Gian Pietro Testa pittore “sacro”: il Cristo e l’amicizia con Baratella

6 Dic
Foto Giorgia Mazzotti

Gian Pietro Testa, morto nel gennaio 2023, oltre che giornalista affermato e scrittore originale, coltivava anche una passione per la pittura. Giorgia Mazzotti ci parla dei suoi soggetti cristici e della sua profonda e antica amicizia con Baratella

Appena due mesi prima dell’amico  Paolo Baratella (e due settimane prima di Gianfranco Goberti), il 7 gennaio 2023 moriva il giornalista e scrittore ferrarese Gian Pietro Testa. In occasione dei 90 anni dalla nascita (il 24 settembre 1936) nella sua città gli viene dedicata una mostra, Far luce nel buio: Gian Pietro Testa tra giornalismo d’inchiesta, poesia e arte. A Palazzo Turchi di Bagno (corso Ercole I D’Este, 32), fino all’8 dicembre sono esposti alcuni suoi dipinti oltre a foto e documenti che delineano la sua figura eclettica di giornalista, scrittore e pittore.

La mostra è stata inaugurata il 24 novembre, il 29 ha visto un incontro di presentazione ed è visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 18 (festivi inclusi) a ingresso gratuito. La mostra è a cura di Giorgia Mazzotti e vede testi critici di Ada Patrizia Fiorillo, Francesco Franchella, Marco Luca Pedroni, Alessandro Zangara. 

La stessa Mazzotti aveva curato la mostra Gian Pietro testa, il giornalista che amava dipingere, esposta nel marzo 2024 all’Idearte Gallery di Ferrara.

IL TEMA CRISTICO

Ci soffermeremo proprio sul Testa pittore e in particolare su alcune delle sue opere con riferimenti cristici. Innanzitutto, come scrive Lucio Scardino nel catalogo della mostra del 2024 (nella quale compare anche l’opera Pannello con volti di prelati), come pittore Testa «fu allievo negli anni ’50 di Edgardo Rossaro (che gli ha insegnato il disegno e a impastare i colori sulla tavolozza)». Rossaro (Vercelli 1882-Rapallo 1972) è un amico del padre nelle vacanze estive in Liguria. «È interessante – ci spiega Mazzotti – come fra le sue opere abbiamo trovato tre immagini di Cristo da lui dipinte, oltre a immagini di povertà, come il ritratto intitolato Miseria». Uno dei due soggetti cristici è presente in mostra (tecnica mista su pannello, cm 102×66,5). Le altre due sono una crocifissione con Cristo e i due «malfattori» e il Crocifisso inedito.

Il Cristo di Testa inedito

L’INEDITO: Quel suo Cristo trovato sopra il letto

Giorgia Mazzotti a La Voce racconta per la prima volta un aneddoto sul legame di Testa con la figura di Cristo: «lo scorso 15 novembre ho compiuto un sopralluogo  nella sua abitazione di via Carlo Mayr a Ferrara, per il recupero di alcune opere da esporre, su autorizzazione del figlio Enrico e  con la collaborazione del nipote Paolo Sandali. Eravamo increduli alla vista di questo Cristo che teneva affisso sopra al suo letto e che – data la firma sul retro (pure dipinto) – è sempre suo…». 

«Si capisce che Testa venne toccato in particolare dal tema dell’uomo e del suo dolore», scrive Mazzotti. «Una sensibilità acuita probabilmente dallo strazio e dalla visione di morti atroci di cui si è ritrovato testimone come giornalista a seguito delle stragi che raccontò e indagò tra il 1969 e il 1980. L’uomo che prende quella sofferenza su di sé è incarnato nella figura per eccellenza di colui che si carica dei peccati del mondo. Così Cristo nei suoi dipinti – pur di uomo laico e lontano da ogni credo – diventa una figura umanissima e sofferente, che assume in sé il male altrui. Una tematica condivisa con l’amico fraterno Paolo Baratella, artista affermato e in tante occasioni alle prese con i temi della cristianità».

L’AMICO BARATELLA

Come riporta sempre Mazzotti nel sopracitato volume del 2024, «all’indomani della morte di Gian Pietro, sulla sua pagina social, Baratella ricorda: “Dire che Gian Pietro Testa è stato per me un fratello non è sufficiente, è stato qualcosa di più, sembrava che i nostri pensieri fossero gemelli, ogni giorno a Milano confrontavamo le nostre opinioni sulla politica, sull’arte e sulla attualità e su ogni cosa che ci veniva in mente per farci sghignazzare sulla vita alla quale davamo un valore relativo(…). Ora è corso via in uno spazio infinito stanco di sentire uomini che non dicono la verità (…)”».

E in casa sua, Testa, «ben in vista nel salotto-studio, teneva il bozzetto preparatorio tracciato a matita proprio dal suo caro amico Baratella in preparazione dell’affresco della sagrestia del Duomo» (cm 33×48), con la figura di Cristo in croce e la dedica sul fronte “A Elettra e Gian Pietro con amore”. Elettra era Elettra Testi, scrittrice e moglie di Testa, morta nel 2022. Significativo che abbia scelto anche un particolare dell’affresco della Sacrestia di Baratella per la copertina di uno dei suoi libri, Il vestito di Taffetà (Este Edition, 2018). E in mostra a Turchi di Bagno è presente anche un ritratto di Testa realizzato da Baratella, un disegno a penna su carta, cm 15,6×21.

Andrea Musacci

Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” del 5 dicembre 2025

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