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Un nuovo Delta del Po per la rinascita dell’intera provincia

8 Nov


L’insediamenteo di Massenzatica
(Foto di Filippo Pesaresi per il Consorzio Uomini Massenzatica)

Il “Laboratorio Agro-Ambientale per il Delta del Po” sarà presentato il 12 novembre a Comacchio. Il Consorzio Uomini di Massenzatica cuore di questo ambizioso progetto di riconversione ecologica


A cura di Andrea Musacci
Un grande piano di riconversione ambientale nel territorio del Delta del Po, l’area umida più grande d’Italia, un grande laboratorio agroambientale dove sperimentare pratiche paesaggistiche e culturali virtuose, con al centro il Consorzio Uomini di Massenzatica (CUM).

È questo il progetto di valenza europea per l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici che verrà presentato venerdì 12 novembre a Comacchio, un piano strategico commissionato nei mesi scorsi dal CUM a LAND Italia srl, prestigioso studio internazionale di architettura e progettazione con sede a Milano fondato e diretto da Andreas Kipar, che il 12 a Palazzo Bellini illustrerà il lavoro svolto.Il progetto intende definire una strategia di interventi e azioni progettuali per la valorizzazione sostenibile di questo territorio caratterizzato da condizioni paesaggistiche, ambientali e culturali uniche. Nello specifico, si propone la creazione di un’infrastruttura verde ecologico-produttiva di 63 km, da Chioggia a Comacchio, con il CUM come epicentro, territorio pilota del laboratorio. 

Un’infrastruttura che segue le antiche linee di costa e che in particolare prende in considerazione la zona tra il Po di Volano e quello di Primaro, immaginando corridoi della natura e una rinnovata produzione agro-ambientale (pensata fino al 2050), attraverso la reintroduzione di fasce ecotonali – spazi intermedi tra due ecosistemi – per combattere l’impoverimento paesaggistico, ricombinando natura e agricoltura, biodiversità e produzione agricola, puntando sull’agro-ecologia, l’agro-forestazione e l’agricoltura ad “alto valore naturale aggiunto”, con l’aumento della biodiversità, la diversificazione degli habitat e l’aumento degli impollinatori. Tutto ciò in alternativa alle meno produttive monoculture. Pratiche virtuose, queste, che la Politica Agricola Comunitaria dell’Unione Europea finanzierà nei prossimi anni attraverso i suoi programmi, il PAC – Politica Agricola Comune 2021-2027 e il PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Next Generation EU. 

Il Delta del Po, come emerge in maniera chiara dallo studio, si trova nell’area più industrializzata, urbanizzata e inquinata d’Italia. Si tratta di un territorio fragile e a bassa densità insediativa, con un alto tasso di salinità, dove incombenti sono l’innalzamento del livello del mare fino a 2 metri, il rischio alluvioni, di subsidenza (il lento e progressivo sprofondamento del bacino marino e dell’area continentale), la desertificazione e l’innalzamento del livello dei mari. Un territorio “rurale-periferico” negli anni sempre più marginalizzato dal processo di sviluppo. Un’analisi impietosa che, se presa in seria e urgente considerazione, può trasformare il Delta in un’area di grande produttività agricola e di forte rilevanza ecologica e culturale. Solo l’area-pilota dove si trova il CUM, di 13.000 ettari, si è stimato potrebbe generare fino a 25 milioni di euro di benefici diretti ed indiretti all’anno. E l’intero Delta può rappresentare una zona in transizione verso un nuovo paesaggio agricolo-naturalistico con un potenziale stimato di 2 milioni di alberi.


Carlo Ragazzi (CUM): «dono e comunità contro la logica del profitto»

Carlo Ragazzi è il Presidente del Consorzio degli Uomini di Massenzatica (CUM), proprietà collettiva di 353 ettari (all’interno del Comune di Mesola) rappresentante attualmente circa 600 famiglie, ciascuna con diritto al voto nelle decisioni del Consorzio.

Con “La Voce” riflette su un progetto così significativo. «La nostra è una comunità proprietaria di un pezzo di terra che ha scelto di autonormarsi e di donare parte degli utili e delle risorse alla comunità. Dalla nostra nascita nel 1994 abbiamo sempre posto al centro la cultura del dono al territorio. Il nostro è un modello che dal punto di vista sociale ed economico va a confutare molte teorie fondate sul profitto e la finanziarizzazione, smentite anche dalle ripetute crisi degli ultimi 15 anni». «Oggi – prosegue – l’intero Delta del Po è un grande volano economico per la nostra Provincia: da un’agricoltura intensiva, basata sulla rendita, il latifondo, la monocultura è necessario passare a un’agricoltura fondata sul capitale circolante e la rotazione delle colture. Un’agricoltura dinamica dove il lavoro è ancora centrale». Il CUM si pone quindi come modello virtuoso al servizio del territorio, «per ricucire la frattura creatasi nel secolo scorso tra città e campagna. Il futuro della stessa città sta, dunque, nel riappropriarsi della propria campagna come elemento di rigenerazione a tutti i livelli, anche spirituale e psicofisica». Il Delta del Po, non dimentichiamolo, è ad esempio fondamentale per l’equilibrio idrico dell’intero territorio provinciale. «Un intervento così importante – conclude Ragazzi – non può essere lasciato agli umori o alle opinioni di singoli docenti, ma va analizzato nella sua globalità, con un approccio interdisciplinare e strategico».

Andrea Musacci

Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 12 novembre 2021

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Un modo diverso di vivere la comunione cristiana

5 Ott
Foto di Sergio Isler

La preghiera ecumenica svoltasi il 1° ottobre: nella campagna entro le Mura è stata l’Associazione Nuova “TerraViva” a ospitare l’incontro che ha visto riunite le diverse comunità cristiane del nostro territorio. Il coro moldavo ha accompagnato la preghiera

di Andrea Musacci
Foto di Sergio Isler

In un ambiente raccolto – un piccolo nido di legno protetto da una corona di alberi e piante – lo scorso 1° ottobre una cinquantina di persone si sono ritrovate, nella prima penombra della sera, per la preghiera ecumenica del Tempo del Creato.
Grazie alla felice intuizione dei nostri Uffici diocesani per l’ecumenismo e per la Salvaguardia del Creato, quest’anno, infatti, l’appuntamento di preghiera e meditazione con le diverse comunità cristiane si è svolto all’interno dell’area gestita dall’Associazione “Nuova TerraViva” di Ferrara. Attraverso un dedalo di strade asfaltate prima – da via delle Erbe -, di sentieri poi, proveniendo da piazza Ariostea in pochi minuti ci si ritrova nel pieno della campagna dentro le Mura, quella vasta area nel cuore di Ferrara nata dall’utopia di Biagio Rossetti. Dopo il saluto di Marcello Panzanini, alla Guida dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo, è intervenuta Patrizia Spedo (foto a fianco), Presidente dell’Associazione ospitante che da 35 anni gestisce 4 ettari di verde, al cui interno l’area “Orti condivisi” è coltivata da soci e cittadini col metodo biologico, biodinamico e sinergico, e che vede anche la presenza di un allevamento di api e animali (capre, pecore, galline), un frutteto didattico e alcuni patriarchi/frutti antichi. Un esempio virtuoso di cura della natura e di una sua valorizzazione anche in senso pedagogico, viste le numerose attività ludiche e laboratoriali rivolte a bambini, ragazzi e persone con disagio.
Il momento di preghiera tra fratelli e sorelle cristiane è stato accompagnato da due magnifici canti (uno sulle Beatitudini, l’altro sul Gloria) eseguiti dal coro della comunità Ortodossa moldava “Uniti sub tricolor” (Uniti sotto il tricolore) – la bandiera della Moldavia -, coro composto da quindici donne e tre uomini, fra cui la guida padre Oleg Vascautan (foto in basso), il quale ha anche proposto una meditazione a partire dal passo del Libro dei Proverbi scelto per l’occasione (Pr 8,22-32). Passo, questo, che per padre Vascautan richiama a più riprese – in modo in parte misterioso – sia l’inizio di Genesi, sia alcuni passi del Vangelo secondo Giovanni. Una profonda riflessione sulla creazione e sull’essere umano come prima creatura – dunque “privilegiata” e con una maggiore responsabilità – all’interno del disegno di Dio “architetto”, creatura che conosce il proprio Creatore anche attraverso le Sue opere. E che è chiamato a sviluppare la sapienza, ciò che lo rende simile a Lui. La preghiera è stata guidata da padre Vascautan, padre Vasile Jora (comunità Ortodossa rumena), padre Igor Onufrienko (Chiesa ortodossa russa), Luciano Sardi (Chiesa Evangelica Battista) e dal nostro Arcivescovo.
Nella sua meditazione mons. Perego ha preso le mosse da quell’invito del Signore ai discepoli, “Non preoccupatevi”. Un invito a «non preoccuparsi di mettere al primo posto le cose materiali, ma di non perdere la relazione filiale con il Signore, il Dio Creatore di tutte le cose, Padre nostro. Infatti, Dio, Creatore di tutte le cose – che vede crescere ogni cosa, veste l’erba del campo – Creatore dell’uomo e della donna, Padre, potrebbe abbandonare chi si affida a Lui, chi cerca di realizzare il suo Regno, il suo disegno di salvezza? È questa domanda che deve guidare la nostra fede e lo stile della nostra vita». «La costruzione del Regno di Dio, regno di giustizia e di pace – ha proseguito -, non può essere indipendente dall’impegno per salvaguardare il creato, “il giardino” in cui il Signore ha posto l’uomo, la donna e tutte le creature. Da qui la necessità di riconoscere e leggere “Il Vangelo della creazione”, come una narrazione che accompagni l’educazione e la vita cristiana».
L’incontro in questo piccolo e refrigerante lembo di Creato si è concluso con un momento conviviale – grazie al rinfresco preparato dall’Associazione -, degno suggello di una comunione cristiana che prosegue nel suo complesso ma vivo sviluppo.

Pubblicato su “la Voce di Ferrara-Comacchio” del 9 ottobre 2020

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Conversione ecologica integrale: prendersi cura del prossimo e dell’intero creato per salvare le future generazioni

7 Set
foto di Laura Magni

La mattina del 5 settembre nella sede di Bonifiche Ferraresi si è svolto il Convegno in occasione della 15esima Giornata Nazionale per la Custodia del Creato. “La terra è un sacramento”, ha detto l’Arcivescovo

di Andrea Musacci

L’emergenza legata alla crisi pandemica ancora in corso non ha fatto che rendere ancora più urgente l’importanza di una visione integrale dell’uomo sul creato, abbandonando un modello di sviluppo predatorio per progettare una società capace di riscoprire la sobrietà e la condivisione in
Su questo ha riflettuto la Chiesa italiana nel corso del Convegno pubblico svoltosi nella mattina di sabato 5 settembre nell’Auditorium all’interno della sede di Bonifiche Ferraresi a Jolanda di Savoia. Convegno che ha rappresentato il primo importante appuntamento della 15esima Giornata Nazionale per la Custodia del Creato (incentrata sul tema “ ‘Vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà’ (Tt 2,12). Per nuovi stili di vita”), a cui è seguita il giorno dopo, il 6, la S. Messa in diretta su Raiuno alle ore 11 dalla Concattedrale di Comacchio, presieduta dall’Arcivescovo di Ferrara-Comacchio mons. Gian Carlo Perego.
E proprio mons. Perego è intervenuto a Jolanda nel Convegno moderato dal giornalista Alberto Lazzarini e che ha visto un’ampia partecipazione di pubblico: «Importante è non solo la tutela dell’ambiente ma un nuovo modo di abitare la terra, nuovi stili di vita», ha spiegato il Vescovo. La terra, come dice il Papa nel suo Messaggio per la Giornata del 1° settembre, «è la casa di Dio», «la terra è un sacramento – ha spiegato mons. Perego -, dove quindi cogliamo di continuo la Sua presenza, il luogo dove Lui abita insieme a noi e a tutto il creato». Abitare la terra casa di Dio significa quindi «assumere uno stile di vita nuovo, fondato sulla responsabilità, che abbia al centro un progetto di comunità, un progetto di bene comune che tenga uniti – in modo integrale – l’ambito sociale con quello economico, del lavoro e dell’ambiente». Solo in questo modo capiremo l’importanza di «riconsegnare la casa di Dio a ognuno dei nostri fratelli e sorelle e alle nuove generazioni».
Generazioni penalizzate da scelte scellerate attuate negli ultimi decenni, come ha riflettuto don Bruno Bignami, Direttore dell’Ufficio Problemi Sociali Lavoro della CEI: «il modello di sviluppo degli ultimi decenni ha fallito perché centrato solo sulla quantità e non sulla qualità delle relazioni sociali e personali». Tutto ciò ha portato alla «crisi ecologica e a forti disuguaglianze globali». «Senza fraternità», perciò, «non esiste libertà»: un accenno centrale, quello alla fraternità, fatto proprio in contemporanea all’annuncio alla stampa della firma il prossimo 3 ottobre ad Assisi da parte di Papa Francesco della nuova enciclica “Fratelli tutti” sulla fraternità e l’amicizia sociale. Mentre per il consumismo, ha riflettuto ancora don Bignami, «tutto è a portata di mano, tutto è usa&getta», al contrario è «responsabilità di ognuno trasformare i propri stili di vita all’insegna della sobrietà», una sobrietà che «non può non essere fondata sulla giustizia».
Atteso era anche l’intervento di Stefano Zamagni, Docente di Economia Politica all’Università di Bologna e Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali: in Italia – come fatto negli anni ’50 del secolo scorso da Adenauer in Germania – sarebbe necessario modificare la Carta Costituzionale inserendo «la responsabilità di ogni scelta del Governo come decisiva per le future generazioni, soprattutto per le conseguenze ecologiche».
Quattro sono dunque le transizioni fondamentali per rendere concreto questo sviluppo integrale: «la transizione energetica»; quella «economica, verso un modello di produzione circolare e non più lineare»; quella «culturale, per passare da un modello neo-consumista predatorio a un modello che soddisfi la condizione essenziale della sobrietà giusta e felice». È importante, infatti, ha posto l’accento Zamagni, «far capire alle persone che il risultato di questo percorso sarà una vita più felice. La felicità è uno degli obiettivi di un’esistenza autentica fondata sulla sobrietà». L’ultima transizione, decisiva per attuare le prime tre, è «la transizione antropologica»: nella Laudato si’ Papa Francesco ne parla attraverso il concetto di “pace interiore”, «possibile solo riscoprendo la centralità dell’essere umano». Il rischio, infatti, è che le prime tre transizioni acquistino – ha spiegato Zamagni – «una connotazione tecnocratica», nella quale la dignità della persona venga persa di vista come finalità principale.
Tutto ciò si potrà raggiungere, quindi, «non solo con la responsabilità delle imprese ma di ogni singolo cittadino/consumatore», basti pensare alla piaga della “fast fashion”, cioè della produzione nell’ambito dell’abbigliamento secondo il criterio dell’usa&getta. Responsabilità personale da considerarsi non solo come «imputabilità» ma soprattutto come «prendersi cura del prossimo, del creato, delle relazioni. Non dimenticando – l’ha sottolineato a più riprese Zamagni – come ognuno sia responsabile anche del bene che avrebbe potuto fare ma non ha fatto».
Una responsabilità, quella di ogni persona, che affonda le proprie radici nel ruolo affidatogli da Dio all’atto della creazione. E proprio dal libro di Genesi è partita la biblista e docente Silvia Zanconato per la propria riflessione, in particolare sull’insistenza non casuale nel testo sulle «diversità di ogni specie» (Gen 1,11-25), l’importanza quindi di «non omologare, ma di specificare le diversità una per una», riconoscendone la dignità. La crisi contemporanea – ha proseguito Zanconato – trova una delle cause proprio «nell’incapacità di molte persone di nominare le bellezze del creato, di saperle distinguere e quindi valorizzare. Spesso la natura è considerata «solamente una massa indistinta, omogenea, al massimo distinguibile in modo generico», attraverso generalizzazioni. Questa «indifferenza alla distinzione delle cose, ce le rende invisibili, mentre il saperle riconoscere nella loro specificità e quindi il saperle nominare è un dono di Dio per insegnarci a dare spazio a ogni creatura nella nostra mente e nel nostro cuore». Di questo perciò c’è bisogno: di «una nuova visione – ha proseguito -, un allargamento del nostro sguardo, di rielaborare la nostra auto-concezione di “signori del mondo”, vedendoci invece come creature fra le creature».
Un ragionamento, questo, strettamente correlato a uno dei concetti chiave della Giornata, quello di «pietà», un sentimento che ha a che fare col «riconoscimento del nostro posto e del posto degli altri», dell’intero creato, e «col rispetto». Per «conversione ecologica» dobbiamo quindi intendere «un cambiamento radicale del nostro modo di pensare, di vedere le cose», mentre l’opposto di questo atteggiamento sta nel perseverare «nell’indifferenza e con un comportamento predatorio e superbo nei confronti del creato»: è ora, insomma, di «un cambio di paradigma». Riprendendo un passo del Talmud, la Zanconato ha concluso spiegando come l’uomo deve abituarsi a non consumare senza prima aver pensato agli altri, al prossimo, alle altre specie, cioè alle conseguenze delle proprie azioni sull’intero creato.

Altrettanto netto e radicale è stato l’intervento di Atenagora Fasiolo, Archimandrita e Responsabile del Vicariato arcivescovile di Toscana e Liguria della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta: «oggi il primo obiettivo dell’umanità non è quello della qualità della vita, del suo benessere, ma della sua conservazione». Vale a dire della sua sopravvivenza. Fasiolo ha ricordato come Papa Francesco nella sua enciclica dedichi spazio alle parole e all’azione del Patriarca Ecumenico Bartolomeo (Laudato si’ 7, 8 e 9), per poi spiegare come la Chiesa Ortodossa fin dagli anni Ottanta del secolo scorso abbia prestato un’attenzione sempre maggiore al tema della cura del creato, tramite proposte concrete, diversi documenti, conferenze internazionali ed encicliche (la prima nel 1989, che istituisce anche la Giornata annuale del 1° settembre). La custodia dell’ambiente è, dunque, «un dovere umano e religioso», un tema dalla «forte valenza spirituale e teologica», e ha «la giustizia sociale come suo elemento portante». Rispettare l’ambiente – ha proseguito Fasiolo – significa «rispettare l’umanità integralmente, senza rendere le persone schiave di sistemi fondati su ideologie fondamentaliste».
«La crisi pandemica che stiamo vivendo – ha concluso – non ha fatto che dimostrare in maniera ancora più urgente il carattere antropico dell’equilibrio ecologico. Il creato non ci è stato donato da Dio per essere utilizzato e sfruttato a piacimento ma è un atto eucaristico offerto all’uomo per essere custodito».
Paolo Bruni, Presidente di CSO ITALY – Centro Servizi Ortofrutticoli ha fatto gli onori di casa al posto di Federico Vecchioni, Amministratore delegato di Bonifiche ferraresi (BF), che non ha potuto essere presente. Bruni ha spiegato come in particolare negli ultimi anni BF abbia deciso di unire ambiti come quello agricolo, industriale e della distribuzione, «prima in conflitto tra loro», senza dimenticare che «il bene centrale rimane l’uomo», in particolare i giovani: «da noi – ha spiegato -, sono 100 su 500 dipendenti totali».
In rappresentanza del territorio, oltre al Sindaco di Jolanda Paolo Pezzolato e al Presidente regionale Nicola Bertinelli, che hanno portato i saluti rispettivamente del Comune e di Coldiretti, è intervenuto Carlo Ragazzi, Presidente del Consorzio Uomini di Massenzatica: «siamo uno dei rari casi – ha spiegato quest’ultimo – in cui una comunità è proprietaria di un bene condiviso», una forma né privata né pubblica, ma una terza via originale. «Anche per questo consideriamo centrale il concetto di responsabilità intergenerazionale», frutto di «una visione di insieme, di comunità appunto».
Una Comunità, invece, quella specificatamente cristiana, che continuerà a ritrovarsi su questi temi anche a ottobre, con gli altri appuntamenti del Tempo del Creato – aperti a tutta la cittadinanza -, di cui daremo notizia prossimamente. Per ora è confermato il momento di preghiera ecumenico il 1° ottobre.

Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” dell’11 settembre 2020

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La rassegna “Musica giovani” al MAF di San Bartolomeo

22 Nov

Sala MAFNuova domenica ricca di eventi al MAF di San Bartolomeo in Bosco, il Mondo Agricolo Ferrarese in via Imperiale, 263. Comune di Ferrara e Associazione “MAF” con Associazione Bondeno Cultura e Associazione “MusiJam” organizzano dalle 15 la II° rassegna di “Musica giovani”. Vi sarà la presentazione del volume “Pietro Nicolini. Sindaco, Deputato e Senatore nella Ferrara d’inizio Novecento (1866-1939)” di Amerigo Baruffaldi, che ne parlerà con Daniele Biancardi. A seguire, presentazione della mostra “Lo storione e il caviale del ferrarese. Storie e storia dall’Età del Bronzo alla contemporaneità” (Associazione Bondeno Cultura, Gruppo Archeologico di Bondeno, a cura del Centro Etnografico di Ferrara), in parete fino al 3 dicembre. Infine, concerto degli allievi dei corsi musicali dell’Associazione culturale ‘Musijam’ di Ferrara, poi buffet per i partecipanti. L’evento è a ingresso libero.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 22 novembre 2015

Domani sera a Masi Torello incontro pubblico sui danni da grandine

14 Ott

masi torello-bperUn incontro aperto al pubblico per confrontarsi sulle soluzioni per i gravi danni conseguenti alla grandinata straordinaria dello scorso 5 settembre.

Giovedì alle 21 nella Sala Consiliare del Municipio di Masi Torello, in Piazza C. Toschi, avrà luogo la presentazione del progetto di finanziamenti agevolati per gli imprenditori agricoli del territorio. L’incontro è organizzato dal Comune di Masi Torello e dalla Banca Popolare dell’Emilia-Romagna (ex Banca Popolare di Ravenna), che ha già avviato il piano di aiuti agli agricoltori in difficoltà. Il piano prevede finanziamenti con tasso fisso all’1%, fino a 24 mesi, e con tetto massimo di 150.000 €, di cui un terzo può essere richiesto solo per il ripristino della liquidità. Gli interessati possono farne richiesta fino al 30 novembre prossimo. Inoltre, BPER ha messo sul tavolo anche la possibilità di sottoscrivere polizze multirischi. L’idea è nata, nei giorni successivi alla grandinata, da Enrico Pambianchi e Enrico Tassinati, due assicuratori masesi. All’incontro saranno presenti Riccardo Cristofori, Responsabile BPER della zona, Paolo Gallerani, Responsabile Agricoltura Bper e Paolo Manfredini, Direttore della filiale locale.

Andrea Musacci

Pubblicato (in forma ridotta) su la Nuova Ferrara il 14 ottobre 2015

Un finanziamento contro la grandine

10 Ott

Masi Torello, l’accordo con la BPER illustrato dal sindaco. 

Giovedì prossimo assemblea con gli imprenditori agricoli

masi torello-bperUn pomeriggio infernale, quello dello scorso 5 settembre. Una grandinata talmente forte da assumere quasi i caratteri di una calamità naturale. I Comuni della Provincia, però, hanno deciso di non abbattersi e di aiutare i produttori agricoli colpiti. Fra questi vi è Masi Torello, il cui sindaco, Riccardo Bizzarri, ha convocato per ieri mattina una conferenza stampa per illustrare l’accordo tra Comune, Banca Popolare dell’Emilia-Romagna (BPER) e agricoltori.

Un accordo vantaggioso, che potrà dare ossigeno alle tante aziende ortofrutticole colpite. Queste le caratteristiche: finanziamenti con tasso fisso all’1%, fino a 24 mesi, e con tetto massimo di 150.000 €, di cui un terzo può essere richiesto solo per il ripristino della liquidità. Gli interessati possono farne richiesta fino al 30 novembre. Inoltre, BPER ha messo sul tavolo anche la possibilità di sottoscrivere polizze multirischi.

L’idea è nata, nei giorni successivi alla grandinata, da Enrico Pambianchi e Enrico Tassinati, due assicuratori di Masi Torello. Riccardo Cristofori, Responsabile BPER della zona, spiega come «abbiamo proposto un prodotto semplice e snello, basta infatti un’autocertificazione per attivarlo. Certo – ha proseguito – risolve un problema momentaneo, ma ci rendiamo disponibili anche per accordi a lungo termine». Hanno dunque preso la parola Paolo Gallerani, Responsabile Agricoltura BPER e Paolo Manfredini, Direttore della filiale locale della BPER. Alla conferenza stampa vi erano anche Sara Landuzzi e Marco Bianconi di Coldiretti.

Infine, per giovedì 15 ottobre alle 21, nella Sala Consiliare del Municipio di Masi Torello, BPER organizza un incontro, aperto agli imprenditori agricoli del territorio, per illustrare il progetto.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 10 ottobre 2015

Domenica tra mondo rurale e scuola al MAF

17 Ott

Alda Costa - MAFAl MAF – Mondo Agricolo Ferrarese in via Imperiale, 265 a S. Bartolomeo questa sarà una domenica “Tra mondo rurale e istruzione pubblica”. In particolare, nell’ambito del Progetto “80° Scuola Alda Costa. 1933-2013”, l’Istituto Comprensivo Statale ”Alda Costa” di Ferrara presenta la mostra fotografica e il catalogo “Ottant’anni di vita per la scuola Umberto I – Alda Costa”, a cura di Maria Bonora e Paola Chiorboli. Il progetto si presenta come itinerario fotografico per conoscere la storia della scuola inaugurata ottant’anni fa con il nome “Umberto I”. L’esposizione è stata presentata lo scorso marzo presso le Grotte del Boldini in via Previati, 18 a Ferrara.

Il catalogo contiene tra l’altro alcuni brevi interventi di Francesco Scafuri, Anna Maria Quarzi, Maria Bonora e Paola Chiorboli, oltre a interviste a ex studenti dell’Umberto I. Il pomeriggio vedrà anche un ricordo di Beniamino Biolcati, presentazioni di libri e letture di poesie in dialetto.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 17 ottobre 2014

L’agricoltore Ghidoni fotografo della gente

11 Set

2014-09-09 10.22.57Da domenica scorsa al MAF, il Centro di documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese di San Bartolomeo in Bosco, in via Imperiale, 263, è possibile visitare la mostra “Sguardi-Eyes” del fotografo e imprenditore agricolo Lino Ghidoni. Le campagne turche che si affacciano sul Mar Nero sono immortalate dall’artista con rara bellezza e intensità. Fino al 31 agosto scorso il MAF ha accolto un’altra personale di Ghidoni, dal titolo “La mia gente.2”, dedicata alle campagne del nostro territorio, e nel quale l’artista di Vigarano Mainarda ha cercato di mettere in risalto non solo i corpi e i volti della nostra gente, ma anche, e soprattutto, le grandi distese coltivate. Nella mostra attualmente visitabile, invece, Ghidoni ha innanzitutto voluto mostrare i volti di anziani, di bambini, con primi e primissimi piani rigorosamente in bianco e nero. L’impatto visivo, ed emozionale colpisce fin da subito il visitatore, immergendolo non tanto nelle terre turche – a cavallo tra Oriente e Occidente – ma mostrando attraverso gli sguardi – come recita il titolo – l’anima delle singole persone, la loro interiorità, i loro affetti familiari e comunitari. Venti foto, scelte tra una quarantina scattate dall’artista l’anno scorso durante un viaggio, nel quale i visi segnati dal lavoro, dall’età, dalla miseria, parlano del connubio tra lavoro e religione, di un’arte manuale sinonimo di vita, di tradizione, di sacrificio. Uno spaccato arcaico di un mondo che assomigliava al nostro prima dell’avvento – nel secolo scorso – dell’industrializzazione.

La mostra “Sguardi – Eyes”, a ingresso libero e promossa anche dal Comune di Ferrara, sarà visitabile fino al prossimo 25 settembre negli orari di apertura del museo: da martedì a venerdì dalle 9 alle 12 e nei giorni festivi dalle 16 alle 19.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara l’11 settembre 2014

Oggi a Jolanda di Savoia le auto grandi protagoniste

30 Ago

marisa1Proseguono – in attesa della chiusura prevista per domani – le iniziative nell’ambito delle Giornate del Riso di Jolanda. Oggi alle 10 il programma prevede un focus sull’agricoltura dedicato in particolare al riso. Alle ore 17 un laboratorio creativo al Parco Cavazzini. Per proseguire poi alle ore 18 con il raduno di auto Tuning in Piazza Unità d’Italia.

Altre iniziative interessanti sono ovviamente in programma anche per domani, giornata conclusiva. Va peraltro ricordato che fino al 20 settembre è possibile visitare la mostra collettiva organizzata dalla Galleria del Carbone per ricordare l’artista Carolina Marisa Occari, scomparsa lo scorso 11 maggio.

Oggi alle 16, nel luogo dell’esposizione, il Centro Culturale Walter Matteucci in C.so Matteotti, 20 a Jolanda di Savoia, avrà luogo una dimostrazione di stampa dell’incisore Vito Tumiati, che stamperà alcune lastre inedite degli artisti partecipanti e di Carolina Marisa Occari.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 30 agosto 2014

Ultima serata verde con la voce di Isa Dall’Olio

21 Ago

imagesQuesta sera in via delle Erbe, 29 nella sede dell’azienda agricola “Nuova Terraviva” si conclude la rassegna estiva “Note a Terravivabio”. Come di consueto, alle 20 vi sarà la degustazione con ricco buffet con verdure di stagione, mentre alle 21.30 inizia l’ultimo concerto, intervallato da una pausa a base di cocktail bio-creativi, torte, frutta bio e altro. Il live vedrà protagonista la cantante Isa dall’Olio e il Bio Elettroacustico Trio, ovvero Giacomo Bertocchi (saxofoni ed elettronica), Roberto Poltronieri (chitarre) e Claudio Castellari (tastiere, organi, theremin e piano elettrico). Il repertorio della cantante spazia dal jazz al soul, dalla bossanova all’acoustic funk, non disdegnando la canzone italiana d’autore. La formazione della Dall’Olio, infatti, è ad ampio raggio, variando dal canto lirico al moderno, dalla musica etnica al jazz. Queste le tariffe della serata: concerto con consumazione € 7, mentre degustazione, concerto e consumazione € 15. La rassegna è organizzata dall’azienda agricola “BioPastoreria” con l’associazione “Il Cantiere delle Idee Chiare e Sfuse”. Per informazioni contattare i numeri 0532-754107 o 339-2669871, oppure scrivere a biopastoreria@gmail.com.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 21 agosto 2014