
85 anni fa arrivò a Ferrara il primo gruppo di suore: il racconto delle origini e del senso della missione
Evangelizzare attraverso l’ascolto e la cultura: è questo il cuore della missione delle Paoline, presenti da 85 anni a Ferrara e che lo scorso 25 marzo hanno avuto la possibilità di raccontarsi pubblicamente grazie alle ACLI Provinciali che hanno organizzato, nella Libreria di via San Romano, un incontro all’interno del calendario della Giornata Internazionale della Donna.
Paola Chiorboli, Responsabile del Coordinamento Donne ACLI di Ferrara, ha introdotto e moderato l’incontro, che ha visto il saluto iniziale di Mauro Gambaccini, Presidente ACLI Provinciali di Ferrara e gli interventi di suor Daniela Cau, Superiora Paoline di Ferrara e suor Paola Fosson, della Congregazione Figlie di San Paolo.
Attualmente sono cinque le Paoline a Ferrara: suor Daniela Cau, Superiora, arrivata nella nostra città nel maggio 2002, proveniente da Bologna; suor Luciana Santacà, a Ferrara dal giugno 2002, proveniente da Perugia; suor Lidia Pozzoli, qui dal 2014, precedentemente a Roma. E le ultime due arrivate: suor Redenta Fioriti, proveniente da Perugia, e suor Marisa Valzasina, a Ferrara da 1 anno, e che ha trascorso gli ultimi 53 in missione in Australia, tra Sidney, Melbourne e Adelaide. Nel novembre 2023 è tornata a Roma suor Samuela Gironi, arrivata a Ferrara nel febbraio 2020.
Fu il loro fondatore, il beato don Giacomo Alberione, in visita a Ferrara, a scegliere nel 1962 insieme alla cofondatrice suor Tecla Merlo la sede di via San Romano, 35, abitazione delle suore e sede della Libreria, edificio nel quale si trasferirono nel ‘66 dopo i necessari lavori di ristrutturazione. «È come un Centro di ascolto, le persone qui si fermano anche per parlare», ha detto il nostro Arcivescovo mons. Perego nel suo saluto. «La comunicazione, se ben usata, oggi è molto importante, anche perché non solo narra ma interpreta la realtà. Ed educa, cercando di rispondere alle domande fondamentali dell’uomo, che sono le domande della fede».
«La nostra esperienza qui a Ferrara è molto positiva, troviamo sempre la collaborazione di tanti», ha detto suor Daniela Cau. «Il nostro è davvero come un Centro di ascolto, di condivisione e di educazione alla fede. La nostra principale missione non è quella di vendere libri, ma di ascoltare. Alcuni giorni fa – ha raccontato suor Daniela – è entrata una persona e mi ha detto: “non ho mai letto il Vangelo, vorrei iniziare a farlo”. Sono episodi non infrequenti, che ci danno tanta gioia».
DALLA CANDELA IN VIA CAIROLI ALLE LUCI ACCOGLIENTI DI VIA SAN ROMANO
«Le Paoline di Ferrara rappresentano una piccola comunità molto accogliente», ha detto suor Fosson. «Oggi come Paoline gestiamo 30 librerie in tutta Italia, non poche, ma in passato erano un centinaio. La nostra età media purtroppo aumenta, spesso le librerie le diamo in gestione a laici. La nostra Casa editrice è gestita da suore, pubblica perlopiù libri di donne e che hanno come protagoniste figure femminili». Suor Fosson ha poi brevemente presentato la sua esperienza, come piccola ma significativa testimonianza di missione: «sono una valdostana di origini umili, ho prestato servizio in tipografia, in legatoria, poi alla “San Paolo film”, alla radio delle Paoline e nella gestione del sito web delle stesse a livello nazionale. Attualmente sono Presidente dell’Associazione “Comunicazione e Cultura Paoline odv” e Responsabile nazionale dell’Associazione “Cooperatori Paolini”».
Suor Angelina Moscardi e suor Antonietta Sardi – ha poi raccontato – sono le prime due suore che il 31 gennaio 1940 giungono a Ferrara, ospiti inizialmente dalle Orsoline, e che subito fanno visita al Vescovo Bovelli che le accoglie con grande affetto. «Veniamo qui solo per la diffusione a domicilio, se possibile», gli dicono le due religiose. Nei giorni successivi vengono raggiunte da suor Cesarina Rossi e suor Celeste Paccione. Le suore si insediano in un appartamento della Curia in via Cairoli («appena arrivate illuminano la stanza con una candela e preparano i letti»), e «in attesa della licenza per la libreria ne allestiscono una piccola nel parlatorio e proseguono il loro servizio a domicilio, andando dalle famiglie – anche fuori città – per proporre loro libri e riviste».
«È importante adattare il libro alle esigenze della persona – diceva don Alberione -: è quindi importante che conosciate il territorio nel quale vivete». Ma non solo azione: «nella nostra vita – ha proseguito suor Fosson – c’è tanta preghiera e Adorazione eucaristica. Non siamo commercianti ma, come diceva Rosmini, facciamo la “carità della verità”. Nostro fine è portare le persone a Dio attraverso un libro, l’ascolto, una parola buona. Mettere al centro Gesù Maestro, Via, Verità e Vita». Senza dimenticare l’invito di don Alberione: «non parlate solo di religione, ma di tutto cristianamente». Infatti, «siamo in tutte le nervature della realtà, cercando di nutrire mente e anima, dando la possibilità – in un tempo sempre frenetico – di poter approfondire con calma le questioni».
Fra le diverse letture edite dalle Paoline e proposte da suor Fosson, il libro “Smaschilizzare la Chiesa? Confronto critico sui ‘principi’ di H.U. von Balthasar” (2024), a cura di Linda Pocher, Luca Castiglioni, Lucia Vantini, della collana “Donne nella Chiesa”; e “Ventuno. Le donne che fecero la Costituzione” (2022).
Donne raccontate, e fatte conoscere, da altre donne. Sempre col fine ultimo di far incontrare Cristo a chi ancora non lo conosce.
Andrea Musacci
Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” del 4 aprile 2025
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L’Europa non come fredda e distante burocrazia, ma come fusione a caldo di progetti, forze vive, corpi intermedi. E’ questo che emerso in modo forte la sera di venerdì 3 maggio nel salone di Casa Cini a Ferrara, durante l’incontro “L’Europa che vogliamo” organizzato da Ferrara Bene Comune, Movimento Federalista Europeo, Cooperatori salesiani, ACLI, Agesci, Movimento Rinascita Cristiana, Azione Cattolica, Masci e Confcooperative Ferrara. Dopo la presentazione di Chiara Ferraresi, presidente diocesana di AC, è intervenuto Guglielmo Bernabei, presidente di Ferrara Bene Comune, che ha moderato l’incontro. Fra le domande e le suggestioni proposte da Bernabei ai relatori, il tema della sovranità, che “oggi ha senso solo se declinato a livello europeo”, e quello del “baratto” – spesso purtroppo imposto – tra lavoro e diritti. Il primo a prendere la parola è stato Giorgio Anselmi, presidente nazionale del Movimento Federalista Europeo: “oggi l’Europa può dare una risposta all’altezza delle sfide globali solo in quanto tale”, se unita e forte. Centrale per Anselmi dev’essere il principio di sussidiarietà, che permette “l’autonomia e l’interdipendenza di tutti i corpi sociali”, dalla famiglia allo Stato, passando per quelli intermedi. “La federazione europea – ha proseguito – è l’unico modo per dare risposte ai problemi dei cittadini”, in un mondo interdipendente e complesso come quello di oggi. “I singoli Stati non sono più in grado di assicurare a pieno la sovranità, basti pensare alle multinazionali che delocalizzano”, promettendo lavoro e investimenti in cambio di una riduzione dei diritti dei lavoratori, della tassazione e dei vincoli ambientali. L’obiettivo, dunque, è a livello continentale quello di riuscire a “unire diritto e forza”, che hanno senso e legittimità solo se insieme. “L’Europa non può più essere raccontata solo con la sua storia, ma attualizzandola, in quanto per la stragrande maggioranza delle persone, giovani compresi, significa poco o nulla”. Così ha esordito Matteo Bracciali, responsabile Affari Internazionali Acli Nazionali, che ha ripreso e sviluppato il tema della tassazione delle grandi imprese, denunciando i “ricatti” da parte delle multinazionali, e affrontando il tema dei grandi colossi del web (Amazon, Google, Facebook), che riescono a evadere tasse per centinaia di milioni di euro. Un nuovo “Welfare Europe”, dunque, fatto di tante “protezioni” per i lavoratori, di “incentivi alla formazione” e molto altro, è più che mai necessario, e potrebbe legarsi “all’introduzione di una Web Tax e della TTF (Tassa su Transazioni Finanziarie)”. Web Tax e TTF che, per Bracciali, “potrebbero andare a finanziare il welfare aziendale”. L’ultimo intervento è spettato a Niccolò Pranzini del Comitato europeo Scautismo, che, nel ribadire come “l’Europa non sia solo composta da ‘grigi burocrati’ ”, ha citato la propria esperienza di alcuni anni a Bruxelles, per raccontare ad esempio come lavora la Commissione Europea, e come, “assieme a tante cose negative, ho visto persone da tutto il continente incontrarsi e portare avanti progetti” negli ambiti più svariati: “così, non a freddo, si forma una vera cittadinanza europea, e si costruisce una casa comune europea, sogno vivo anche per tanti giovani inglesi, impauriti dai possibili effetti della Brexit”.