
André e Victor sono i due nuovi missionari brasiliani di Shalom presenti a Ferrara. Li abbiamo incontrati per farci raccontare la loro esperienza di fede e la loro missione
Nell’estate del 2023 a Ferrara si sono trasferite cinque missionarie della Comunità Shalom, nata in Brasile nel 1982 e presente in diversi Paesi europei e non. Aline Teixeira, Sara Ponzo, Chiara Rondoletti (attuale Responsabile Comunità Shalom di Ferrara), Sheisse Góes e Rayana Soares hanno iniziato fin da subito a collaborare con la Pastorale Universitaria e Giovanile diocesana e con don Giovanni Polezzo, neo Rettore di San Giorgio fuori le Mura, per animare la vita del Santuario diocesano. Nel tempo, sono riuscite a creare un gruppo di giovani e uno di adulti che regolarmente si ritrova nell’antica Basilica fuori le Mura per serate di lode e convivialità.
Recentemente Sheisse e Aline sono tornate in Brasile, mentre le altre tre sono state raggiunte a San Giorgio da altri due giovani missionari brasiliani di Shalom:André Filipe e Victor Amorim, arrivati il primo lo scorso maggio, il secondo lo scorso marzo.
Li abbiamo incontrati per farci raccontare il loro cammino di fede.
CHI È ANDRÉ FILIPE
Originario di Recife, 28 anni,André (nella foto, a dx) a 16 anni vive la prima esperienza personale col Signore durante un incontro di “Rinnovamento Carismatico”. Da qui inizia un cammino di fede che lo porta a Shalom: «capii che questo è il mio posto», ci spiega. Dopo un percorso vocazionale, arriva a Fortaleza dove per 5 anni è impegnato nell’ambito della comunicazione (anche come filmmaker) per la sede centrale di Shalom e altri 2 nella “Scuola di evangelizzazione”.Quest’ultima esperienza, in particolare, sarà per lui fondamentale:«a due a due andavamo dal lunedì al venerdì a evangelizzare porta a porta, mentre nel fine settimana nelle piazze e in altri luoghi pubblici. Portavamo Gesù e la Sua Chiesa alle persone, non aspettavamo che fossero loro a venire da noi». Gli chiediamo quale forme di evangelizzazione stanno sperimentando a Ferrara: «qui come Shalom innanzitutto abbiamo cercato di formare un piccolo gruppo di persone», giovani e adulti. Uno degli obiettivi sarà, ad esempio, quello di aprire un luogo per gli universitari, ad esempio un’aula studio. Nel frattempo, però, «soprattutto noi due maschi che siamo qui da meno tempo, dobbiamo conoscere meglio la città e le persone che la vivono, residenti e studenti fuori sede». Per questo, «a volte la sera tutti e cinque andiamo assieme in centro o lungo la nuova Darsena, e continueremo a fare così per tutto l’anno accademico».
CHI È VICTOR AMORIM
Nato e cresciuto a Fortaleza, 30 anni, al Festival musicale cattolico “Halleluya” (che in cinque giorni proprio a Fortaleza riunisce 1 milione di persone) Victor (nella foto, a sx) ha avuto la sua prima vera esperienza di fede. Nel 2012 un ritiro spirituale nella sua parrocchia gli fa comprendere «che non era sufficiente partecipare alla Messa domenicale».Da qui «ho iniziato a sentire il bisogno di qualcosa di più profondo»: inizia a frequentare gruppi di preghiera, gruppi di giovani, a prestare servizio in parrocchia. Nel ’14 con Shalom partecipa a un “Seminario di vita nuova” e due anni dopo vive l’anno vocazionale per poi entrare nella “Comunità di vita” di Shalom. Vivrà poi per due anni e mezzo a Budapest in missione. Ora qui a Ferrara è l’economo della Comunità Shalom, mentre André si occupa della comunicazione e delle uscite per l’evangelizzazione, Rayana della formazione e della vita del Santuario (insieme a don Polezzo), e Sara dell’ambito musicale e delle relazioni con i benefattori, importanti per il loro sostentamento.
VIVERE PER GLI ALTRI
Chiediamo quindi ai due di raccontarci alcuni incontri con i giovani di Ferrara. André ci racconta di Dario, un ragazzo conosciuto al Mammut o dell’amicizia nata, anch’essa in modo spontaneo, con alcuni studenti di Medicina al Parco Pareschi. «Prima ci presentiamo, come semplici amici. Poi, se vogliono, parliamo loro di Gesù». È forse l’aspetto più bello della loro esperienza missionaria: «saremmo potuti rimanere tranquilli nelle nostre parrocchie – ci spiegano – ma abbiamo sentito il desiderio di andare a cercare altre persone per far conoscere loro Cristo». «Non c’è un senso razionale, logico in quel che facciamo – prosegue André – non si può, cioè, spiegare del tutto. È l’Amore di Dio. Punto». Quel che gli fa uscire da sè e scegliere di dedicare la propria vita agli altri, contro la logica individualista che – oggi ancor di più – domina nel mondo.
Andrea Musacci
Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” del 4 ottobre 2024
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