
A “La Voce” spiega: «le difficoltà aumentano giorno dopo giorno». I contatti quotidiani con l’Italia (anche con IBO)
Ivan Sandulovich fa parte dell’Associazione Italia-Ucraina di Bologna, città dove ha vissuto 15 anni. Di solito ogni anno almeno per 6 mesi si reca in Ucraina per coordinare progetti di cooperazione internazionale, ad esempio per bimbi disabili. Ora, però, il periodo nel suo Paese d’origine si prolungherà.
Ivan si trova a Cernivci, a un’ora di macchina da Siret in Romania. Insieme ad altri 30 volontari dell’Associzione e agli operatori e ai volontari del Comune di Cernivci, organizza nel Centro regionale (gli altri due nell’ovest del Paese sono a Leopoli e Uzhorod) la raccolta e lo smistamento dei beni di prima necessità per i profughi, l’aiuto agli stessi durante il loro viaggio verso il confine rumeno, oltre a mantenere i contatti con enti, istituzioni e associazioni in Italia. Fra questi vi è IBO, che a Ferrara sta organizzando una raccolta di beni di prima necessità da inviare in Ucraina grazie anche ad Amos Basile e Agnese Di Giusto, i due volontari che sono dovuti rientrare da Kitsman a causa della guerra (ne abbiamo parlato nel numero scorso), dov’erano impegnati nel Centro Campanellino “Dzvinochok” per minori disabili.
Sono decine di migliaia – circa 60mila – le persone giunte a Cernivci da altre zone del Paese in guerra. «Molte – ci racconta Ivan – arrivano con solo uno zainetto, non hanno nulla. Spesso sono donne coi loro bambini. Vengono accolte in strutture di accoglienza, arrivano stremate, non mangiano da giorni». Ma uno dei compiti di Ivan è anche quello di fare in modo che gli aiuti dall’estero arrivino il prima possibile dove sono destinati. «Controllo cosa arriva, la destinazione e organizzo il trasporto, rendicontando tutto».
I volontari della sua Associazione assistono anche i profughi durante il loro viaggio verso il confine, muovendosi ad esempio con mezzi agili nel traffico in mezzo alle lunghe file di macchine. «Capita spesso di dover assistere madri con bambini piccoli», ci spiega Ivan. In generale, la situazione in città non è facile. «Scarseggiano i carburanti, lunghe sono le file di auto davanti ai benzinai, che li esauriscono in poche ore. Gli alimentari si trovano, pur con prezzi maggiorati, molti farmaci bisogna prenotarli ma non si sa quando verranno recapitati». La speranza è che le bombe non arrivino anche qui. «La gente non può più lavorare, temo ci saranno tanti casi di crolli psicologici».
Andrea Musacci
Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 18 marzo 2022