“Custode di dune” è il nome dell’ultima fatica letteraria di Lucia Boni, edita da Campanotto editore. La poetessa lo presenta il pomeriggio di domenica 25 novembre al MAF-Centro di documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese di San Bartolomeo (via Imperiale, 263).
Ambientato su una spiaggia di fine estate – periodo di nostalgia e di attesa, di sospensione attiva, quasi orante – tra lavoratori del mare e presenze impalpabili ma reali, il “dialogo per due voci in tre scene” di Boni è anche una riflessione sulla parola e sulla poesia (seppur, in questo caso, con una veste teatrale). Nel libro, le parole sono come frutti di mare da pescare, da setacciare, da “intellegere”, letteralmente, da “leggere dentro”, nel profondo, cercando, con le emozioni della ragione e con le ragioni del cuore, di dis-velarli. Un ritmo interiore, dunque, un andamento dell’anima affiora da queste pagine, e di conseguenza l’unico “metodo” (se di metodo si può parlare) per affrontare questo testo, è di abbandonare quanto più possibile la ricerca di una “logica apparente”. “Qualora si riescano a trovare le parole più giuste, perfette, insostituibili – scrive lei stessa -, ciò che si comunica non rivela mai tutto di sé, resta comunque una parte inesprimibile e misteriosa”. E Lucia Boni sembra sfidare il lettore portando il suo ermetismo quasi all’estremo. Ma, non si dimentichi, la poesia non ha le leggi di altre forme comunicative, non deve dimostrare o convincere, ma cambiare lo sguardo dell’interlocutore, accompagnandolo nella sua stessa interiorità, spronandolo a mettere a fuoco ciò che non lo è, “oltre lo sguardo, più in fondo, più lontano”.
Il pomeriggio al MAF, col titolo “La storia siamo noi. Quinto incontro dedicato al maestro Adriano Franceschini”, vede dalle 15, con introduzione di Gian Paolo Borghi, e prima della presentazione di “Custode di dune” a cura di Corrado Pocaterra, le relazioni di Silvia Villani (“Ebrei a Ferrara, una storia lunga otto secoli”) e Laura Graziani Secchieri (“Voci di donne ebree dalle carte di archivio e dai mattoni di Ferrara”).
Andrea Musacci
Pubblicato su “la Nuova Ferrara” il 25 novembre 2018
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