La mattina del 26 marzo scorso un 27enne è stato trovato morto in zona Krasnodar per eroina. I dati confermano l’aumento del consumo. Sempre più persone, e sempre più giovani, si rivolgono ai servizi per problemi legati alla tossicodipendenza. “Tutte le droghe oggi sono più pericolose”: la dichiarazione di Luisa Garofani del Sert
Lo hanno trovato riverso sul letto una mattina qualunque di inizio primavera, privo di vita, quella vita strappata dalla droga. Aveva solo 27 anni il ragazzo, B. M., che nelle prime ore del giorno del 26 marzo scorso è morto per overdose, trovato così, esanime, dal padre nella camera della loro casa in zona via Bologna, vicino al Centro Commerciale “Il Castello”. E’ successo a Ferrara, è successo a un ragazzo, in una famiglia non dissimile da tante altre, in un tranquillo quartiere della prima periferia cittadina. Immediatamente i genitori hanno dato l’allarme ai soccorsi del 118, giunti sul posto con un’ambulanza, ma il personale sanitario non ha potuto far altro che constatare il decesso del giovane, per “arresto cardiocircolatorio”, si pensa causata da una dose di eroina. Per una triste combinazione, tre giorni dopo, il 29, all’Ospedale S. Anna di Cona era in programma l’incontro sul tema “Uso ed abuso di sostanze psicotrope nei giovani. Quali strategie a Ferrara”, nel quale sono stati coinvolti i diversi professionisti impegnati nell’ambito del consumo e delle dipendenze da sostanze stupefacenti.
I dati
In Emilia-Romagna la cannabis è stata la sostanza psicoattiva illegale maggiormente sperimentata dalla popolazione 15-65enne. Il 33,6% dei soggetti l’ha utilizzata almeno una volta nella vita, contro l’8,1% che ha utilizzato cocaina, il 4,5% stimolanti, il 3,9% allucinogeni e il 2,2% oppiacei. Più alti risultano i valori del consumo delle sostanze lecite, quali alcol (92,3%) e tabacco (62,8%). In generale risulta che i cittadini emiliano-romagnoli sono lievemente più esposti all’uso di sostanze rispetto alla media nazionale, soprattutto per i cannabinoidi, gli allucinogeni e i stimolanti. Negli ultimi 4 anni, nella provincia di Ferrara, le persone che si sono rivolte ai servizi sanitari per problemi legati al consumo problematico o alla dipendenza da stupefacenti o sostanze psicoattive sono passate da 2.114 a 2.421 con un incremento di periodo del 14,5%. La comparazione tassi di utenza complessiva colloca il territorio ferrarese al di sopra della media regionale, con un tasso standardizzato per età e sesso di 9,44 soggetti con dipendenza patologica ogni 1.000 abitanti contro l’8,78/1.000 della media regionale. La prevalenza della dipendenza patologica da droga nella popolazione generale vede ai primi posti il distretto Centro Nord con un tasso di 4,13 per 1.000 e il distretto Sud Est con 3,97 tossicodipendenti ogni 1.000 residenti di età compresa tra i 15 e i 64 anni. Il fenomeno del consumo di droga nel distretto Ovest continua negli anni ad avere un impatto minore rispetto alle altre realtà territoriali, infatti si rileva un tasso di 2,90 tossicodipendenti ogni 1.000 abitanti di età compresa tra i 15 e i 64 anni, collocandosi così al di sotto della prevalenza media provinciale che è di 3,80 casi ogni 1.000 residenti. Le sostanze primarie maggiormente consumate continua ad essere: l’eroina utilizzata da 628 pazienti pari al 73,3%, per il 96,4% con la modalità d’uso endovenoso; la cocaina utilizzata da 123 pazienti pari al 14,4% (3,6% con uso endovenoso); la cannabis utilizzata da 90 pazienti pari al 10,5%. L’analisi temporale del rapporto tra utenti distinti per sostanza primaria e popolazione target segue un trend in leggera decrescita per gli oppioidi (2,90/1.000, associato ad un incremento dei pazienti in trattamento per consumo problematico di cocaina (0,90/1.000) e di cannabinoidi (0,57/1.000). Nel tempo si conferma la tendenza selettiva per sesso della dipendenza da droghe: gli utenti in carico ai SerD sono in prevalenza maschi (M=84,5%; F=15,5%), con un rapporto di 5,4 maschi ogni femmina.
Adolescenti e giovani
A Ferrara, a partire dal 2000, si è assistito all’incremento costante dell’accesso ai servizi di adolescenti e giovani adulti (15-24 anni), che passano da 64 pazienti nel 2000 a 162 nel 2016, con un tasso di crescita di periodo del 153%. Il tasso di prevalenza età specifico passa da 4,6 per 1.000 nel 2007 a 6,2 per 1.000 nel 2016. L’età di accesso ai servizi si abbassa. Infatti la quota di soggetti con un’età compresa tra i 15 e i 19 anni di 31 utenti del 2007 raddoppia raggiungendo nel 2016 i 66 pazienti in trattamento. Questa nuova utenza assume comportamenti di consumo diversi rispetto al passato, infatti si incrementano le richieste di trattamento per abuso di eroina, 23,5% (fumata quotidianamente o per più giorni la settimana), di cocaina, 2,5% e per consumo problematico di cannabinoidi (37,0%). In generale gli adolescenti riferiscono di avere sperimentato molte sostanze (eroina, cocaina, amfetamine, ketamina, extasy, ice, sostanze allucinogene, ecc.) e di proseguire nel tempo nel poliabuso delle stesse. Tra le sostanze concomitanti all’uso primario va messa in luce la percentuale di consumo di cocaina che arriva al 35,6%. Nel 2016 sono stati 37 i minori (14-17 anni) che hanno seguito un percorso terapeutico dedicato; di questi 12 oltre al consumo di sostanze presentavano problematiche multidimensionali (sanitarie, familiari e sociali) e sono stati inseriti in team di co-progettazione socio-sanitaria che ha visto la collaborazione tra più servizi coinvolti sul caso (SerD, Uonpia, Psichiatria adulti, Asp). In risposta all’aumento del consumo di sostanze tra la popolazione giovanile, per facilitare gli accessi al sistema di cura, i servizi hanno attivato percorsi di presa in carico specifici diretti agli adolescenti attivando un’équipe multidisciplinare dedicata, al fine di agire precocemente, in una fase di uso non stabilizzato di sostanze psicoattive. In particolare l’intervento precoce dedicato ai giovani mira all’inquadramento diagnostico e al lavoro integrato con le famiglie e gli insegnanti ad orientamento cognitivo comportamentale. Da uno studio condotto a Ferrara su una coorte di pazienti di età inferiore ai 25 anni compiuti che hanno avuto accesso al Dipartimento di Emergenza di Ferrara (Ospedali di Cona, Ospedale del Delta, Cento e Argenta nel periodo compreso tra il 01/01/2012 e il 31/12/2016) con uno stato di agitazione psicomotoria, nel 27% del campione è stata fatta diagnosi di intossicazione correlata all’uso di sostanze compreso l’alcool. Il 67,1 % dei casi sono di sesso maschile contro il 32,9% del campione di sesso femminile.
“Tutte le droghe oggi sono più pericolose”: Luisa Garofani del Sert
“Quel che sappiamo e che si può dire è che il 27enne morto a Ferrara, in precedenza aveva consumato sostanze stupefacenti, e nell’ultimo periodo era stato lontano dai nostri servizi. Sul mercato ha trovato probabilmente un’eroina, com’è quella che si trova oggi, più potente ed incisiva anche negli effetti, in quanto addizionata con sostanze oppoidi o farmacologiche che la rendono anche molto meno controllabile, soprattutto da parte di chi, come probabilmente lui, non l’aveva mai provata, appunto perché da un po’ di tempo lontanto dal mercato”. A parlare a “la Voce” è Luisa Garofani, Direttrice del Sert di Ferrara. “Il giovane – prosegue – ha avuto dunque una recidiva, segnale di forte malessere, di mancanza di una prospettiva futura, nuovamente di ricerca di quel ’rifugio’ che è l’eroina. In generale, “come operatori in questo ambito, possiamo dire che oggi assistiamo a un’emergenza riguardante tre tipologie di consumatori di eroina, che successivamente hanno smesso di consumarla e poi ci sono ricascati: nel primo gruppo vi sono persone di una certà eta, che come servizi abbiamo seguito per un certo tempo e a volte hanno delle ricadute. Nel secondo gruppo vi sono appunto i giovani, che sperimentano un’eroina senza nessuna mediazione, da soli, magari con l’idea – che sta passando – che questa sostanza sia migliore rispetto a quella di una volta, basta non farsela in vena. Come detto prima, è vero il contrario, e questo vale anche se la si fuma. Infine, nel terzo gruppo vi sono persone che escono dal carcere, e che quindi vanno particolarmente attenzionate”. In generale, non solo a Ferrara, è in aumento il consumo di sostanze stupefacenti, anche di quelle considerate erroneamente ‘leggere’. “Erroneamente perché – sono ancora parole della Garofani -, la cannabis, ad esempio, se prima aveva un principio attivo del 4%, oggi quella che si trova sul mercato ha un principio attivo molto più elevato, addirittura del 20%. Non aiuta nemmeno il fatto che sia molto più facile reperirla, e che costi molto meno, così come le altre droghe, fatto che fa passare l’idea che siano più innocue”. La drammatica realtà è che le droghe, al contrario, “sono sempre più sintetiche, quindi molto più pericolose: il loro effetto è più potente, e il danno assolutamente incalcolabile”.
Andrea Musacci
Pubblicato su “la Voce di Ferrara-Comacchio” del 05 aprile 2019
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