
Gabriel, Lucas, Jacylyane e Gracieli vengono da Parauapebas e rimarranno a Pilastri e Burana fino al 30 novembre, ospiti di don Roberto Sibani, dal 1995 legato al Brasile. Li abbiamo incontrati per farci raccontare le loro storie e cosa li ha spinti a intraprendere un’esperienza così importante
di Andrea Musacci
Dopo 5 anni, le comunità di Burana e Pilastri nel bondenese tornano ad accogliere alcuni giovani missionari brasiliani: Gabriel, Lucas, Jacylyane e Gracieli sono arrivati il 6 settembre da Parauapebas e rimarranno fino al prossimo 30 novembre, ospiti di don Roberto Sibani, instancabile promotore e organizzatore del progetto solidale “Cammino di Fraternità”. Progetto iniziato nell’agosto del 2008 con l’accordo tra il Vescovo di Marabá dom José Foralosso e l’allora Arcivescovo di Ferrara-Comacchio mons. Paolo Rabitti per una presenza missionaria nel Vicariato Beato Giovanni Tavelli. Per i primi quattro anni, la presenza di tre missionari è stata di 12 mesi, ma poi, per motivi burocratici, il periodo è stato ridotto a 90 giorni. I giovani missionari, però, col tempo sono diventati quattro (nel 2019 furono Elayne, Rosinha, Thainan e Renato). Don Sibani dal 1995 si reca ogni estate a Parauapebas (esclusi gli anni del Covid, dal 2020 al 2022). Abbiamo incontrato i quattro ragazzi presenti ora in Diocesi per farci raccontare il loro cammino di fede e il primo impatto con la realtà italiana.
Gabriel Morais, 32 anni, single (come anche gli altri tre), è un Agente Comunitario di Salute a Parauapebas. «In Brasile, sono attivo nella chiesa di Sant’Antonio della Parrocchia della Madonna del Perpetuo Soccorso, dove svolgo il servizio nel gruppo di canto suonando la chitarra nelle Messe e partecipando a un gruppo teatrale. Fin da piccolo – prosegue – facevo parte di un coro, poi ho iniziato a suonare la chitarra e a partecipare a un gruppo di giovani in parrocchia. Nel 2011 ho iniziato a seguire le lezioni di italiano grazie ai missionari che erano già stati qui in Italia. Anche da questa esperienza, è nato in me il desiderio di essere missionario nella vostra Diocesi». Per Gabriel è la seconda esperienza di questo tipo nel bondenese, essendo già venuto nel 2017 con Agda, Lorenna e Willyan. «È un’esperienza davvero bella – ci spiega – e mi aspetto sia anche diversa rispetto alla precedente. Non pensavo di poter tornare qui in Italia, le famiglie di Burana e Pilastri ci accolgono con gioia, si prendono cura di noi. E anche noi cercheremo di prenderci cura di loro».
Lucas Reis, 27 anni, è insegnante (lavora soprattutto con bambini autistici) e ballerino. All’età di 10 anni, ha subìto la morte del padre. Oltre che in parrocchia, è attivo nel Movimento “Pastorale Giovanile”, in cui giovani evangelizzano altri giovani, soprattutto del popolo. «Qui in Italia – ci spiega – ci sono pochi bimbi e giovani rispetto al Brasile, dove partecipano anche molto alla vita della Chiesa. Spero che questa esperienza missionaria sia per me trasformativa, che rinnovi la mia fede, che mi smuova dalle mie comodità e mi faccia vedere la realtà, anche quando tornerò in Brasile, con occhi diversi». Insomma, «che mi faccia diventare una persona migliore, più umile ed empatica, per poi tornare a casa con una fede e una carità moltiplicate. Dopo la morte di mio padre – prosegue Lucas -, Dio è sempre stato al mio fianco, soprattutto quando non pensavo di farcela. Ho fede e speranza che lo rincontrerò».
Jacylyane Costa, 32 anni, lavora in un Laboratorio Ambientale come Analista di laboratorio. È attiva sia nella parrocchia (soprattutto attraverso la musica) sia nella Comunità “Buon Gesù di Nazaret”, facendo parte di “Rinnovamento nello Spirito”. «I miei genitori – ci racconta – sono stati molto importanti per la mia fede, fin da quando ero bambina. Da adolescente ho sentito nel mio cuore un forte desiderio di evangelizzare nel mio Paese: vedendo altri missionari in azione, desideravo essere missionaria lì, fra la mia gente. Ma avevo un po’ paura…e ora, addirittura, sono missionaria in Italia! È un sogno di Dio, un Suo desiderio, non solo mio». Nonostante le difficoltà con la lingua italiana, tiene a dirci: «è meraviglioso essere qui…Dio ha scelto noi per questa missione, la nostra esperienza qui è un Suo progetto. Di sicuro questi tre mesi rinnoveranno il mio cammino di fede, per rafforzarla».
Gracieli Costa, 30 anni, sorella di Jacylyane, è laureata in pedagogia e insegna ai bambini nella scuola pubblica. Anche lei fa parte della Comunità “Buon Gesù di Nazaret” e inoltre da 9 anni è Ministra Straordinaria della Parola e dell’Eucaristia. «Ci sentiamo davvero accolti qui», ci racconta. «La prima domenica, siamo stati subito invitati a pranzo da una famiglia di Pilastri». «D’ora in poi – aggiunge don Sibani – le famiglie faranno a gara per invitarli, ne son sicuro…». Un modo, questo, anche per fare compagnia a persone sole, anziani, vedove che magari per l’occasione inviteranno anche i propri figli, «ricreando così alcuni legami, un senso di comunità». E a proposito di anziani, due sabati fa i quattro missionari han fatto visita agli ospiti della Casa di riposo di Gavello. «Da piccola ero molto malata – prosegue Gracieli con commozione – ma la Madonna si è presa cura di me. Poi ho iniziato a prestare servizio nella liturgia, nella catechesi e nel gruppo di “Rinnovamento nello Spirito”. A Parauapebas sono anche guardia del gruppo “Nostra Signora di Nazareth”. In Gesù – prosegue – trovo la mia forza, in particolare quando sono in difficoltà. Non è facile essere lontani dalle nostre famiglie, dai nostri affetti ma sappiamo che Dio guarda e protegge ognuno di noi, che ci è sempre vicino. Lascio che il mio cuore bruci, per essere strumento di grazia nella vita di ogni persona, uscendo dalla zona di confort per vivere il primo comandamento, “amare Dio e il prossimo”».
Pubblicato sulla “Voce” del 20 settembre 2024
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