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Di corsa per il diritto di cittadinanza

7 Ott

italiani al traguardoù

Nella giornata conclusiva del Festival di Internazionale un avvento “anomalo” ha animato la mattinata ferrarese. Alle 10.30 al Largo Castello ha preso avvio “Italiani al traguardo. Tutti di corsa per il diritto di cittadinanza alle seconde generazioni”, corsa non competitiva di 5 km patrocinata dalla Fidal e dalla Uisp nazionale e in collaborazione con la Uisp di Ferrara, Arci Ferrara e il Liceo Roiti. Erano presenti, come testimonial, anche Gloria Hooper, campionessa italiana dei 100 metri di origini ghanesi e Delmas Obou, campione italiano assoluto dei 100 metri di origini ivoriane, che hanno dato il via ufficiale alla corsa.

Un’ora prima della partenza sono iniziate le iscrizioni di questa gara gratuita e aperta a tutti, donne, uomini, bambini, disabili. Un piccolo ma “agguerrito” gruppo di podisti (circa 50 persone presenti) si è dato appuntamento sotto il porticato di fianco al punto di partenza per dimostrare come lo sport, l’agonismo “da sempre unisce i popoli”, per usare le parole di Obou. Tra i protagonisti della gara si potevano vedere giovani e meno giovani, famiglie con bambini, amatori e agonisti, tutti accomunati non dallo spirito competitivo ma dal desiderio di divertirsi e di dare un segnale importante in tema di diritti di cittadinanza. In questa cupa domenica d’inizio ottobre, pochi ombrelli, molti impermeabili e pettorine gialle in un clima conviviale sono partiti in direzione di corso Ercole I d’Este, sfidando la pioggia che ha accompagnato questi tre giorni di festival.

Questo è stato il percorso della maratonina: partenza da Largo Castello (lato muretto Castello Estense). Attraversamento di viale Cavour verso Corso Ercole I d’Este, fino a Porta degli Angeli (successivo attraverso di Corso Biagio Rossetti), Rampari di Belfiore, Viale degli Angeli, Via delle Vigne, Via delle Erbe, Corso Porta Mare, Via Palestro, Corso Giovecca, e arrivo in Largo Castello.

Andrea Musacci

Fracking, ovvero la fine della rivoluzione verde

7 Ott

energia-petrolio

“Il petrolio è finito, viva il petrolio! Fracking, boom energetico e conseguenze sull’ambiente” è il titolo dell’incontro svoltosi sabato alle 15 al Teatro Comunale nell’ambito del Festival di Internazionale.

Silvia Bencivelli, collaboratrice con la Rai per Presa diretta, di Riccardo Iacona, e per Radio3 scienza, di Rossella Panarese, ha introdotto e moderato il dibattito tra tre giornalisti esperti di politiche energetiche a livello globale: Serge Enderlin, svizzero, Dimiter Kenarov, bulgaro e Fred Pearce, britannico. Il Governo degli USA ha annunciato con orgoglio di puntare, nel giro di pochi anni, a raggiungere l’indipendenza a livello energetico. Da cosa dipende questo? Dal fatto che la tecnica del fracking grazie alla possibilità di produrre energia a basso costo e alla possibilità di creare molti posti di lavoro, viene sempre più presentata come il futuro, la miglior soluzione possibile per sfruttare le proprie risorse naturali. L’aumento del numero di perforazioni negli USA ha, quindi, “sepolto” tutti i progetti basati sulla “rivoluzione verde”, sull’uso di combustibili puliti. Il fracking, infatti, ha totalmente riabilitato combustibili come il gas e il petrolio. Le rapide mutazioni tecnologiche e la scoperta di nuovi giacimenti sembrano presentarlo come l’unico modo per affrontare i problemi di disoccupazione: si potrebbe dire che “l’economia di ieri” (i vecchi combustibili fossili) stiano aiutando “l’economia di oggi” ad uscire dalla crisi. Questo punto di vista non tiene conto delle nefaste conseguenze a livello ambientale, non solo l’ulteriore innalzamento della temperatura globale ma anche i problemi legati all’enorme quantitativo di acqua che la tecnica del fracking richiede.

A risentirne sono, dunque, anche tutti i progressi compiuti nella ricerca di combustibili puliti, nel grande progetto della “rivoluzione verde”. Inoltre, come ha sottolineato Enderlin, “il fracking porterà ad un miracolo economico di breve durata” (5-10 anni), sarà insomma nient’altro che una “bolla”.

Silvia Bencivelli ha concluso ricordando come la teoria secondo la quale sia il fracking la causa del sisma avvenuto nel 2012, sia nientemeno che una “bufala”, in quanto nel nostro Paese non vi sono le risorse naturali sufficienti per giustificare l’uso di questa tecnica, che peraltro sarebbe impossibile da nascondere.

Andrea Musacci

Le vite degli altri ad Internazionale

7 Ott

Ferrara – “Le vite degli altri” raccontate in Sala Estense durante il Festival di Internazionale sono quelle di immigrati che – attraverso i fumetti di Hervé Barulea, in arte Baru – arrivano fino a noi.

Il disegnatore francese nato da padre italiano e madre bretone, assiema Laurent Maffre, disegnatore francese, ha raccontato secondo il suo modo di narrare per vignette come negli ultimi vent’anni sia aumentato l’arrivo di disperati in Italia, mentre nel passato erano gli stessi italiani ad emigrare, in particolare in Francia, in Germania e in America.

“Il flusso si è invertito”, l’Italia è diventato un paese di frontiera, una “porta d’accesso” privilegiata. La dura realtà dei paesi balcanici, di molti paesi africani e del Medio-Oriente ci pone, dunque, da molti anni di fronte ad “una vera e propria catastrofe umanitaria”, della quale la tragedia di Lampedusa di qualche giorno fa non è che l’ultimo, terribile esempio.

Rispondendo alle domande di Francesco Boille, di Internazionale e di Igiaba Scego, scrittrice italo-somala, Baru ha ricordato come il padre, italiano, sia cresciuto esso stesso in Francia, dopo che il nonno era emigrato. Una domanda, in particolare, ben rappresenta la tragicità dell’immigrazione: “Qual è il prezzo che gli immigrati pagano per essere integrati in un paese che spesso non vuole accoglierli?”.

Da questo interrogativo ha preso spunto una riflessione sull’essenza dei suoi fumetti, creando i quali egli si pone sempre dal punto di vista dei dominati, di coloro che, per il fatto di aver perso – come spesso accade – la speranza, perdono la loro dignità, la cifra che li rende umani.

Andrea Musacci

Pubblicato su Ferrara 24 ore il 07 ottobre 2013

Violenze e omicidi di Alba dorata

6 Ott

Alba dorata

Circa due settimane fa un loro militante ha ucciso a coltellate il rapper antifascista Pavlos Fissas. Il loro leader, Nikolaos Mihaloliakos, attende in carcere il processo a suo carico in cui dovrà rispondere dell’accusa di aver fondato un’ associazione a delinquere. È Alba Dorata, partito neonazista greco, al centro del libro di Dimitri Deliolanes, “Alba dorata”. Ne ha discusso ieri alle 11.30 al chiostro di San Paolo con Jacopo Zanchini di Internazionale, e con Thierry Vissol, della Commissione europea, nelle vesti di moderatore. Durante il dibattito si sono ricordati le varie violenze (e omicidi) perpetrate da militanti del movimento neonazista greco e gli arresti di tredici loro militanti, sei deputati e otto poliziotti conniventi per associazione a delinquere.

Deliolanes ha ricordato le origini di Alba Dorata negli anni ’80, i collegamenti col regime dei colonnelli e ha sottolineato come al suo interno non esista la distinzione tra deputati “in doppio petto” e picchiatori. Infine, sono stati spiegati i collegamenti tra il movimento e la Lega Nord, nonché i rapporti con Forza Nuova e movimenti nazisti tedeschi.

L’incontro è stato registrato per la trasmissione radiofonica di Studio Europa.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 06 ottobre 2013

Thuram e gli altri parlando dei giornali di tutto il mondo

6 Ott

thuram

Nemmeno la pioggia incombente ha scoraggiato gli avventori del festival di Internazionale. Ieri mattina alle 10 al Chiostro di S. Paolo ha avuto luogo la rassegna stampa internazionale, in diretta nazionale su Radio24, grazie al programma “L’altra Europa”. In collaborazione con Presseurop, Federico Taddia ha interlocuito con i numerosi ospiti presenti: Gian Paolo Accardo di Presseurop, Nicola Delcroix del Seae, Lucia Magi di El País, Andrea Segre, regista, Lilian Thuram della Fondazione Lilian Thuram, Silvije Tomasevic della tv pubblica croata e Jacopo Zanchini di Internazionale.

Attraverso le letture di diversi quotidiani da tutto il mondo – tra cui, International Herald Tribune, De staandard, Le Monde, Lavanguardia – si sono affrontati i temi caldi dell’attualità, dalla tragedia di Lampedusa alla visita del Papa ad Assisi, dall’omaggio a Giap ai conflitti politici all’interno dell’Unione Europea.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 06 ottobre 2013

«Un mondo di luci» trasforma Corso Ercole I d’Este

6 Ott

foto ercole

Una sera di luci nella strada più famosa di Ferrara, protagonista, anch’essa, del Festival di Internazionale. Venerdì sera chi passava in Corso Ercole I d’Este, fino all’1 di notte, non poteva perdersi “Un mondo di luci”, serie di fotografie proiettate su pareti (ed alberi), direttamente dalle pagine di Internazionale. L’autore di questa affascinante e contraddittoria esposizione è Clément Briend, fotografo francese e docente di fotografia all’Université de Valenciennes, nonché fondatore del Collectif des illuminations politiques. Una serie di immagini del nostro tempo, di icone contemporanee.

Si spazia dalla banale provocazione del Cristo di Rio sovrastato da bacio omosessuale maschile al volto di Obama, dal corpo “politico” (?) di una giovane femminista alle folle egiziane emblema delle cosiddette rivoluzioni arabe.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 06 ottobre 2013

«Pochi sempre più ricchi e tanti sempre più poveri»

6 Ott

diamanti disuguaglianze

“Più ricchi e più poveri. Quanto ci costa la disuguaglianza” è il titolo dell’incontro pubblico svoltosi venerdì alle 21 nel Cortile del Castello, all’interno del Festival di Internazionale. Ilvo Diamanti, sociologo e politologo e Chiara Saraceno, sociologa hanno dialogato indieme a Eric Jozsef di Libération sui temi più che mai attuali delle differenze economico-sociali tra le varie classi sociali. Chiara Saraceno ha sottolineato il ruolo, ancora troppo decisivo, della famiglia di provenienza nel delineare il benessere di una persona. Questa mancanza di mobilità sociale mostra come “il nostro sistema non riesca più a redistribuire le chance di vita.”

Ilvo Diamanti, invece, ha iniziato la propria analisi dalla situazione del nord-est Italia, fondata sulla piccola e piccolissima media impresa e sul ruolo della famiglia e della comunità come “ammortizzatori sociali”. Tutti aspetti, questi, che, a differenza di oggi, davano l’idea che i figli e i nipoti avrebbero vissuto meglio dei genitori.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 06 ottobre 2013

Il disequilibrio europeo al Festival di Internazionale

5 Ott

Ferrara – L’Europa e il progetto dell’Unione Europea sotto i riflettori del Festival di Internazionale a Ferrara. Ieri pomeriggio, nell’Aula Magna della Facoltà di Giurisprudenza, ha riscosso un ottimo successo l’incontro dal titolo “Europa, aiuti umanitari e diritto d’ingerenza”.

Tantissimi i giovani fra il folto pubblico per ascoltare Michael Braun, del quotidiano tedesco Die Tageszeitung, Pierre De Gasquet, de Les Echos, uno dei principali giornali economici francesi, il belga Nicola Delcroix, membro del Seae, il Servizio Europeo per l’Azione Esterna e James Walston dell’American University of Rome. Ad introdurre e a moderare il confronto il vicedirettore di Internazionale, Jacopo Zanchini.

De Gasquet ha spiegato la differenza tra la volontà del governo socialista di Hollande di intervenire in Siria e le strategie dei governi Chirac e Sarkozy. La differenza fondamentale sta nel superamento della cosiddetta “linea rossa”, vale a dire nell’uso di armi chimiche contro civili da parte del regime di Assad. Detto questo – ha continuato De Gasquet – resta il problema dell’egemonia jihadista tra i ribelli siriani. Mentre Braun ha sottolineato la riluttanza tedesca, fin dal secondo dopoguerra, a interventi militari in altri Paesi, Walston ha elencato i quattro criteri che legittimano un intervento armato: legalità, difesa dei diritti umani, sicurezza e praticabilità. Il dibattito è dunque proseguito riflettendo sull’attuale situazione in Libia, e sui presunti progressi rispetto al precedente regime di Gheddafi.

Tutti i relatori, seppur con sfumature diverse, hanno mostrato scetticismo riguardo all’attuale regime libico nonchè rispetto all’applicazione pratica della risoluzione dell’ONU a favore dell’intervento militare.

Andrea Musacci

Pubblicato su Ferrara 24 ore il 05 ottobre 2013

Gli alunni del Roiti e dell’Ariosto processano l’Europa

5 Ott

Ferrara – Al Festival di Internazionale sembra di essere in un’aula di tribunale. Non è una provocazione ma è l’impressione che si è avuta entrando stamattina in Piazza Municipale. Alle 11, infatti, si è svolto il primo dei due “processi all’americana”, dal titolo “L’Europa alla sbarra.

L’Unione serve a qualcosa o è solo burocrazia?”. Alcune ragazze e ragazzi del Liceo Roiti e del Liceo Ariosto di Ferrara erano, infatti, presenti all’incontro nei panni dei Pubblico Ministero e della difesa. Sul banco degli imputati sedeva, dunque, l’Europa, o meglio l’Unione Europea. Nel ruolo di Giudici vi erano Emilio Dalmonte, Vice Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Tonia Mastrobuoni de La Stampa e Andrea Pipino di Internazionale.

A moderare il dibattito/processo Federico Taddia, attuale conduttore su Radio24 de “L’Altra Europa”.

Il dibattito è iniziato con la lettura di due capi d’accusa rivolti all’Europa. Le immagini del Presidente della Commissione Europe Barroso, del Presidente del Parlamento Europeo e del Presidente del Consiglio europeo hanno dato il via all’obiezione sulla mancanza di legittimità delle istituzioni europee, sulla poca credibilità di queste tra i cittadini dei vari paesi membri e sulle politiche riguardanti i paesi più deboli, i cosidetti PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna).

Per controbattere alle argomentazioni dell’accusa, la difesa ha mimato un dialogo su un tram tra un giovane e un anziano, nel quale il primo dimostrava all’interlocutore alcuni dei progressi fatti negli ultimi anni dall’Unione Europea: la tessera sanitaria europea, la validità continentale della patente di guida, le nuove politiche fiscali e ambientali, l’elezione del Parlamento europeo.

I successivi interventi dei tre giudici hanno, quindi, sottolineato i pro e i contro delle argomentazioni dei giovani studenti, evidenziando come, nonostante i le numerose lacune dell’UE, molti passi in avanti siano stati fatti, soprattutto negli ultimi vent’anni.

Andrea Musacci

Pubblicato su Ferrara 24 ore il 04 ottobre 2013

«Se questa è una donna», storie di stupri e infibulazioni

5 Ott

se questa è una donna

All’interno del programma del Festival di Internazionale, ieri alle ore 18 nel Chiostro di S. Paolo in p.zzetta Alberto Schiatti vi è stata la presentazione del libro di Luca Attanasio intitolato “Se questa è una donna” (L’Erudita, 2013). L’autore ha dialogato con Stefania Mascetti, giornalista di Internazionale. L’opera narra le storie, tragiche e appassionanti, di tre donne, Shirin, Aminata, Yergalum.  Questi racconti sono nati dai colloqui di Attanasio con alcune donne vittime di tortura presso il servizio per richiedenti asilo dell’ospedale San Gallicano di Roma, nel periodo compreso tra il settembre 2009 e il giugno 2011. “Sono donne che hanno compiuto vere e proprie odissee, sono eroine dei giorni nostri”, ha spiegato l’autore. E in effetti sono segnate nell’anima e nel corpo, vittime di stupri e di infibulazioni. Nonostante ciò sono donne, ragazze forti, non rassegnate, e rappresentano in un certo senso anche “l’archetipo del desiderio di libertà e giustizia.” Tre donne che hanno, infine, ottenuto lo status di rifugiate politiche dopo aver passato innumerevoli inferni, dalla Libia al mar Mediterraneo.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 05 ottobre 2013