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“Casa di Sole” a Porporana per aiutare i giovani fragili 

13 Apr
Un momento dell’inaugurazione

Inaugurata lo scorso 9 aprile grazie alla Coop Azioni, potrà ospitare fino a 9 ragazzi tra i 10 e 17 anni. Per ricostruire le loro vite e renderli autonomi

Ricostruire giovani vite segnate da traumi e difficoltà psicologiche, familiari e sociali. Ridare loro un senso e una speranza per renderli autonomi, donne e uomini capaci di crearsi una vita. È questo l’obiettivo di “La Casa di Sole”, Comunità Residenziale Educativo-Integrata a Porporana, progetto della Cooperativa “Azioni” guidata da Ruggero Villani presentato lo scorso 8 aprile.

Alla presentazione in via Martelli 317, nell’ex casa parrocchiale, sono intervenuti il Vescovo mons. Gian Carlo Perego, Ruggero Villani, Michele Mangolini presidente di Confcooperative Ferrara, l’Assessora alle politiche sociali del Comune di Ferrara Cristina Coletti, il presidente del Lions Club Ferrara Ducale Dimer Morandi, l’Assessore Regionale Paolo Calvano, e la Coordinatrice della comunità Chiara Campagnoli. 

Come sarà organizzata 

Nei prossimi mesi la Casa di Porporana potrà ospitare fino a 9 ragazzi tra i 10 e i 17 anni con disturbi psico-patologici che non necessitano di assistenza neuropsichiatrica in strutture terapeutiche intensive, minori con psicopatologia complessa e precoce uso di sostanze . «Le richieste pervenuteci – ci spiega Villani –, dalla nostra provincia e non solo, sono già ben oltre il numero di posti disponibili».

La struttura, precedentemente di proprietà dell’Arcidiocesi, è stata ristrutturata grazie ai contributi post sisma, con l’impiego di quasi 800mila euro. L’edificio è formato da due piani: al piano terra, si trova una grande cucina, due soggiorni, uffici e servizi. Al primo piano, due appartamenti, il primo con due stanze doppie, il secondo con sei camere da letto. Ma la Comunità non avrà solo uno scopo riparativo delle condotte del minore ma anche quello di diventare un centro di promozione e informazioni sui temi del bullismo, del cyberbullismo e delle condotte devianti. Per questo, all’interno vi sarà anche una biblioteca realizzata con il contributo di Lions Club Ferrara Ducale.

Nella struttura sarà impegnata un’equipe formata da un coordinatore a tempo pieno, 12 educatori anch’essi a tempo pieno, 1 supervisore Psicopedagogico, 1 Supervisore Clinico, 1 Addetto alle pulizie e 1 Addetto alla preparazione del pasto. La permanenza dei ragazzi non potrà durare più di 18 mesi, eventualmente prorogabili in caso di necessità, ma fino al compimento del 21° anno d’età. 

La Casa nasce da Sole…

La storia di Sole spiega il perché si è scelto di aprire una Casa di questo tipo. «Sole è una ragazza di 18 anni, accolta nel 2014 in una delle comunità educative-abitative della Coop Azioni», ci spiega Villani. «Soffriva di disagio abitativo, ma in realtà scoprimmo che il suo problema era molto più profondo, attivato da traumi importanti. Da lì abbiamo compreso la necessità di dare risposte in maniera strutturata, con una Casa specifica. La nostra volontà è che i ragazzi una volta usciti da questa struttura, non debbano tornarci più, superando quindi i loro problemi e rendendoli autonomi, senza dimenticare anche l’accompagnamento alle loro famiglie». 

L’inaugurazione il 9 aprile

«Una stella vicina, una porta sempre aperta»: così l’ha definita Marcolini di Confcooperative. «È molto bello che questa casa sia inaugurata in prossimità della Pasqua – ha riflettuto mons. Perego -, perché molte persone, soprattutto giovani, hanno bisogno di rinascere». In questa Casa, quindi, «vivranno la Passione, cioè la sofferenza, ma anche la speranza di un ritorno a casa, di una vita quanto più normale». «Quando un bambino o una bambina nasce – ha commentato Calvano -, il luogo o il Paese, il contesto sociale e familiare dove si trovano a vivere, non è un merito ma una fortuna, e non sempre tutti hanno la sessa fortuna. Di fronte a ciò dobbiamo intervenire anche fornendo loro opportunità». Di «comunità nella comunità» ha invece parlato Coletti, ponendo l’accendo sull’importanza di «creare qualcosa ben radicato col territorio». Nel corso della presentazione sono stati proiettati anche i video con il racconto dell’attrice Alice Mistroni e i saluti dell’attore Paolo Ruffini e del trapper Margiela.

Andrea Musacci

Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 15 aprile 2022

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Sovranità, Welfare, cittadinanza: l’Europa casa comune da costruire

6 Mag

Tante persone il 3 maggio hanno partecipato a Casa Cini all’incontro dal titolo “L’Europa che vogliamo”

sdrL’Europa non come fredda e distante burocrazia, ma come fusione a caldo di progetti, forze vive, corpi intermedi. E’ questo che emerso in modo forte la sera di venerdì 3 maggio nel salone di Casa Cini a Ferrara, durante l’incontro “L’Europa che vogliamo” organizzato da Ferrara Bene Comune, Movimento Federalista Europeo, Cooperatori salesiani, ACLI, Agesci, Movimento Rinascita Cristiana, Azione Cattolica, Masci e Confcooperative Ferrara. Dopo la presentazione di Chiara Ferraresi, presidente diocesana di AC, è intervenuto Guglielmo Bernabei, presidente di Ferrara Bene Comune, che ha moderato l’incontro. Fra le domande e le suggestioni proposte da Bernabei ai relatori, il tema della sovranità, che “oggi ha senso solo se declinato a livello europeo”, e quello del “baratto” – spesso purtroppo imposto – tra lavoro e diritti. Il primo a prendere la parola è stato Giorgio Anselmi, presidente nazionale del Movimento Federalista Europeo: “oggi l’Europa può dare una risposta all’altezza delle sfide globali solo in quanto tale”, se unita e forte. Centrale per Anselmi dev’essere il principio di sussidiarietà, che permette “l’autonomia e l’interdipendenza di tutti i corpi sociali”, dalla famiglia allo Stato, passando per quelli intermedi. “La federazione europea – ha proseguito – è l’unico modo per dare risposte ai problemi dei cittadini”, in un mondo interdipendente e complesso come quello di oggi. “I singoli Stati non sono più in grado di assicurare a pieno la sovranità, basti pensare alle multinazionali che delocalizzano”, promettendo lavoro e investimenti in cambio di una riduzione dei diritti dei lavoratori, della tassazione e dei vincoli ambientali. L’obiettivo, dunque, è a livello continentale quello di riuscire a “unire diritto e forza”, che hanno senso e legittimità solo se insieme. “L’Europa non può più essere raccontata solo con la sua storia, ma attualizzandola, in quanto per la stragrande maggioranza delle persone, giovani compresi, significa poco o nulla”. Così ha esordito Matteo Bracciali, responsabile Affari Internazionali Acli Nazionali, che ha ripreso e sviluppato il tema della tassazione delle grandi imprese, denunciando i “ricatti” da parte delle multinazionali, e affrontando il tema dei grandi colossi del web (Amazon, Google, Facebook), che riescono a evadere tasse per centinaia di milioni di euro. Un nuovo “Welfare Europe”, dunque, fatto di tante “protezioni” per i lavoratori, di “incentivi alla formazione” e molto altro, è più che mai necessario, e potrebbe legarsi “all’introduzione di una Web Tax e della TTF (Tassa su Transazioni Finanziarie)”. Web Tax e TTF che, per Bracciali, “potrebbero andare a finanziare il welfare aziendale”. L’ultimo intervento è spettato a Niccolò Pranzini del Comitato europeo Scautismo, che, nel ribadire come “l’Europa non sia solo composta da ‘grigi burocrati’ ”, ha citato la propria esperienza di alcuni anni a Bruxelles, per raccontare ad esempio come lavora la Commissione Europea, e come, “assieme a tante cose negative, ho visto persone da tutto il continente incontrarsi e portare avanti progetti” negli ambiti più svariati: “così, non a freddo, si forma una vera cittadinanza europea, e si costruisce una casa comune europea, sogno vivo anche per tanti giovani inglesi, impauriti dai possibili effetti della Brexit”.

Andrea Musacci

Pubblicato su “la Voce di Ferrara-Comacchio” del 10 maggio 2019

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