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Capatti artista liberty originale

8 Nov

Mostra a Vigarano e catalogo per l’artista che decorò anche il Poggetto

“Bozzetti Liberty a Vigarano” è il titolo della mostra, a cura di Lucio Scardino, esposta dal 30 novembre all’8 dicembre nella “Casa della Musica e delle Arti” di Vigarano Pieve (via Mantova, 111), e realizzata grazie al Comune di Vigarano in collaborazione con il locale Fotoclub. Legato alla mostra, vi è il catalogo “Ildebrando Capatti pittore e decoratore del Novecento ferrarese (Ferrara, 1878-Vigarano Mainarda, 1959)” (foto in alto: l’immagine di copertina)

In parete, scrive Scardino nel volume, «la serie di schizzi e bozzetti ad acquerello» provenienti «da una cartella un tempo conservata dalla figlia Zagomilla» forse degli anni Dieci-Venti: «non a caso un paio di essi sono siglati G. M.», ovvero la firma di Giulio Medini (1872-1954), guida indiscussa per Capatti. «Un altro foglio (monocromo studio decorativo del 1907, con belle figure di pavoni) è invece firmato dal misconosciuto Zaffagnini, classe 1885». Altre due opere sono ascrivibili a Carlo Parmeggiani. «I fiori sono i protagonisti assoluti dei bozzetti in varie declinazioni sia botaniche che stilistiche – prosegue Scardino -, in chiave naturalista o stilizzata libertynamente ma compaiono altresì figure danzanti e giovani pifferai, cariatidi e grifoni, ventagli e strumenti musicali, mentre un’opera forse si riferisce ad un concorso di carattere decorativo, presumibilmente per il Castello di Ferrara: gli ambienti della ex Prefettura in effetti vennero affrescati negli anni ’30 da Augusto Pagliarini». «In genere – scrive il curatore -, lo stile adottato in questi deliziosi bozzetti è lo stile liberty», ma non mancano «richiami alle grottesche cinquecentesche dei Filippi, al Manierismo carraccesco, a Barocco e Rococò (…) e ad un classicismo ottocentesco filtrato da ricordi dell’età umbertina».

Oltre a lavori per committenti privati (ad es. per le decorazioni della chiesa di Pescara vicino Ferrara), Capatti lavorò anche per il pubblico: «per ornati nell’aeroporto “Allasia”, fuori Porta Reno, per l’isolato della vecchia sede delle Poste, sempre in Giovecca (angolo Teatini), per la chiesetta del Poggetto a Sant’Egidio, per la sala d’aspetto della stazione ferroviaria». Riguardo al Poggetto, Capatti tra le due guerre decorò l’area absidale con litanie mariane, decorazioni in parte distrutte dai bombardamenti del ’45 e in parte coperte nel post Concilio. Capatti negli anni ’20-’40 continuò anche ad esporre come pittore nelle mostre sindacali fasciste allestite in Castello e altrove, «anche se quel che è forse il suo capolavoro resta nell’ex palazzo Todeschi, sede dal 1919 (e per pochissimi anni) della Camera del Lavoro di Ferrara: la laboriosa decorazione intitolata “L’Internazionale” e “Il Sol dell’avvenire”, eseguita assieme a Leone Caravita». Alla sua Vigarano, invece, donò un paio di quadri ispirati alle miserie degli abitanti del Delta padano, mentre la figlia allo stesso Comune regalò “Sulla tomba del compagno”, forse del 1919.

Andrea Musacci

Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” dell’8 novembre 2024

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