Archivio | 08:47

“Aspettando la crisi”… da domani all’Area Giovani

8 Mar

aspettando la crisi

FERRARA “Aspettando la crisi” è il workshop al via domani ad Area Giovani in via Labriola. Il progetto, gratuito e rivolto agli under 35, vuole proporre una diversa metodologia educativa dell’arte contemporanea, un approccio più partecipato e condiviso alla stessa. Due gli obiettivi: realizzare un elaborato audio-visivo e partecipare alle attività curatoriali tipiche del momento espositivo (piccole pubblicazioni cartacee, comunicazione pubblica e realizzazione di prodotti multimediali che documentano il workshop). Fino a maggio saranno circa una decina gli incontri, a cui parteciperanno artisti, curatori, critici e professionisti del settore arti visive, e chiusura con una mostra. Francesco Cavallini, curatore del workshop e laureato al Dams, ci spiega il rapporto media-arti visive, partendo dal concetto secondo cui «i media non sono oggetti neutri, ma che influiscono direttamente sulla natura stessa del messaggio che si vuole trasmettere». Da qui la necessità, in particolare, di spiegare il media video in quanto «immagine elettronico-digitale in movimento, per assumere un punto di vista critico e consapevole nel suo utilizzo». La produzione video si fonderà poi su un altro rapporto tematico: quello tra crisi e utopia.  Il concetto di “crisi”, infatti, andrebbe ricondotto al suo significato di “scelta” (consapevole), «definita solo dalla derivazione positiva del termine  ”utopia” intesa come idea, istanza costruttiva attraverso cui discernere e svelare ogni sistema ideologico e precostituito».

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 07 marzo 2013

Con Paoli i tanti interrogativi legati alla “Tempesta” di Giorgione

8 Mar

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FERRARA Ieri pomeriggio alla Biblioteca Ariostea (in via Scienze) la professoressa Patrizia Castelli dell’Università di Ferrara ha introdotto la presentazione dell’opera “La ’Tempesta’ Svelata. Giorgione, Gabriele Vendramin, Cristoforo Marcello e La ‘Vecchia’ ” di Marco Paoli. La “Tempesta” è un dipinto a olio su tela di Giorgione, databile attorno al 1505-1509 circa e conservato nelle Gallerie dell’Accademia a Venezia. E’ uno dei dipinti più celebri ed al tempo stesso più enigmatici del Rinascimento. Secondo la professoressa Castelli il testo è di un certo spessore anche per il fatto che «Apre nuovi interrogativi sulla storia dell’arte in generale, non solo sull’opera». L’intervento della professoressa Castelli è proseguito con l’analisi di alcuni particolari del dipinto: la casa inclinata, il fulmine e la “nube lignea” (parole di D’Annunzio), il giovane e la madre nuda che allatta (Iside nutrice?). Paoli nel suo testo, ad esempio, ha cercato di ricondurre la casa inclinata e le colonne gemelle rotte al terremoto che colpì Costantinopoli nel 1509 e di spiegare in termini onirici la calma figura della giovane madre la quale, vestita con solo un mantello, allatta il proprio bambino.

Andrea Musacci


Pubblicato su la Nuova Ferrara il 07 marzo 2013

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