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Adolescenti in versione pulp: l’innocenza diventa omicidio

13 Lug
Piergiorgio Pulixi, Marco Belli e Matteo Strukul

Piergiorgio Pulixi, Marco Belli e Matteo Strukul

I libri di Pulixi e Strukul presentati ieri per “Giallo Ferrara”

Nonostante la calda giornata festiva, ottima è stata la partecipazione all’incontro sul genere pulp per la rassegna “Giallo Ferrara”. Ieri alle 11 sotto il portico della Libreria IBS+Libraccio in P.zza Trento e Trieste si è svolta la presentazione di due romanzi usciti lo scorso aprile per Edizioni e/o.

Il canto degli innocenti di Piergiorgio Pulixi, cagliaritano classe ’82, e Cucciolo d’uomo di Matteo Strukul, classe ’73 e padovano come il loro maestro Massimo Carlotto, sono stati presentati dal ferrarese Marco Belli, anch’egli fresco autore di un libro, Il romanzo dell’ostaggio (Koi Press, 2015).

Il primo tema affrontato in maniera più dettagliata è stato quello dell’infanzia e dell’adolescenza. Per quanto riguarda il libro di Strukul, il bambino è «l’innocente», vittima di trafficanti senza scrupoli, costretto alla prostituzione o mero oggetto di traffico di organi. Questo suo ultimo romanzo, nel quale riprende anche il concetto di “Mcmafia” da Misha Glenny, rappresenta il terzo della saga con protagonista Mila Zago, celebre cacciatrice di taglie dai dreads rossi. Al contrario nel suo libro Pulixi attua «un ribaltamento: l’infanzia e l’adolescenza non sono necessariamente sinonimo di innocenza» e, infatti, i giovani adolescenti protagonisti del racconto sono spietati omicidi, «giovani pieni di rabbia e di sete di vendetta» sui quali indaga il commissario Vito Strega. Questi ragazzi, però, ha proseguito Pulixi, «non sono solo carnefici, ma anche vittime di se stessi e della società che vuole plagiarli. Sono al di là del bene e del male, nel senso che non hanno gli strumenti per saperli distinguere».

Il pubblico presente all'incontro

Il pubblico presente all’incontro

Dominano, dunque, nelle due opere temi difficili: quello della perdita dell’innocenza, dei traumi dell’infanzia, dei rapporti complessi coi propri genitori, o con l’altro sesso. Infine, un’altra questione posta da Belli ai due autori è stata quella del territorio. In Cucciolo d’uomo «la terra tra Ferrara e Rovigo, del Delta del Po, che è particolarmente interessante» fa da sfondo a parte della narrazione. Ne Il canto degli innocenti, invece, viene rappresentato non un territorio reale ma «dell’anima, una città dell’anima».

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 13 luglio 2015

Una vera e propria scena del crimine ieri in Biblioteca Ariostea

12 Lug

IMG_20150711_111009Il nastro bianco e rosso della Polizia di Stato a delimitare uno spazio invalicabile, un manichino/cadavere riverso su alcune sedie, alcuni oggetti abbandonati sul tavolo. Così ieri mattina si presentava il palchetto della Sala Agnelli nella Biblioteca Comunale Ariostea (via Scienze, 17 a Ferrara).

Al posto delle consuete letture pubbliche o conferenze che richiamano decine di persone, la Sala è stata adibita a vera e propria scena del crimine in occasione dell’incontro con la Polizia Scientifica di Bologna, all’interno del programma del festival “Giallo Ferrara”. Attraverso la spiegazione di Alessandro Stradiotti, neo Sovrintendente Capo (è stato il Responsabile Eventi della Biblioteca, Fausto Natali, a comunicargli la promozione dopo l’incontro) e la simulazione, con tanto di tuta bianca d’ordinanza, compiuta dal Sovrintendente Andrea Tresoldi di Ferrara e dall’assistente Francesco Giardina, sono stati spiegati i retroscena, le tecniche e le curiosità di quest’arte scientifica.

ariostea 2Il “classico” delitto di una donna, il cui corpo senza vita è ritrovato sul divano all’interno della sua abitazione, è stato oggetto della simulazione. Si parte col ritrovamento del cadavere, l’arrivo della squadra mobile della Polizia, quindi della Scientifica, e l’inizio del sopralluogo giudiziario. L’osservazione, attraverso luci forensi, e la documentazione scientifica sono fondamentali per fare in modo che «chiunque, anche a distanza di molto tempo, possa comprendere la scena del crimine», che viene dunque “congelata”. Successivamente giunge sul luogo il medico legale, che constata il decesso e la tempistica, attraverso il rigor mortis, il rilevamento delle impronte digitali e di altre tracce. Vengono, dunque, eseguite l’eventuale indagine balistica, l’analisi degli oggetti e i rilievi video e fotografici delle stanze attigue a quella del delitto.

Un lavoro particolarmente interessante quello della Scientifica, dunque, ma molto delicato. Un’indagine scientifica per tentare di raggiungere, o di avvicinarsi il più possibile, all’oggettività, «senza incolpare o discolpare nessuno», cercando di dare un apporto fondamentale alla ricerca della verità.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 12 luglio 2015