Due giovani donne che scompaiono come inghiottite dalla Natura, un mistero che la ragione non può comprendere: questo il cuore della conferenza “Smarrirsi nel mistero del paesaggio: un confronto fra L’avventura e Picnic ad Hanging Rock di Peter Weir” tenuta dalla dott. Diletta Pavesi alla Biblioteca Ariostea per le “Sinfonie urbane” all’interno del “Piano Michelangelo Antonioni. La ricerca di un posto nel paesaggio”, curato da Doris Cardinali e Leonardo Delmonte. Le sparizioni sono simbolo di una drammatica rottura del rapporto fra uomo e mondo, nella quale, come spiega la Pavesi: «L’uomo scopre la sua posizione periferica, la sua irrilevanza, e in ultimo il carattere fittizio della sua identità», mentre il mondo si mostra come kaos. Ne “L’avventura” i borghesi dell’Italia del boom ben presto rimuovono il dionisiaco, con il suo fascino e la sua violenza. In “Picnic”, invece, nonostante l’alterità dell’esperienza panica rimanga, la disciplina vittoriana subisce uno scacco non sanabile. Insomma, una natura che non è regno di una “felicità perduta” ma maestoso luogo sintesi di grazia e di terrore.
Andrea Musacci
Pubblicato su la Nuova Ferrara il 20 febbraio 2013


