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“Casa dei Bambini”: alla Sacra Famiglia la «scuola della felicità»

2 Mar

Abbiamo visitato la Scuola d’infanzia “Casa dei Bambini” della parrocchia della Sacra Famiglia a Ferrara. Metodo Montessori per un ambiente di cura e gioia, improntato al senso di responsabilità. E ora anche attento ai bisogni di diversamente abili e anziani

di Andrea Musacci

Quello che può sembrare un piccolo progetto, dice invece molto del luogo che lo accoglie e delle persone che lo hanno voluto e sostenuto. 

Da quasi 70 anni in via Recchi, una traversa di via Bologna a Ferrara, dietro la chiesa (ora anche Santuario mariano) della Sacra Famiglia, c’è la Scuola d’infanzia “Casa dei Bambini”. Lo scorso 24 febbraio è stata presentata alla stampa la nuova piattaforma per disabili e anziani con difficoltà motorie, che rappresenta il primo passo di un progetto più ampio intitolato “Scuola accesso facile – Per la disabilità motoria”, per abbattere tutte le barriere architettoniche, interne ed esterne, dell’edificio. Per l’occasione, erano presenti il parroco don Marco Bezzi, il vicario don Thiago Camponogara, Alessandro Atti (Consiglio Affari economici parrocchiale), Marianna Pellegrini della Fondazione Estense (che ha dato un importante contributo per l’acquisto) e tre delle quattro insegnanti della scuola: Angela Artioli, Franca Parisotto (che ne è anche la Direttrice) e Lara Mazzetto (la quarta insegnante, da poco arrivata, è Antonella Bertolino).

«Per ora non abbiamo persone disabili» (che siano alunni, insegnanti o genitori) – ha spiegato don Bezzi -, «ma in futuro potrebbero esserci: vogliamo essere preparati». La piattaforma è stata installata (e collaudata lo scorso 13 dicembre) a fianco della scala nel cortile d’ingresso su via Recchi, quindi in funzione dal piano di calpestio al piano rialzato. «L’anno prossimo faremo montare un’altra piattaforma nella parte posteriore della struttura», prosegue il parroco, nel cortile dove i bambini giocano e dove le prime suore domenicane fecero costruire una cappella-grotta mariana. Questa ulteriore piattaforma permetterà di scendere alla mensa nel piano interrato e di salire al piano rialzato.

Come accennato, la piattaforma è stata realizzata da “Ferrara ascensori” con l’importante contributo di Fondazione Estense (13 mila euro su 18.500 totali), grazie all’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, per l’acquisto, la progettazione, l’installazione, il collaudo e la sicurezza. Viene aperta e attivata solo da un operatore incaricato, per impedire che i bambini, giocando nel cortile, possano essere “tentati” di manovrarla.

“CASA DEI BAMBINI”, UNA GRANDE FAMIGLIA

La Scuola Materna “Casa dei Bambini” della parrocchia della Sacra Famiglia è parte dell’Opera Nazionale Montessori ed è aggregata alla FISM (Federazione italiana Scuole materne) di Ferrara-Comacchio. Attualmente ospita 75 alunni fra i 3 e i 6 anni di età, di cui la metà straniera (originari di diversi paesi africani, profughi dall’Ucraina, provenienti da Albania, Romania, Moldavia, Iran, Pakistan e Cina) e alcuni di loro musulmani. La Casa dei Bambini è sorta nel 1952 per volontà dell’allora parroco don Adriano Benvenuti e avviata nel ’56 con l’arrivo delle Suore Domenicane della Beata Imelda. Suore che, fin da subito, hanno improntato il loro servizio educativo sulla metodologia didattica di Maria Montessori ideata da lei stessa all’inizio del secolo. Una delle prime suore domenicane alla Sacra Famiglia, suor Fernanda Bersani, fu proprio un’allieva di Maria Montessori.

Attualmente l’edificio è progettato per contenere fino a 150 bambini, e per il pranzo accoglie anche una 60ina di piccoli del doposcuola. Al piano interrato ci sono la sala mensa e la cucina attrezzata, al pian terreno il salone con altre sale e al primo piano, la palestra, il dormitorio (entrambe con le pareti disegnate nel 2017 da suor Alma) e una cappella usata dalle suore, per la Messa mattutina del sabato e per le preghiere con i bambini. Il menù è sempre appeso sulla porta d’ingresso della scuola, affinché i genitori possano sapere cosa i figli mangiano.

Quattro le sezioni – l’ultima aperta nel 2022 – e diverse le donne impegnate nel servizio di pulizia e in mensa, oltre alle tre suore domenicane tuttofare: le filippine suor Marilla, suor Cristina e suor Helen della Congregazione Domenican Daughters of the Immaculate Mother, impegnate nella portineria, nell’accoglienza, nell’insegnamento della lingua inglese, nell’aiuto per il pranzo, nell’accompagnamento dei bimbi per il riposino pomeridiano.

Una scuola montessoriana, quindi, con un’identità ben precisa e con un metodo – ci spiega don Bezzi, «che sempre più scuole stanno adottando, anche nel nostro territorio». Grazie al metodo Montessori, infatti, «il bambino è incentivato a scoprire affiancato dalle maestre, pensata come una sorella maggiore. Qui non esistono cattedre e tutto l’arredamento è ad altezza bambino». A 4 anni iniziano a prendere confidenza con la scrittura, i numeri pari e dispari fino al 10 e la geografia, anche attraverso strumenti come le lettere sensoriali, giochi sonori o colorati. Sono attrezzature costose, molte delle quali presenti – e ancora in perfetto stato – dal ’56. «Il gioco lo scelgono loro, non gli viene imposto», proseguono le maestre. «Questo non significa che c’è anarchia, ma silenzio e rispetto». Ed educazione alla responsabilità: è frequente vedere i bimbi più grandi aiutare i più piccoli, insegnare loro piccole cose, o alcuni di loro, bardati col grembiule bianco, servire ai tavoli durante il pranzo. “Una mano attaccata alla ringhiera e una dietro alla schiena quando si sale le scale”: anche questo viene insegnato alla Casa dei Bambini. Piccoli gesti che fanno crescere donne e uomini grandi, educati e attenti agli altri. «Il bambino non è una scatola vuota da riempire ma una mente pensante, che fa domande», ci spiega ancora don Bezzi. «Qui le maestre devono parlare sottovoce, stare con loro, non dire al bambino “hai sbagliato” ma provare assieme per far crescere la fiducia in sé stesso». 

Le insegnanti della vicina scuola primaria “Mosti” su via Bologna – ci spiega il parroco – «non a caso ci dicono sempre che i bimbi provenienti dalla nostra scuola quando arrivano da loro sono già scolarizzati». Questa è la «scuola della felicità», dice spesso don Marco ai piccoli della scuola. E loro annuiscono, perché questa gioia la vivono, la sentono. Non è qualcosa che viene loro insegnato, ma semplicemente testimoniato.

Pubblicato sulla “Voce” del 1° marzo 2024

La Voce di Ferrara-Comacchio

I bambini protagonisti in “Little” a Parco Massari

13 Set

Il vicesindaco Maisto insieme agli organizzatori dell'evento

Il vicesindaco Maisto insieme agli organizzatori dell’evento

Educare i più piccoli all’arte e allo sport, e dare ai genitori strumenti utili per affrontare la sfida della genitorialità. “Little – la festa dei piccoli” è il nome dell’evento in programma domenica dalle 10 alle 19.30 nel Parco Massari di Ferrara, organizzato dall’associazione Carpemira, con sede in via Frutteti a Ferrara. Ieri mattina alle 12 nella sala Zanotti del Municipio è stata presentata l’iniziativa alla presenza del Vice sindaco e Assessore alla Cultura Massimo Maisto, dell’Assessore alla Pubblica istruzione Annalisa Felletti, insieme alla presidente e alla responsabile alla comunicazione di Carpemira Francesca Venturoli e Federica Borghi, oltre a tanti volontari dell’associazione. Maisto ha elogiato questa «nuova bellissima iniziativa organizzata da un piccolo spazio famigliare che ha costruito, con l’associazione, una piccola casa della cultura».

«Quando nasce un bambino è un evento straordinario, una sfida per i genitori e per tutta la città, una responsabilità e una possibilità», ha esordito Venturoli. Domenica l’associazione proporrà nel programma «una panoramica di tutte le attività che svolgiamo durante l’anno». In particolare, orgoglio della Venturoli è il progetto Music Together, grazie al quale ha preso avvio Carpemira, «metodo alternativo di educazione musicale insieme ai genitori, non competitivo e dedicato alla fascia d’età 0-5 anni». L’assessore Felletti si è, dunque, complimentata con l’organizzatori e ha sottolineato come, «nonostante  sia la prima edizione, vi sono gia buoni presupposti perché l’evento si possa ripetere».

Francesca Venturoli, Massimo Maisto e Annalisa Felletti

Francesca Venturoli, Massimo Maisto e Annalisa Felletti

Tra gli eventi in programma, vi è il corso di Autodifesa per mamme, «per sviluppare una maggiore autoconsapevolezza,  e affrontare le tante difficili situazioni della maternità in un modo corretto». Inoltre, il progetto Gioca Spal,  una collaborazione con la scuola calcio della Spal per i bambini dai 5 anni. Poi, corsi di ukulele, danza creativa, pilates in gravidanza, fitness, incontri informativi e letture di storie. Infine, spazio anche ai giochi per approcciarsi alla creazione artistica, con Play Group e Incontri d’arte, dedicati rispettivamente ai bambini 0-5 anni e a quelli dai 5 ai 10 anni.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 09 settembre 2015