Lo scrittore e giornalista inglese Paul Mason è intervenuto al Festival di “Internazionale”
“Il futuro migliore. In difesa dell’essere umano” (Il Saggiatore, 2019) è il nome dell’ultima fatica di Paul Mason, scrittore e giornalista inglese, collaboratore del Guardian. In occasione del Festival di “Internazionale” il libro è stato presentato nel pomeriggio del 5 ottobre nel Cortile del Castello di Ferrara, stracolmo per l’occasione. Il giornalista, dialogando con Marino Sinibaldi di RAI Radio 3, ha spiegato il suo concetto di “nuovo umanesimo”, mosso da “un ottimismo radicale”, in una società come quella contemporanea dove convivono un’euforia tecnologica e un pessimismo geopolitico. “Cerco di proporre idee per una resistenza al controllo sempre più forte delle macchine, della tecnologia e del mercato sull’umano”, ha spiegato Mason. “La mia intenzione è quella di difendere radicalmente l’essere umano, il quale nel suo DNA ha tanto l’aspetto immaginativo, quanto il linguaggio, tanto l’aspetto tecnico quanto la volontà di collaborare coi suoi simili, quindi uno spirito cooperativo: tutti questi fattori vanno valorizzati, avendo il fine della liberazione da un sistema economico che mette in crisi le stesse democrazie”. Davanti alla crisi ormai manifesta dell’ “io” liberale e liberista, non bisogna – come invece spesso accade – cadere in uno sterile “fatalismo”, ma riscoprire “la capacità umana di agire liberamente, anche resistendo a un certo sistema dell’informazione che o censura o fa propaganda o deliberatamente fa circolare fake news”. Il nuovo soggetto della storia, secondo Mason, è “l’individuo reticolare” (concetto in parte ispirato da Manuel Castells), ultimo stadio del cammino dell’umanità che va “dalla difesa dei propri interessi personali alla lotta organizzata” per la liberazione di tutti. “Sta a voi giovani – è il messaggio finale di Mason – intraprendere questo percorso, liberandovi da una mentalità gerarchica” – che tanti danni ha fatto in passato, anche nei movimenti di liberazione – e rivalutando la “centralità del corpo come luogo privilegiato dell’umanità e dell’impegno attivo”.
Andrea Musacci
Pubblicato su “la Voce di Ferrara-Comacchio” dell’11 ottobre 2019
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