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C.A.S.A. Mesola, 60 anni per la comunità

6 Nov

Intervista al Presidente Michele Mangolini: «dobbiamo anticipare le trasformazioni»

Un esempio virtuoso di cooperazione e un valore aggiunto per il territorio: questo rappresenta C.A.S.A. Mesola (Cooperativa Assistenza Servizi Agricoli), realtà in via Bassalunga nel mesolano, nata nel 1964, in esecuzione della delibera n. 53/063 dell’Ente per la Colonizzazione del Delta Padano che favoriva la fusione di cooperative con finalità comuni, ma operanti in ambiti territoriali troppo ristretti per conseguire un’efficace azione di programmazione.

Una realtà che affonda le proprie radici nelle grandi trasformazioni conseguenti alla Riforma agraria degli anni ’50 del secolo scorso. Anche nel Basso Ferrarese, infatti, i primi cooperatori si trovarono a lavorare in condizioni difficili – bassa scolarità, condizioni igienico sanitarie insufficienti e precarietà economico-sociale – a cui la Riforma Agraria, con assegnazioni medie di 7 ettari di terreno, aveva dato risposte parziali.

Il processo migratorio della fine degli anni Cinquanta e dei primi anni Sessanta in direzione dei centri industriali del Nord, che portò all’abbandono di molti terreni, e le integrazioni aziendali avvenute con la bonifica di Valle Giralda, consentirono un allargamento della maglia poderale favorevole a quanti erano rimasti sui terreni. L’obbligo per gli assegnatari, pena l’estromissione dal fondo, era di far parte di una cooperativa di assistenza e servizi agricoli. Questo favorì la nascita di cooperative su tutto il territorio interessato dalla Riforma Agraria, ma finì, però, col rendere la cooperativa uno strumento poco efficace. Qui si inserisce C.A.S.A. Mesola, strumento innovativo nella conduzione delle aziende dei soci quando, a partire dai primi anni Settanta, il gruppo dirigente si pose l’obiettivo di passare dalla cooperazione coatta alla cooperazione volontaria, di vincolare l’attività produttiva dei soci a precisi piani colturali, di regolare la contrattazione e la vendita collettiva dei prodotti, di rendere la cooperativa autonoma da tutele che non avevano più ragione d’essere.

C.A.S.A. Mesola oggi offre numerosi servizi come ad esempio il confezionamento, la lavorazione e la vendita di prodotti agricoli dei soci; l’assistenza tecnica specializzata per la difesa e la fertilizzazione delle colture; la vendita di prodotti fitosanitari, fertilizzanti e di tutti i prodotti necessari all’impresa agricola; la consulenza per la certificazione di prodotto e la contabilità ed amministrazione aziendale. Fra le produzioni, carote, asparagi, radicchio, porro, zucca, anguria, pomodoro per l’industria, zucchino e patate.

Abbiamo rivolto alcune domande a Michele Mangolini (foto), Presidente di C.A.S.A. Mesola e da quasi 4 anni Presidente di ConfCooperative Ferrara.

Mangolini, qual è la specificità, il valore aggiunto di C.A.S.A. Mesola nel nostro territorio? 

«C.A.S.A. Mesola nasce quasi 60 anni fa ma ha origini più antiche, con le prime bonifiche nel Delta, che per le assegnazioni dei terreni davano la precedenza a chi sia associava a una cooperativa.  Qualche ex dipendente della bonifica era poi rimasto come dirigente, e questo fu un fattore molto importante anche per il successivo sviluppo delle stesse cooperative e del territorio. Poi ci fu un abbandono delle campagne anche a causa della scarsità di terreni disponibili. Un altro dato è importante: negli anni ’70 C.A.S.A. Mesola aveva 430 soci, oggi ne conta 160, ma questi hanno a disposizione terreni molto più grandi rispetto a 50 anni fa». 

Qual è la situazione nell’ambito agricolo e quali le prospettive?

«La situazione è in evoluzione, la crisi riguarda maggiormente l’ambito della frutticoltura, pensiamo ad esempio alla pera, simbolo del nostro territorio. La causa, naturalmente, è della crisi climatica, basti pensare al maltempo e alle alluvioni che hanno interessato anche il Ferrarese. Per quanto riguarda l’orticoltura, invece, registriamo uno sviluppo nel nostro territorio. Spesso estensioni di orticole hanno sostituito gli alberi da frutto. Dobbiamo essere attenti, cercare di anticipare i cambiamenti, anche se non è facile. È necessario quindi non adeguarsi alle trasformazioni ma investire per anticiparle».

Nello specifico, C.A.S.A. Mesola che periodo sta vivendo?

«Abbiamo fatto moltissimi investimenti per le orticole, come ad esempio per un impianto per le carote all’avanguardia in Italia, oltre a investimenti per le imprese agricole e a un ampliamento del fotovoltaico per un minor impatto sull’ambiente. In generale, ci siamo allargati e aperti per dare maggiori risposte all’intera comunità del territorio. Rispetto al passato, quando la cooperativa era chiusa nel proprio perimetro, venendo concepita come utile solo per i propri soci, oggi è uscita, ponendosi interamente a disposizione delle comunità».

Ci può fare un esempio concreto di questa apertura? 

«Basti pensare alla collaborazione con diverse sagre del territorio, un’attività importante che va al di là della semplice sponsorizzazione. Inoltre, circa un anno fa come C.A.S.A. Mesola, assieme alla Fondazione “F.lli Navarra” di Malborghetto e all’Associazione “Aps Più Felici” abbiamo dato vita a “Casa Bosco”, una struttura di accoglienza per ragazzi diversamente abili, studenti e lavoratori del settore agricolo, all’insegna dell’innovazione agraria, della formazione e dell’inclusione sociale. La struttura, compresa nel complesso di C.A.S.A. Mesola, è un ex essicatoio del tabacco di inizio ‘900 completamente ristrutturato».

Andrea Musacci

Pubblicato sulla “Voce” del 3 novembre 2023

La Voce di Ferrara-Comacchio