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In Ariostea l’affascinante e lunga storia del manichino curata da Mazzoni e Gualandi

12 Dic

Libro manichiniUna lunga e affascinante ricerca storica ha permesso, due mesi fa, la pubblicazione del volume “Il manichino e i suoi paesaggi”, uscito per Editoriale Sometti, e scritto da Linda Mazzoni e Claudio Gualandi, grafici e scenografi ferraresi.

Ieri alle 17 nella Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea in via Scienze, 17 hanno presentato per la prima volta a Ferrara il libro insieme a diversi relatori: Valeria Bolgan, storica e ricercatrice dello spettacolo; Maria Livia Brunelli, curatrice e critico d’arte; Fabrizia Lotta, studiosa di teatro e cinema; Silvia Pellino, antropologa; Nicola Sometti, editore. È stato Fausto Natali, Responsabile attività culturali della Biblioteca Ariostea, a introdurre la serata, prima dei saluti del Vice Sindaco Massimo Maisto, elogiando questo catalogo come, in Italia, il primo così completo sulla storia del manichino. L’editore Sometti, moderatore dell’incontro, ha aperto gli interventi di questa giornata “tanto attesa dai due autori”, ricordando come il manichino accompagni tutta la storia dell’uomo, e la rappresenti quindi in tutti i suoi ambiti. L’intervento di Pellino ha riguardato il mito della costruzione/creazione dell’uomo da parte di un dio che lo assembla, e di conseguenza dell’uomo creatore di sé, a livello sociale e a livello corporeo.

Una breve carrellata storica sul manichino è dunque stata compiuta da Bolgan. La sua analisi è partita dall’uso che se ne faceva nelle grandi corti europee, soprattutto Parigi, come “ambasciatrice di moda”, o usata  nella Serenissima Repubblica da grandi pittori come Tiepolo e Canaletto. L’excursus è poi proseguito con il suo utilizzo, in epoca moderna, nello sport, nella scienza, nella medicina, nell’aeronautica spaziale e nella robotica, e infine anche nel presepe napoletano. Maria Livia Brunelli ha incentrato la sua relazione sull’uso artistico del manichino, con particolare riguardo a Carrà, Morandi, al surrealismo e soprattutto a Giorgio De Chirico. Quest’ultimo descrive il manichino con toni ironici e tragici: “è profondamente non vivo…è umano e mostruoso…è una calunnia dell’uomo, realtà triste e mostruosa”.

Tema, questo, ripreso da Fabrizia Lotta, che cita nuovamente De Chirico  (“noi spariremo, il manichino resta”), e lo descrive come doppio umano, ma anche come rappresentazione del fallimento dell’uomo, di ciò che non potrà mai essere, una perfezione irraggiungibile; un desiderio di onnipotenza, quindi, rappresentato, tra l’altro, in “Metropolis” di Fritz Lang. In conclusione, l’intervento di Linda Mazzoni, la quale ha spiegato come l’idea iniziale fosse quella di una mostra di manichini (successiva a una sulle bambole antiche), la quale forse verrà allestita in futuro e che ha dato vita a questo lungo e complesso lavoro di ricerca, durato diversi anni.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 12 dicembre 2014 (in versione ridotta)

“Il manichino” di Mazzoni e Gualandi presentato oggi in Ariostea

11 Dic

10687996_717388538314669_465641810334229439_oA circa due mesi dall’uscita, oggi vi sarà la prima presentazione nella nostra città del corposo e atteso volume “Il manichino e i suoi paesaggi”, uscito per Editoriale Sometti, e scritto e curato da due tra i più famosi e importanti creativi ferraresi: Linda Mazzoni e Claudio Gualandi.

Alle 17 presso la Sala Agnelli della Biblioteca Comunale Ariostea in via Scienze, 17, interverranno, oltre agli autori, numerosi esperti: Valeria Bolgan, storica e ricercatrice dello spettacolo; Maria Livia Brunelli, curatrice e critico d’arte; Fabrizia Lotta, studiosa di teatro e cinema; Silvia Pellino, antropologa; Nicola Sometti, editore.

Linda Mazzoni e Claudio Gualandi, grafici, illustratori e scenografi, hanno realizzato questo libro di 192 pagine con numerose illustrazioni a colori, una grande raccolta iconografica che pesca nella moda, nella devozione religiosa, nella scienza, nello spettacolo, nella pubblicità, nell’arte per raccontare la storia del manichino dalle sue origini.

E’ praticamente impossibile stabilire una data di nascita del manichino, anche se le testimonianze scritte  parlano di tradizioni presenti già in epoca celtica e romana. Un oggetto fortemente simbolico da sempre intrecciato alla storia dell’uomo, alla tentazione del simulacro umano, al sogno dell’immortalità.

Il libro racconta dunque, in duplice lingua (italiana e inglese), storia e origini del manichino aprendo una finestra sui paesaggi inaspettati in cui questa figura ha trovato, nei secoli, le più diverse collocazioni.  Un libro fondamentale grazie al quale comprendiamo come “il manichino ci somiglia, ci sostituisce, parla di un’epoca, di un ideale di bellezza”.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara l’11 dicembre 2014