Associazione “Suor M. Veronica del SS. Sacramento”, MASCI, AGESCI, Comunione e Liberazione, CVX SS. Pietro e Paolo. Fra le preghiere, quella per i giovani («perché con coraggio prendano in mano la loro vita, mirino alle cose più belle e più profonde e conservino sempre un cuore libero»), per i movimenti («possano crescere nell’amore a Cristo, nella fedeltà alla Chiesa, nella testimonianza di fede»), i governanti, per la Chiesa «popolo in cammino».

LE PAROLE DEL VESCOVO

La festa dell’8 giugno ha rappresentato anche la conclusione del cammino del Biennio Eucaristico nella nostra Diocesi, iniziato il 28 marzo 2021 con l’apertura dell’anno giubilare a S. Maria in Vado in occasione del 850° anniversario del miracolo eucaristico del Sangue prodigioso. Lo ha ricordato lo stesso mons. Perego nella sua omelia, nella quale così ha riflettuto: «La nostra vita vede troppe relazioni già segnate dalla fretta, dall’improvvisazione, dall’occasionalità. L’adorazione eucaristica ci ricorda che a tavola, in Chiesa con il Signore e con i fratelli e le sorelle siamo a casa, in famiglia. Regaliamoci questi incontri di adorazione. È stato un dono che questo biennio sia stato attraversato dalla pandemia – ha proseguito -, in cui anche la lontananza dall’Eucaristia in alcune occasioni ci ha ridato il gusto del pane di vita, aiutandoci a sentire ancora più presente il Signore e a soffrire la sua assenza. Ora continuiamo il nostro cammino sulle strade del mondo, nelle nostre città e nei nostri paesi in compagnia del Signore, facendo nostro l’invito dei primi cristiani: “senza la Domenica non possiamo vivere”, “senza l’Eucaristia non possiamo vivere”, in attesa della Domenica senza tramonto, della vita eterna».

«L’Eucaristia è un dono, un dono da non sprecare», ha detto in un altro passaggio. «Troppe volte l’abitudine di accostarci all’Eucaristia non ci aiuta a coglierne l’importanza “per la vita del mondo”. Il mondo ha fame. Non manca solo il pane sulla tavola a tante persone, ma manca anche la consapevolezza del dono del pane di Vita.  L’Eucaristia è pane di vita».

«L’Eucaristia – sono state ancora sue parole – non è un dono esclusivo, ma per tutti, per tutti coloro che desiderano incontrarlo, ma anche per tutti coloro che restano lontani. Nella processione eucaristica ricordiamo questo desiderio del Signore di incontrare tutti. L’Eucaristia educa la Chiesa e noi cristiani ad essere veramente “cattolici”, cioè capaci di essere aperti a tutti. L’Eucaristia è una porta aperta sul mondo».

Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” del 16 giugno 2023

La Voce di Ferrara-Comacchio