Archivio | 11:00

«Le migrazioni sfidano le nostre società»

28 Nov

L’intervento di Laura Zanfrini (Università Cattolica) a Casa Cini

Il moderno principio di cittadinanza, che si realizza concretamente  nell’uguaglianza fra le persone, nel rispetto della pari dignità di ognuno, col conseguente aumento dei diritti civili e sociali, è sfidato dalle migrazioni di massa del nostro tempo. Su questo ha riflettuto lo scorso 21 novembre Laura Zanfrini, professoressa ordinaria di Sociologia delle migrazioni e della convivenza interetnica all’Università Cattolica di Milano, intervenendo a Casa Cini per la “Scuola diocesana di teologia per laici” sul tema “Cambiare rotta verso l’accoglienza”.

«Le società moderne, legate a quel concetto di cittadinanza, si pensavano come chiuse, delimitate da confini nazionali e di conseguenza omogenee sotto il profilo  culturale, etnico e religioso», ha riflettuto la relatrice. Di conseguenza, ancora oggi gli immigrati «in quanto stranieri» spesso vengono percepiti come «potenziali nemici». Inoltre, la maggior parte delle volte sono «poveri» e quindi «percepiti come “competitori”» in quanto «consumatori illegittimi di welfare», del “nostro” welfare. Ragionando così, però, si scade in una «concezione darwinista dell’appartenenza sociale», dando vita a «una società che produce scarti umani». Spesso – per Zanfrini – anche «chi difende l’immigrazione sbaglia, quindi, quando usa argomentazioni economicistiche del tipo “gli immigrati ci servono per certi lavori” o “gli immigrati ci pagheranno le pensioni”». Dobbiamo accogliere chi ha bisogno «perché è giusto in sé, anche se nell’immediato non è utile». E iniziare seriamente a ragionare sul tema della «partecipazione, coinvolgendo le persone immigrate a livello civile e politico». Oltre alla nostra concezione dei confini e di omogeneità, le migrazioni mettono in discussione «la nostra idea di stanzialità. Ma sono le nostre stesse vite a essere sempre più transnazionali», ha aggiunto la relatrice, che ha giustamente accennato al fatto che in ambito sanitario-assistenziale – ma il discorso si potrebbe allargare – «l’immigrazione di donne e uomini nei Paesi ricchi per essere impiegate come oss, badanti o colf impoverisce, e di molto, i loro Paesi di origine» di professionalità fondamentali. Dovremmo, quindi, «esportare i nostri sistemi di welfare, non solo i nostri sistemi produttivi».

Un altro aspetto molto delicato dell’immigrazione è quello della «diversità quando mette in dubbio, o rischia di mettere in dubbio, il principio di uguaglianza davanti alla legge». Si pensi alla sharia islamica, che spesso contrasta con gli ordinamenti dei Paesi europei. Infine, ma non meno importante, la migrazione «sfida la Chiesa, mettendo in dubbio la nostra idea di Chiesa nazionale, tradizionale e l’idea stessa di laicità, cioè il ruolo della religione nello spazio pubblico». Temi complessi sui quali è sempre necessario un di più di discernimento all’interno delle nostre comunità ecclesiali.

Andrea Musacci

Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” del 29 novembre 2024

Abbònati qui!