
di Andrea Musacci
In quella che verrà ricordata come l’epoca delle mascherine quale strumento per proteggere naso e bocca dal virus, il desiderio di ribaltarne la finalità, replicandola di pochi centimetri sul volto, non viene meno. È così che lo scorso 16 febbraio, Martedì grasso, chi ha potuto – conservando quella sana dose di goliardia -, ha esorcizzato paure e patemi festeggiando il carnevale.Una festa di questo tipo – inaspettata solo per chi non conosce l’ambiente – si è svolta anche nella Casa di riposo per anziani “Betlem”. Certo, una festa “anomala” rispetto agli anni passati, senza parenti e familiari, senza orchestra, e divisa in due momenti per altrettanti gruppi, uno mattutino nel Reparto infermeria al primo piano, l’altro pomeridiano nel Nucleo protetto al piano rialzato. Ma intatto è rimasto lo spirito festaiolo degli ospiti della struttura, ancor più smaniosi di concedersi qualche ora di spensieratezza visto anche, un anno fa, l’annullamento all’ultimo minuto per l’incombere imminente del lockdown nazionale.Come ci racconta l’educatrice Gloria Grandi, è dal 2004 che il Martedì grasso al Betlem è sinonimo di festa mascherata. Valzer e lisci romagnoli dallo stereo hanno inondato i saloni, dando a molti degli ospiti la tanto attesa scusa per perdersi in balli e canti, vestiti con abiti realizzati negli anni scorsi durante i laboratori interni, o altri – maschere comprese – acquistati grazie all’ADO o donati dai parenti. Il tutto – particolare per nulla secondario – condito (è il caso di dire) dal tipico immancabile fritto di Carnevale realizzato dalla cucina della struttura. Il rischio di “rovinare” i fantasiosi trucchi realizzati da alcuni degli stessi ospiti con l’aiuto della parrucchiera della struttura e degli addetti alla portineria non ha, dunque, fatto venir meno il sacrosanto desiderio di gustarsi crostoli, lupini e tagliatelle fritte.«È la festa più bella dell’anno», commenta Gloria Grandi. Una gioia, sempre più rara di questi tempi, resa possibile anche dagli esiti negativi dei tamponi rapidi effettuati dagli anziani ospiti il giorno precedente. E allora, su la mascherina, e pure la maschera…che la festa abbia inizio!
Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 26 febbraio 2021
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