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Artisti ferraresi dietro le quinte: da Melli a Berselli

30 Gen

Gli artisti Roberto Melli, Severo Pozzati e Laerte Milani, oltre alla costumista Adriana Berselli nel libro di Scardino “Cinema Pittura Ferrara”

«I film dovranno diventare disegni viventi», profetizzava un secolo fa Hermann Warm, scenografo de “Il gabinetto del dottor Caligari”. Tecnici, artigiani, scenografi, costumisti. E ancora: attrezzisti, tappezzieri, falegnami, stuccatori, fabbri e sarte. Dietro un film effettivamente vi è un mondo variegato di professionisti spesso poco considerati ma in realtà fondamentali per la realizzazione dell’opera. Un concerto di creatività che fa essere un film qualcosa di infinitamente più complesso e affascinante di una mera sequenza di riprese. 

Lo ricorda Lucio Scardino, critico e storico dell’arte, nel suo libro da poco edito “Cinema Pittura Ferrara. Quattro artisti ferraresi prestati alla Settima Arte” (Ed. La Carmelina, 2022).

L’autore si sofferma in particolare su quattro creativi del nostro territorio che hanno tentato, con alterne fortune, di realizzarsi anche nell’ambito cinematografico. Parliamo di Roberto Melli (1885-1958), Severo Pozzati (1895-1983), Laerte Milani (1913-1987) e Adriana Berselli (1928-2018).

Un crescendo, temporalmente parlando, di riconosciuta fama: si parte con Melli, pittore e scultore che riscosse ben poco successo nel suo tentativo: fu direttore artistico della San Marco Film, sceneggiatore e scenografo de “La piccola fioraia”, co-regista de “La cugina d’Alcantara” e “La casa dei libri”, regista de “Il fiore del destino”. 

Poi, Pozzati, detto Sepo, artista comacchiese, che collaborò con la Felsina Film, prima come insegnante nella scuola per attori e tecnici, poi realizzando alcune scenografie. Successivamente, firmò soggetto e regia di “Fantasia bianca”, film ben presto dimenticato.

Sicuramente più successo ebbe lo scultore Milani, originario di Mezzogoro: dagli anni ’40 realizzò prima documentari scientifici per il GUF (Gruppo Universitario Fascista) ferrarese, poi, con altri (grazie allo “Studio Milani” o “Pubblicine”), alcuni shorts, cortometraggi pubblicitari d’animazione proiettati nei cinema locali prima dei film, e una pellicola animata, “Destinazione errata”. In seguito, si concentrò su cartoons, scenografie, fondali e disegni animati.

Infine, la vera “diva” del quartetto: Berselli, costumista, nata nell’ospedale dei bambini di via Savonarola, considerata – da un articolo di “Repubblica” – «regina dei costumi del cinema italiano degli anni Sessanta e Settanta». Lavorò tra l’altro per “La voce del silenzio” di Georg Wilhem Pabst, “L’avventura” di Antonioni (foto), altre pellicole con Virna Lisi, Peter Seller, Sylva Koscina, Michel Piccoli, o dirette ad esempio da Roman Polanski e Carlo Lizzani. 

Modi diversi, dunque, di tentare di dare il proprio contributo alla Settima Arte. In ogni caso, un tassello importante di ricerca di un ambito ben poco noto del legame tra Ferrara e il cinema.

Andrea Musacci

Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 3 febbraio 2023

La Voce di Ferrara-Comacchio

La natura trasfigurata nelle opere di Daniele Cestari

10 Giu

img_20190604_180245.jpgPaesaggi spettrali, incantati, composizioni di macchie dove una luce flebile, malata, spegne i contorni. Di estremo interesse l’ultima mostra personale del pittore Daniele Cestari, visitabile a Ferrara nella Sala Mediolanum in via Saraceno, 18/24 fino al 21 giugno. “Altri paesaggi” è il titolo del progetto espositivo dove atmosfere rarefatte convivono, come scrive il curatore Lucio Scardino nel catalogo, con strati di “fogli lacerati, spartiti musicali, registri contabili, frontespizi di vecchi libri, appunti manoscritti con bella calligrafia”. In parete è possibile ammirare ambienti naturali onirici, come evaporanti, che sembrano perdere la propria consistenza per divenire rappresentazione di un’inquietudine recondita. O le montagne, che ricordano quelle “incantate” di Michelangelo Antonioni nella propria metafisicità. Un’intuizione riuscita, dunque, quella di Cestari, capace di donare un’aura malinconica alle opere. Una malinconia, però, essa stessa indefinita, non mirata a un oggetto particolare, fonte di una vaga nostalgia, che avvolge in un senso di tedio e spaesamento profondi, difficilmente vincibili. Infine, un terzo “blocco” di tele – oltre a quello delle pianure e delle montagne – è rappresentato da alcuni monumenti della città di Ferrara (omaggiata anche con un’opera dedicata a San Giorgio e il drago): porte e portoni antichi, simboli arcani, inviti misteriosi ad accedere non in un luogo ma in una dimensione altra.

Andrea Musacci

Pubblicato su “la Voce di Ferrara-Comacchio” del 14 giugno 2019

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“L’ingegno di Eva” in mostra a Fabula

7 Mar

3398_b09f404a4fe16a958f4a66b7c616fa3aIl genio artistico delle donne protagonista nella nostra città. Venerdì 8 marzo alle 18 inaugura la nuova collettiva nella galleria “Fabula Fine Art” di via del Podestà, 11. “L’ingegno di Eva” è il nome del progetto curato da Lucio Scardino che vede esposte opere di dieci donne dal 1912 fino al 2019: Giovanna Baruffaldi, Adriana Bisi Fabbri, Nedda Bonini, Maria Chailly, Leonor Fini, Laura Govoni, Beryl Hight, Mimì Quilici Buzzacchi, Ada Santini, Priscilla Sclavi.

Scardino, da cosa sono accomunate queste dieci donne?
Dall’abilità nel fare arte, nell’arco di un secolo, usando le tecniche più disparate, dal disegno all’arazzo, dall’olio all’installazione plastica.

Il loro essere artiste in che modo rappresenta la volontà di autodeterminazione femminile?
Ad esempio neò rapporto con i mariti, spesso critici d’arte, come Giannetto Bisi, Nello Quilici o Andreotti che ne hanno seguito e condiviso le ricerche.
Poi, ad esempio, c’è il caso della zitella Chailly, la quale si sentiva un po’ soffocata a Ferrara, e andava a insegnare disegno in un istituto religioso del Cairo…

Questa mostra rappresenta un pezzo di storia delle donne nel ‘900, fino ad oggi?
Sì, certamente, partendo dalla grafica caricaturale di Adriana Bisi Fabbri di un secolo fa, in linea con le ricerche del grande cugino Umberto Boccioni, per giungere alle installazioni del 2018 della Govoni.

Ferrara è terra prediletta del genio artistico femminile?
Sì è no… Ferrara è stata epicentro d’arte, ma alcune di queste artiste hanno preferito trasferirsi a Milano (Bisi) o a Roma (Quilici) o vi sono semplicemente transitate (Leonor Fini), o ancora, hanno scelto di insegnare in altri luoghi, come la Bonini.

Andrea Musacci

Pubblicato su “la Nuova Ferrara” il 7 marzo 2019

Matteo e Nicola Nannini in mostra a Ferrara

26 Gen

Una bi-personale famigliare è la nuova intuizione espositiva di Lucio Scardino per la galleria d’arte Fabula Fine Art di Ferrara. “Bottega di famiglia. Dipinti e grafiche di Nicola e Matteo Nannini” è il titolo della mostra esposta in via del Podestà, 11 dal 31 gennaio al 5 marzo.
Come scrive il curatore nel catalogo, “i fratelli Nannini: ultimi maestri di una tradizione figurativa, che però reinventano in chiave tutt’altro che accademica, frequentando musei e librerie, sale cinematografiche e laboratori ma immergendosi appieno nella vita quotidiana, nel paesaggio padano e veneto, nelle mestiche e nelle chine che rifiutano le elaborazioni computerizzate oggi tanto care a parecchi loro colleghi”.

nicola nannini

Nicola Nannini

Nicola Nannini, classe 1972, vive e lavora tra Cento e il Veneto. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, con il massimo di voti e la lode. E’ docente di pittura presso l’Accademia di Belle Arti “Cignaroli” di Verona. Ha allestito mostre personali lungo tutta la Penisola e all’estero (Ungheria, Olanda, Inghilterra) ed esposto in vari musei pubblici e fondazioni culturali.
Sempre per usare le parole di Scardino, “Nicola fer¬ma sulla tela il tempo ma non lo cristallizza in vacui formalismi para-fotografici, rende l’atmosfera vibrante dei piccoli paesi che attendono l’arrivo del treno per squarciare l’afa estiva, oppure le ore dell’alba, in cui stanno per giungere gli ambulanti che ne animeranno il mercato.”.

matteo nannini

Matteo Nannini

Matteo Nannini, invece, classe 1979, vive e lavora tra Sant’Agostino e Cento. Ha frequentato il Liceo Artistico “Arcangeli” di Bologna e si è diplomato con lode presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Insegna presso la Scuola di Artigianato Artistico a Cento da quando aveva 20 anni.
Talentuoso quanto il fratello, Matteo ha esposto nell’ultimo ventennio in svariate personali, collettive, fiere d’arte ed eventi culturali in varie città della pianura padana, ma anche all’estero (da Budapest ad Am¬sterdam, da Londra a Shangai, da Rotterdam a L’Aia). Dal 2012 l’artista ha quindi cominciato a proporsi al pubblico quale illustratore e fumettista, con tavole e graphic novel di soggetto poliziesco e dal sapore fortemente ironico. Assai significativo in tal senso è il personaggio del detective J.W.Wiland, da lui creato e al quale ha già dedicato quattro volumi, da lui scritti e disegnati. Nel 2016 ha fondato la “Nannini Editore”, marchio editoriale e portale on line dedicato alla grafica, all’illustrazione e ai “comics”. A Fabula espone sensuali nudi femminili, senza però evitare di confrontarsi con il vedutismo. Infine, le amatissime tavole originali del detective J.W.Wiland.

Andrea Musacci

Pubblicato su “la Nuova Ferrara” il 26 gennaio 2019

 

San Sebastiano: 1000 volti grazie all’arte

14 Gen

Mostra a Cloister fino al 31 gennaio

[Qui la pagina con l’articolo]

davSan Sebastiano è una figura che ancora oggi continua a ispirare tantissimi artisti. Lo sa bene il critico e curatore Lucio Scardino, che da diversi anni colleziona opere di artisti ferraresi e non dedicate al “santo con le frecce”. 34 (33 iniziali + 1 aggiunta in corsa) di queste opere sono in mostra a Ferrara fino al 31 gennaio nella sede di Cloister (doppia entrata, da corso Porta Reno, 45 o da via Gobetti), per la 33esima esposizione organizzata dall’attiva galleria guidata da Alessandro Davi. Non a caso, il 20 gennaio ricorre la solennità di San Sebastiano (256-288), militare romano e martire sotto Diocleziano. Giovane dal corpo virile e atletico, simbolo di bellezza e di sacrificio, il santo ha lo sguardo che punta dritto negli occhi di chi lo guarda, come nella tela di Nannini (recentemente esposta anche a Fabula Fine Art), o è il busto in bianco e nero con venatura rossa di Lenzini, oppure la scultura della Grilanda con due sole frecce conficcate nelle carni. In Orsatti, invece, di San Sebastiano vi è una maestosa testa di profilo con l’elmo, senza dardi a dilaniarlo. Quella delle frecce mancanti, o non “visibili”, ricorre in altre opere, come nel dipinto di Filippini (col santo disteso e privo dei segni delle ferite) o in quello della Benini, col giovane disteso e di schiena, in piedi (Coluzzi) o seduto (Tassini), ad accentuare l’intento metaforico della sofferenza dell’uomo, dell’artista, trascendente il dolore fisico. In Artosi, al contrario, le frecce vi sono eccome, e ne colpiscono il viso, mentre Gualandi, che nel suo stile tipico inserisce il soggetto nel contesto storico-urbano ferrarese, rappresenta, nel disegno stesso, una mostra dedicata al santo. Farolfi (foto) sceglie, invece, di rappresentare, con estremo realismo, una ferita netta sul costato del santo, un piccolo squarcio che ricorda quella del Cristo “invasa” dal dito scettico di san Tommaso nella tela del Caravaggio. Infine, in Ribertelli, il santo, nell’elasticità agonistica di un atleta, le frecce sembra schivarle, quasi ponendole sotto il suo controllo. La mostra è visitabile da lunedì a sabato dalle ore 9 alle 19.30. Questi i nomi di tutti gli artisti in mostra: Enrico Artosi, Giorgio Balboni, Gianni Bellini, Rosamaria Benini, Carlo Bertocci, Flavio Biagi, Gianni Cestari, Franco Coluzzi, Matteo Faben, Matteo Farolfi, Alfredo Filippini, Renzo Gentili, Luca Ghetti, Gianfranco Goberti, Laura Govoni, Alberta Grilanda, Claudio Gualandi, Pietro Lenzini, Terry May, Pietro Moretti, Duilio Nalin, Matteo Nannini, Santo Nicoletti, Impero Nigiani, Paolo Orsatti, Stefano Rubertelli, Andrea Samaritani, Marco Spaggiari, Emanuele Tasca, Andrea Tassini, Antonio Torresi, Giuliano Trombini, Giglio Zarattini, Luca Zarattini.

Andrea Musacci

Pubblicato su “la Voce di Ferrara-Comacchio” il 18 gennaio 2019

A Cloister collettiva dedicata a San Sebastiano

7 Gen

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San Sebastiano del ferrarese Carlo Bononi

Nuovo progetto espositivo nella Galleria Cloister di corso Porta Reno, 45 a Ferrara. Martedì 8 gennaio alle ore 18.30 inaugura una grande collettiva dedicata alla figura di San Sebastiano.
Il “santo con le frecce”, martire e militare romano, viene tradizionalmente festeggiato il 20 gennaio.
Invocato inizialmente contro il flagello della peste (le ferite provocate dalle frecce erano viste quasi fossero i bubboni del contagio), nell’ultimo secolo le ferite hanno assunto via via significati simbolici differenti, rappresentanti l’incomprensione, la derisione o l’indifferenza nei confronti dell’artista.
33 (numero emblematico), di quattro generazioni e dagli stilemi e dalle tecniche diverse, sono quelli che “dialogheranno” dalle pareti di Cloister fino al prossimo 31 gennaio, con possibilità di visitare la mostra da lunedì a sabato dalle 9,00 alle 19,30.
Questi i protagonisti: Enrico Artosi, Giorgio Balboni, Gianni Bellini, Rosamaria Benini, Carlo Bertocci, Flavio Biagi, Gianni Cestari, Franco Coluzzi, Matteo Faben, Matteo Farolfi, Alfredo Filippini, Renzo Gentili, Luca Ghetti, Gianfranco Goberti, Laura Govoni, Alberta Grilanda, Claudio Gualandi, Pietro Lenzini, Terry May, Pietro Moretti, Duilio Nalin, Matteo Nannini, Santo Nicoletti, Impero Nigiani, Paolo Orsatti, Stefano Rubertelli, Marco Spaggiari, Emanuele Tasca, Andrea Tassini, Antonio Torresi, Giuliano Trombini, Giglio Zarattini, Luca Zarattini.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 07 gennaio 2019

Il tempo secondo Alfredo Pini: mostra nella Sala Mediolanum (La Nuova Ferrara, 03 maggio 2018)

3 Mag

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Questo il testo integrale dell’articolo:

L’aleatorietà dei nostri tempi è “paradossalmente” il filo rosso del pittore Alfredo Pini, che venerdì 4 maggio alle ore 17.30 inaugura la sua nuova personale, “Appena in tempo”, a cura di Lucio Scardino, fino al 29 giugno visitabile nella Sala Mediolanum in via Saraceno, 18/24 a Ferrara.
15 opere realizzate perlopiù nell’ultimo biennio, i cui significati emergono nello stesso farsi, in un’immanenza creativa che dona loro gradualmente anima e segno. In questo turbine di movimento permanente, forme e colori non possono, però, che essere perlopiù sfumati, astratti, indefiniti, cristallizzazioni ingannevoli, tentativi dichiaratamente vani di voler fermare il tempo.
Tempo che, mai oggettivabile, è la cifra della modernità e della post modernità, e perciò liquefatto: così le icone urbane che affiorano dalla luce artificiale dei grigi agglomerati di Pini, sono automobili, filobus, o la mitologica Vespa che sfreccia nelle ampie strade cittadine, tra incombenti palazzi. Oggetti che hanno illuso intere generazioni con la loro promessa di “eternità”, ma che vengono, in un moto perpetuo, sommerse da innumerevoli altri simboli e idoli del consumo. Così il futuro è incertezza, il non-senso predominante è senso del precario.
La stessa figura umana compare in sole due opere, e le sagome dei corpi assomigliano tristemente, nella loro unidimensionalità fisica e simbolica, a meri riflessi, a ombre di ombre, a “vuoti a rendere” da riempire con la prossima merce. Sono corpi quasi trasparenti, come per la propria trasparenza e mancanza di profondità si caratterizza il nostro mondo liquido, senza autentiche mediazioni possibili. Un mondo che, nonostante tutto questo, Pini ha il pregio di saper rappresentare con maestria, restituendoci anche la sua parte di bellezza.
Andrea Musacci

Un fine settimana d’arte nelle gallerie in centro e fuori città

12 Apr

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Un’opera alla Galleria del Carbone

Un altro fine settimana ricco di inaugurazioni attende Ferrara o vede protagonisti creativi ferraresi fuori città.
“Prima del tutto” è la personale di Daniele Degli Angeli che inaugura oggi alle 18 nella Galleria del carbone in vicolo del Carbone, 18/a, Ferrara. La mostra dell’artista cesenate, preparata appositamente per il Carbone, propone acrilici su tavola che appaiono come finestre che si aprono in un mondo altro. La mostra sarà visitabile fino al 25 aprile dal mercoledì al venerdì 17-20, sabato e festivi 11-12.30 e 17-20.
La galleria Mazzacurati Fine Art, in corso Martiri della Libertà, 75, sempre oggi, stesso orario, inaugura la collettiva degli artisti della street art e del mondo dei graffiti. Fino al 31 maggio sarà possibile ammirare i lavori realizzati dagli anni ’80 ad oggi di Keith Haring, Crash, Lady Pink, Toxic, Daze, LA II, Ronnie Cutrone, Blek le Rat e Futura 2000.
Oggi, sempre alle 18, Silvia Camporesi presenta, invece, “Atlas Italiae: Tabula Ferrarense cento anni dopo Giorgio Bassani” nella MLB Maria Livia Brunelli home gallery in corso Ercole I d’Este, 3.
Proseguendo, alle 17.30 nell’Hotel Carlton in Piazza Sacrati verrà presentata la mostra fotografica “Urban Landscapes” di Enrique Olvera, mentre fuori città, alla stessa ora, nella Galleria Il Ponte in via Ponte Nuovo 23/h a Pieve di Cento inaugura “Thàuma” di Angelo Palazzini. Sempre oggi, stessa ora, Vito Tumiati inaugura la personale di pastelli e incisioni nello studio d’arte GS di Lendinara (RO) in via G. B. Conti, 38, visitabile fino al 25 aprile dal mercoledì al sabato dalle 16.30 alle 19. Sempre Tumiati è presente da oggi, fino al 30 aprile, nella collettiva “L’impronta e il segno” al Palazzo Ducale di Revere (Mn),
Proseguendo, oggi alle 16 nel Museo dei Grandi Fiumi in Piazzale San Bartolomeo, 18 a Rovigo inaugura la collettiva “Percorsi d’anima”, alla quale partecipa anche Alberta Silvana Grilanda, organizzata da UILDM. Domani, invece, dalle 16 a Villa Bighi a Copparo (via Marino Carletti, 110) viene inaugurata la mostra fotografica dei vincitori e dei menzionati del contest mensile di marzo “Arti e mestieri”, mentre fino a oggi alle 18 a Milano è possibile visitare la collettiva “Arte e design” nella Neoclassica gallery di via San Maurilio, 20, nella quale è presente anche l’artista centese Federica Cipriani.

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Un’opera da Mazzacurati Fine Art

Ricordiamo anche che da ieri, fino al 17 aprile, alla Porta degli Angeli di Ferrara è possibile visitare la collettiva “Sebastiano Inedito” a cura di Lucio Scardino, con opere di Andrea Amaducci, Gianni Bellini, Carlo Bertocci, Giacomo Brini, Daniele Cestari, Marcello Darbo, Alfredo Filippini, Luca Ghetti, Laura Govoni, Claudio Monnini, Pietro Moretti, Duilio Nalin, Matteo Nannini, Impero Nigiani, Massimo Pierangeli, Alejandro Ventura, Graziano Villani, Luca Zarattini. Fino al 22 aprile, infine, nel Teatro Nuovo di Ferrara (Piazza Trento e Trieste) è possibile visitare la mostra della pittrice Cristina Mavaracchio, curata dallo Studio l’Altrove.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara l’08 aprile 2017

All’Idearte Gallery aperta la mostra di Mimì Quilici curata da Scardino

5 Apr

Mimì-Quilici-Buzzacchi-2Alle 17 nella Sala dell’Arengo del Palazzo Municipale di Ferrara si tiene la conferenza dal titolo “Mimì Quilici Buzzacchi e l’arte ferrarese fra le due guerre mondiali”, che vede come relatore il critico e storico dell’arte Lucio Scardino, con l’introduzione di Anna Maria Quarzi, Presidente dell’Istituto di Storia Contemporanea. Scardino è curatore della mostra retrospettiva “Mimì Quilici Buzzacchi. Italia antica e nuova. Incisioni degli anni ferraresi (1927 – 1943)”, inaugurata sabato scorso nell’Idearte Gallery di via Terranuova, 41 a Ferrara. In parete 15 xilografie, 12 delle quali di grandi dimensioni e la maggior parte raffiguranti scorci di Ferrara, di Mimì Quilici (al secolo Emma Buzzacchi), moglie di Nello Quilici, direttore del Corriere Padano. L’esposizione rimarrà in parete fino al prossimo 21 aprile, ed è visitabile da lunedì a venerdì dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30, sabato e domenica su prenotazione (telefono 0532-1862076).

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 04 aprile 2017

La città vista nelle incisioni di Mimì

2 Apr

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Mimì Quilici Buzzacchi

Alle incisioni “ferraresi” di Mimì Quilici Buzzacchi è dedicata la mostra di punta tra quelle che inaugurano oggi in città. Alle 17.30, infatti, nell’Idearte Gallery in via Terranuova 41, viene presentata la retrospettiva dal titolo “Italia antica e nuova. Incisioni degli anni ferraresi (1927-1943)” di Mimì Quilici (al secolo Emma Buzzacchi), moglie di Nello Quilici, direttore del Corriere Padano e padre di Folco e Vieri. Il critico e storico dell’arte Lucio Scardino è il curatore dell’esposizione che vede 15 xilografie, 12 delle quali di grandi dimensioni, la maggior parte delle quali raffiguranti scorci di Ferrara e si trovano immortalate altre località. Fra le opere in mostra, anche una stampa a due colori, “Lavori al Canale Boicelli” del 1927, e la celebre “Leggenda ferrarese” del ’43, con San Giorgio che uccide il drago davanti al Castello. Nel progetto i curatori hanno voluto sottolineare le due anime dell’artista, che nel campo della grafica seppe unire ad una tecnica eccezionale una particolare capacità di sintesi espressiva, con un linguaggio non estraneo alle ricerche di una irrequieta modernità, ma interessato alla classicità.
Sempre oggi, alle 11, alla Biblioteca Bassani di via Grosoli 42 inaugura la mostra fotografica “La mia gente – Il Polesine” di Edoardo Terren, presente con il delegato provinciale Afi-Afiap (Federation internationale de l’art photographique) Maurizio Tieghi. La mostra resterà in parete, a ingresso libero, fino al 29 aprile, da martedì a sabato, 9-13 e nei pomeriggi di martedì mercoledì e giovedì 15-18.30.
Alle 17, invece, nella galleria Dosso Dossi in via Bersaglieri del Po 25/b, inaugura la mostra “Franco Morelli e il libro della Genesi”, curata da Gianni Cerioli. Nasce dalla collaborazione tra il liceo e Anna Luisa Bianchi Morelli, vedova dell’artista, ex allievo del Dosso morto nel 2004. In mostra, otto tavole a penna biro nera su carta del 1987-’89 e due grandi composizioni del ’93. Visitabile fino al 17 aprile tutti i giorni (festivi compresi) orari 10-12.30 e 16.30-19.30.
“Algorithmic” è il nome del progetto del performer e artista Andrea Amaducci, presentato oggi alle 17 alla Porta degli Angeli di Ferrara. Ricreando simbolicamente lo studio dell’artista, Amaducci tenta una commistione tra varie espressioni creative.
Alle 17.30 alla Galleria il Rivellino di via Baruffaldi 6 inaugura la mostra di pittura di 4 autori provenienti dall’Accademia d’arte San Nicolò: Cristina Rizzi, Duilio Nalin, Maria Livia Grazzi e Michele Altamura.
Alle 18 nella casa d’arte Il Vicolo in vicolo della Posta 9 a Bondeno inaugura “QomunismoeBarbarie” di Carlo “Alo” Andreoli, mostra organizzata dall’Associazione Bondeno Cultura. Sempre a Bondeno, all’Auxing in via per Zerbinate, apre “AudioSlaves” di Sandro Chiozzi, mostra fotografica legata alla musica, aperta fino al 30 aprile.
Alle 17.30 l’artista ferrarese Rosy Locatelli inaugura “L’incanto dell’irreale” a Villa Contarini a Piazzola sul Brenta (Pd).
E ricordiamo che da ieri nella sede dell’associazione Rrose Selavy di Ferrara (via Ripagrande 46) è possibile visitare la collettiva di Stefano Babboni, Lorenzo Romani e Piermaria Romani, mentre al Lazzaretto di Milano (via Lazzaretto 15), è aperta “La casalinga mannara. Il lato oscuro del femminile”, a cura di Maria Livia Brunelli, in parete fino al 9 aprile, con opere di Barbara Capponi, Silvia Camporesi, Anna Di Prospero, Alfred Drago Rens e Stefano Scheda.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 1° aprile 2017