Cattedrale, racconto di una giornata indimenticabile

27 Mar
Foto Sergio Isler

Circa 1200 persone si sono ritrovate sabato 23 marzo per la storica riapertura. Un grande evento di popolo che vi raccontiamo nei dettagli, con le voci e i volti dei presenti e di alcuni dei protagonisti

Lo scorso 23 marzo, Michele aveva appena 8 giorni di vita. Nato venerdì 15, è di sicuro il più giovane partecipante alla storica riapertura della Cattedrale di Ferrara. I suoi genitori gli racconteranno della sua prima Messa nel Duomo riaperto, nella difficoltà a farsi strada fra quelle persone piene di gioia e curiosità. Michele è il simbolo della nostra Cattedrale, di cui ognuno si prende cura, per cui ognuno ha uno sguardo amorevole, colmo di speranza.

Sabato 23 marzo a Ferrara per lo storico evento erano previste 500 persone oltre ai 192 coristi e ai 50 sacerdoti e diaconi. Invece, di soli fedeli, ne sono arrivati circa 1200, la stragrande maggioranza dei quali in Duomo, gli altri all’esterno a seguire sul maxischermo. Necessari, quindi, sono risultati anche i quattro piccoli schermi all’interno, sulla navata destra, per le persone in fondo e per chi, coperto dai pilastri, non poteva vedere o non vedere bene il presbiterio.

All’apertura dell’edificio alle 17, numerose persone erano già sul sagrato in fremente attesa. Ad accoglierli una Cattedrale luminosa e tirata a lucido, con i pannelli della mostra “Il cantiere della Cattedrale”, precedentemente disposti ai lati della navata centrale, ora tutti tra la navata centrale e quella di sinistra, chiusa quasi integralmente per il cantiere. L’area cantierata sul sagrato, nei giorni precedenti il 23 è stata ricoperta da pannelli dedicati ai “Tesori nella pietra” (il nome del documentario dedicato ai capitelli riscoperti), col rosso della stessa mostra all’interno, a voler indicare una continuità con questa. Di nuovo, sono state riempite le acquasantiere e ricollocati, dai pilastri della navata destra, quasi tutti i confessionali. Impeccabile il servizio d’ordine, con 27 volontari di Comunione e Liberazione e 15 scout di AGESCI (l’intero Consiglio di Zona) e MASCI. Un libretto per seguire la liturgia, e ricco di immagini, è stato realizzato dall’UCS diocesano. Presenti diverse autorità: oltre al Sindaco di Ferrara e ad alcuni della Provincia, il Prefetto Massimo Marchesiello, il Questore Salvatore Calabrese, il presidente della Provincia Gianni Michele Padovani, l’ex Ministro Patrizio Bianchi, l’ex Soprintendente ai Beni Culturali Carla Di Francesco, l’Assessore regionale al Bilancio Paolo Calvano, vari rappresentanti delle Forze dell’ordine.

LA CERIMONIA

La cerimonia – trasmessa anche in diretta sul canale You Tube dell’UCS diocesano, dov’è rimasta la registrazione – è iniziata con la liturgia per la Domenica delle Palme nel cortile dell’Arcivescovado, già animato ben prima delle 17.30, ora di inizio. Tanti i giovani e i giovanissimi con le palme in mano (fra cui 25 provenienti da Comacchio e guidati da don Giuliano Scotton), e tante le persone con i rami di ulivo, la cui distribuzione è stata (anche il giorno successivo) a cura dell’Unitalsi diocesana, presente il 23 con una 50 di volontari fra cui una 15ina di Hospitalier di Lourdes. E allora si parte: ammonizione del Vescovo, Orazione e Benedizione sui rami d’ulivo, ascolto del Vangelo, avvio della Processione. Un corteo, questo, simbolo di ciò che è la Chiesa: corpo vivo e in cammino dentro la città e, al tempo stesso, segno visibile di luce distinto dal mondo.

Giunti in una Cattedrale già gremita (con, sulla porta d’ingresso, due poliziotti in alta uniforme), dopo l’orazione Colletta, la lettura della Passione di Marco (capp. 14 e 15). Lettura a tre voci, questa, con il diacono seminarista Vito Milella a prestare la voce al Cristo, Villi Demaldè come cronista, Cristina Scarletti e Alberto Natali per la folla e i vari personaggi. Le letture, invece, sono state a cura di Rinnovamento nello Spirito, con Patrizia Mazzoni e Alessandro Brandani. Dopo l’omelia dell’Arcivescovo e la Professione di fede con il Simbolo degli Apostoli, alcuni rappresentanti di AC e Scout hanno portato all’altare i doni per il sacrificio eucaristico. Al termine, la processione verso l’Altare della Madonna delle Grazie, patrona dell’Arcidiocesi e della città. Prima, i ringraziamenti da parte dell’Arciprete mons. Massimo Manservigi.

IL RITORNO DEI CAMPANARI

La giornata del 23 marzo ha rappresentato anche una gioia per le orecchie di tutti i ferraresi: le campane del Duomo, infatti, sono tornate a suonare a festa fin dalle ore 16, e lo stesso durante la Domenica delle Palme, e di nuovo il giorno di Pasqua. I Campanari Ferraresi guidati da Giovanni Vecchi e Francesco Buttino hanno dovuto, però, suonare solo a scampanio (non a distesa o doppio), per motivi di sicurezza, visti i lavori ancora in corso sulla struttura. Ci tengono a ringraziare, per questa opportunità, mons. Zanella, a capo dell’Ufficio Tecnico diocesano.

TESTIMONIANZE

Il 23 erano presenti anche diversi fedeli della comunità ucraina di Ferrara. «Poco prima della chiusura del Duomo nel 2019 – ci racconta la loro guida don Vasyl Verbitskyy -, ho festeggiato il Natale del 2018 in Duomo, celebrando assieme a mons. Perego. In questi cinque anni mi è mancato non poter celebrare più qui». Tanti fedeli ucraini, a Ferrara sono arrivati, profughi, dopo l’invasione russa del 2022: per loro, quindi, quella del 23, è stata la prima Messa nella nostra Cattedrale. Lo stesso si può dire per le ragazze della comunità di Shalom di stanza a S.Giorgio fuori le Mura, visibilmente emozionate per lo storico evento.

Angela, invece, di ricordi qui ne ha tanti, come la Giornata annuale per il tesseramento di AC l’8 dicembre, mentre Sergio ha memoria di quando, bambino, qui faceva il chierichetto. Enrichetta, poi, ci racconta degli ingressi dei nuovi Vescovi e dell’indimenticabile visita di papa Giovanni Paolo II. 

E a proposito di memoria, chi non ha un caro ricordo di mons. Andrea Turazzi, Vescovo dimissionario di San Marino-Montefeltro ed ex parroco del Corpus Domini e della Sacra Famiglia, presente e concelebrante in questo storico giorno…; o di padre Giovanni Di Maria, ex parroco francescano di Santo Spirito, che non ha voluto mancare a questo appuntamento così importante.

GUARDIAMO AL FUTURO

Il giorno dopo, il 24 marzo, Domenica delle Palme, alcune migliaia di persone sono entrate in Duomo fin dalle prime ore: alle 8, la prima S. Messa è stata presieduta da mons. Antonio Bentivoglio. Le altre, da mons. Ivano Casaroli (ore 10), don Giovanni Pertile (ore 11.30, in servizio anche nella vicina chiesa del Suffragio), mons. Renzo Benati (ore 17.30), don Marcello Gianoli (ore 19). Così sarà ogni domenica. 

Il futuro, dunque, è iniziato, lo sguardo è rivolto all’avvenire. Come quello dei genitori del piccolo Michele, con cui abbiamo aperto questo articolo. Ora c’è solo il futuro nel Signore, l’attesa e la costruzione, ogni giorno, del bene per il piccolo Michele, per il nostro grande Duomo, per ogni donna e uomo della nostra comunità.

Andrea Musacci

Pubblicato sulla “Voce” del 29 marzo 2024

La Voce di Ferrara-Comacchio

Lascia un commento