
Prolusione del nostro Vescovo per l’inizio del nuovo anno della Scuola diocesana di teologia per laici
di Andrea Musacci
Lo scorso 7 ottobre a Casa Cini, Ferrara, ha preso avvio il nuovo anno della Scuola diocesana di teologia per laici “Laura Vincenzi”. Come da tradizione, è stato il nostro Arcivescovo mons. Gian Carlo Perego il protagonista della prima lezione, intervenendo sul tema della corresponsabilità.
Circa 230 i partecipanti tra i presenti in sala (una 50ina) e i collegati on line.
«La moltitudine di coloro che eran venuti alla fede aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva» (At 4, 32-35): mons. Perego ha preso le mosse da questo passo degli Atti degli Apostoli per introdurre il tema della corresponsabilità che – ha esordito – «deve avere sempre al centro la missione», non essendo «una mera dinamica organizzativa». E ciò che contano, oltre all’amicizia nel Signore, «sono i processi decisionali e la costruzione condivisa dell’intero processo decisionale». Partendo dalla Lumen gentium e poi in particolare con Evangelii gaudium, da sempre nella Chiesa è centrale questo rapporto tra missione e corresponsabilità: «ognuno di noi in quanto battezzato è chiamato a evangelizzare, ma anche a farsi evangelizzare dagli altri». L’idea dev’essere sempre quella di «Chiesa-comunione, non di una Chiesa gerarchica». Da qui, l’idea del ministero al suo interno da intendere come «servizio» e non come privilegio e l’Eucarestia come «ciò che fa la Chiesa», quindi «la Celebrazione eucaristica come comunione». La corresponsabilità, poi – ha proseguito -, «non significa livellamento ma anzi valorizzazione delle diversità all’interno delle comunità ecclesiali», e «non può essere ridotta alla sola ministerialità».
Proseguendo, l’Arcivescovo ha riflettuto su come un primo ambito dove esercitare la corresponsabilità sia la liturgia, «rimettendo al centro il protagonismo di tutti, la partecipazione attiva di ogni fedele nell’assemblea celebrante». Un altro ambito è quello della catechesi, essenziale affinché «i cammini spirituali siano intrecciati alla vita umana e ai suoi aspetti più importanti». I laici possono svolgere un ruolo significativo «nell’evitare che la catechesi si riduca alla preparazione ai sacramenti, e invece sia permanente, per ogni fascia d’età». Il fine è sempre lo stesso: «che ognuno riscopra la fede, una fede viva, sempre rincominciando». La corresponsabilità è possibile viverla anche nella carità – ha proseguito il Vescovo -, che «non dev’essere schiacciata sull’assistenzialismo ma fondata sulla relazione e legata alla giustizia, perché esca dallo stagno dell’abitudine e abbia sempre più uno sguardo glocal» (sia – cioè – rivolta tanto ai vicini quanto ai lontani). Corresponsabili, poi, è importante esserlo anche nei Consigli pastorali e in quelli per gli affari economici delle nostre parrocchie e Unità pastorali. È importante che si arrivi a «una maturazione del consenso ecclesiale attraverso anche un rinnovamento delle forme partecipative e degli organismi decisionali». Ed è decisivo comprendere come «tutte le responsabilità non debbano essere a carico del parroco» e che, ad esempio, «alcune parrocchie o UP- quelle più grandi – possono dotarsi di un economo laico, come avviene a livello diocesano». E magari coinvolgendo in questo ruolo «persone finora escluse da altri incarichi o ministeri».
Continuando a riflettere sulle forme e le implicazioni della corresponsabilità, mons. Perego ha spiegato come sia uno stile che riguardi in maniera particolare le donne, «che già sono in maggioranza tra i fedeli che partecipano alla Messa, fra i catechisti e i volontari nell’ambito della carità». È dunque sempre più importante «dar loro maggiori responsabilità negli ambiti decisionali, a livello di leadership, ad esempio in determinati incarichi amministrativi (la maggior parte degli economi nelle Diocesi italiane sono già donne) o nella sfera della pastorale familiare-genitoriale». «Non si tratta di rivendicare potere per le donne, ma di creare una Chiesa giusta, evangelica, corresponsabile». Corresponsabilità che, inoltre, i laici sono chiamati a vivere anche al di fuori dell’ambito ecclesiale, impegnandosi in modi differenti in politica, «per la costruzione del bene comune». In conclusione, per il Vescovo «essere corresponsabili non significa spartirsi il potere ma mettere al centro «il servizio all’unica missione, quella dell’annuncio del Vangelo, per il presente e il futuro delle nostre comunità».
Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” del 17 ottobre 2025
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Una Risposta to “Corresponsabilità, stile essenziale dell’essere cristiani oggi”