
Dal 1981 al 1984 è a Ferrara coi frati di S. Spirito e studia in Seminario, dove si diploma. Ancora oggi, che è Patriarca Latino di Gerusalemme, mantiene i contatti con alcune amiche
La guerra in corso fra lo Stato di Israele e i terroristi palestinesi di Hamas, scatenata da questi ultimi con la strage del 7 ottobre scorso, ha posto ancor più al centro dell’attenzione una personalità carismatica, con uno dei ruoli forse più delicati nella nostra Chiesa: il card. Pierbattista Pizzaballa, O.F.M., Patriarca di Gerusalemme dei Latini ed ex Custode di Terra Santa.
Ma forse in molti non sanno come un periodo importante della propria giovinezza, Pizzaballa l’abbia trascorso nella città di Ferrara, tra il Seminario Arcivescovile di via G. Fabbri e il Convento di Santo Spirito. Siamo nei primi anni Ottanta, e per alcune vicissitudini, Pizzaballa arriva nella nostra città. Città dove tornerà – pur “virtualmente” – il 1° marzo per il primo dei quattro incontri dell’Ottavario di Santa Caterina Vegri al Monastero ferrarese del Corpus Domini. Alle ore 20.45, infatti, si collegherà on line da Gerusalemme per dialogare assieme a Cristiano Bendin, caporedattore del Resto di Carlino di Ferrara, sul tema “Su di te sia pace” .
GLI ANNI FERRARESI, TRA GLI STUDI E LA MUSICA
Pierbattista Pizzaballa nasce a Cologno al Serio (BG) il 21 aprile 1965, e vive a Liteggio, ma quand’è ancora bambino con la famiglia si trasferisce in Romagna, a Rimini, dove la vicinanza del mare può donare anche al piccolo Pierbattista un’aria più salubre. A Rimini frequenta le Elementari e poi le Scuole Medie nel Seminario Minore “Le Grazie” di Rimini, che però chiuderà di lì a poco. Pizzaballa nel 1981 viene quindi trasferito a Ferrara assieme a due suoi compagni di studi, Gianni Gattei (riminese, attuale custode della Provincia dei Frati Minori in Papua Nuova Guinea) e Marco Zanotti (che sceglierà di non prendere i voti). I tre vivranno assieme ai frati minori francescani nel Convento di Santo Spirito in via della Resistenza. Allora la parrocchia è guidata da padre Atanasio Drudi, che sarà parroco per 30 anni, fino al ’97. Pizzaballa svolge gli studi superiori nel Seminario di via Fabbri e nel giugno dell’84 consegue la maturità classica come privatista del Liceo Ariosto. La mattina segue le lezioni, nel pomeriggio è a Santo Spirito, dove studia, fra gli altri, con don Valentino Menegatti, attuale parroco di Pontegradella, col quale trascorrerà anche due anni a Bologna di studi di teologia. «Ricordo il suo carattere asciutto, energico, impulsivo ma schietto, sincero, buono», ci racconta don Menegatti. A Santo Spirito, Pizzaballa suona l’organo con cui accompagna il coro di giovani voluto da padre Drudi, di cui Pizzaballa diventa responsabile ma che sarà guidato in quegli anni anche da suor Celestina Valieri, attualmente missionaria in Paraguay. Forte, infatti, è sempre stata la sua passione per la musica. «Ricordo anche – prosegue don Menegatti – come Pizzaballa fosse innamorato della comunità degli ebrei cattolici», movimento di ebrei convertiti al cattolicesimo. E «ha sempre amato le missioni francescane. “Tu studi da Provinciale”, gli dicevamo scherzando, già però intuendo le sue qualità e il suo amore per l’ordine di cui faceva parte».
Come «timido e riservato, schivo» lo ricordano anche alcune storiche parrocchiane di Santo Spirito: Monica Malin, Maria Silvia Ariati e Maria Luisa Panzanini. Con lui come organista, ci raccontano, «abbiamo partecipato a diverse rassegne corali che allora la Diocesi organizzava, oltre a spettacoli nel nostro cinema parrocchiale». Nel settembre 1983 Pizzaballa col coro di Santo Spirito partecipa a Roma a un incontro internazionale dei cori sacri che cantano a San Pietro nella Messa presieduta dal Santo Padre. Il 5 settembre 1984 a S. Spirito veste l’abito francescano. «L’ingresso nell’ordine francescano – ha raccontato durante la cerimonia per la sua ordinazione episcopale nel 2016 – era per me una scelta naturale visto che venivo da quel mondo: lì ho dato espressione concreta a quel desiderio di semplicità, di scelta radicale, di sobrietà».
DA BOLOGNA A GERUSALEMME
Nel 1984 Pizzaballa lascia Ferrara e vive l’anno di noviziato nel Santuario Francescano di La Verna, dove emette la Professione Temporanea nel settembre del 1985. A Bologna presso la Chiesa di S. Antonio emette invece la Professione Solenne nell’ottobre 1989 e sempre a Bologna, nel settembre 1990 è ordinato sacerdote. Dopo un periodo a Roma, un mese dopo, nell’ottobre del ’90 si trasferisce a Gerusalemme. Qui, dopo gli studi filosofici-teologici, consegue la Licenza in Teologia Biblica allo Studium Biblicum Franciscanum. Nel 1995 cura la pubblicazione del Messale Romano in lingua ebraica e poi traduce vari testi liturgici in ebraico per le Comunità cattoliche in Israele. Dal 2 luglio 1999 entra formalmente a servizio della Custodia di Terra Santa: ricopre il ruolo di Vicario Generale del Patriarca Latino di Gerusalemme per la cura pastorale dei cattolici di espressione ebraica in Israele ed è Consultore nella Commissione per i rapporti con l’Ebraismo del Pontificio Consiglio Promozione Unità dei Cristiani. Prima nel 2004, poi nel 2010 e nel 2013, sempre per tre anni, Pizzaballa è nominato Custode di Terra Santa. Nel 2016 Papa Francesco lo nomina Amministratore Apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme e viene ordinato Vescovo a Bergamo. Quattro anni dopo, il 24 ottobre 2020 Papa Francesco lo nomina nuovo Patriarca Latino di Gerusalemme. Pizzaballa, che è anche Membro del Dicastero per le Chiese Orientali e di quello per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, sempre da Papa Francesco è creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 30 settembre 2023. Il giorno dopo, presiede la sua prima Messa da Cardinale nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Gli viene assegnata la chiesa di Sant’Onofrio al Gianicolo a Roma, retta dai frati minori francescani.
UN’AMICIZIA CHE RIMANE
Ma per le sue amiche ferraresi, il card. Pizzaballa rimane ancora «Pierbattista», «un amico». È soprattutto Ariati ad aver sempre mantenuto i contatti con lui in questi 40 anni, prima in forma epistolare e raramente telefonica, poi via mail e WhatsApp, anche incontrandolo nel 2014 al Meeting di Rimini, dove partecipava come relatore all’incontro “Il potere del cuore. Ricercatori di verità”. Alcune di loro hanno anche partecipato alle sue ordinazioni episcopale e cardinalizia a Bergamo e a Roma, dove hanno potuto salutarlo per alcuni minuti: «è rimasta una persona umile, disponibile e gentile, che ha mantenuto vivo lo spirito francescano», ci raccontano. È rimasto quel ragazzo.
Andrea Musacci
Pubblicato sulla “Voce” del 1° marzo 2024







