Da novembre vivrà a Victoria (diocesi di Gualeguaychú) in Argentina. Realizza così la vocazione di una vita. Lascia Malborghetto, l’Ufficio Vocazioni e Vita Consacrata. Andrà nella zona delle ferraresi suor Celestina Valieri e suor Irenea Baraldi
di Andrea Musacci

I 25 anni di sacerdozio don Emanuele Zappaterra lì festeggerà compiendo ciò che, da una vita, sente come sua vocazione profonda: quella di diventare sacerdote missionario fidei donum. Il nostro Arcivescovo, infatti, a febbraio ha accettato la sua richiesta di andare a vivere in Argentina, per la precisione a Victoria, provincia di Entre Rios, diocesi di Gualeguaychú, suffraganea dell’arcidiocesi di Paraná, dove si trasferirà a fine novembre. In questa Diocesi troverà le ferraresi suor Celestina Valieri e suor Irenea Baraldi.
Dopo il rientro nel 1997 di don Francesco Forini dalla missione di Kamituga in Congo e di don Carlo Maran da Parauapebas in Brasile, la nostra Diocesi non aveva più avuto missionari diocesiani fidei donum. Maria Giovanna Maran è stata, in questi anni, l’unica fidei donum, ma laica, da Ferrara-Comacchio.
Don Zappaterra dal 2018 è parroco a Malborghetto di Boara e a Boara. È anche Direttore dell’Ufficio per la Pastorale delle Vocazioni e dell’Ufficio per la Vita Consacrata, Canonico del Capitolo della Cattedrale, nonché Assistente spirituale di IBO Italia. Nato a Ferrara il 4 giugno 1971, è stato ordinato sacerdote nella nostra città il 12 ottobre 1996. Vice parroco a S. Maria del Perpetuo Soccorso dal 27 ottobre 1996 all’ottobre 1999, poi vice parroco a Quacchio sino al marzo 2001, fino al 2005 è stato parroco a Coronella e Madonna Boschi. «Già in questo periodo – racconta a “La Voce” – desideravo partire come missionario, ma pensavo soprattutto all’Africa o all’Asia, avendo riferimenti missionari quali padre Matteo Ricci o San Francesco Saverio. E poi era ancora viva la memoria dell’esperienza missionaria di don Alberto Dioli in Congo».
Ma in questo periodo don Emanuele viene chiamato da don Andrea Zerbini, allora alla guida del Centro Missionario Diocesano, grazie al quale viene a sapere che la ferrarese suor Irenea Baraldi, missionaria dal 1982 in Argentina, aveva ricevuto la richiesta dal Vescovo di tornare in Italia, dopo un breve rientro nel nostro Paese, con un sacerdote italiano. Anche grazie a incontri con missionari in Bolivia o alla testimonianza di un’altra ferrarese, Suor Celestina Valieri, dal 1990 missionaria in Argentina, don Emanuele si sente sempre più chiamato dall’America Latina, meta che prima non aveva considerato. Nel 2001 un altro momento importante è la sua celebrazione della prima Messa in Diocesi per la comunità latinoamericana della nostra provincia, che inizierà a seguire pastoralmente, iniziando così anche a imparare lo spagnolo. Dal giugno 2005 al 2 gennaio 2007 è parroco a S. Giovanni Bosco-Raibosola a Comacchio e Assistente dell’Oratorio cittadino Pio XII°. Nel 2006 don Emanuele ha l’opportunità di passare un mese a Laguna Naick Neck in Argentina da suor Baraldi: «dopo due settimane che ero lì – ci racconta – mi sentivo a casa mia. La mia consapevolezza di quale fosse la mia vocazione crebbe ancora».
Dal 2007 è parroco a Masi S. Giacomo-Montesanto, dove prova a coinvolgere alcuni ragazzi per una futura missione. Proprio nel 2007 trascorre un altro mese a Laguna Naick Neck insieme a una ragazza neodiplomata: «ospite di una famiglia che gestiva una pompa di benzina, ho fatto esperienza di come vivono loro, oltre a fare attività con le suore di suor Baraldi e alla pastorale». La stessa suor Baraldi l’anno successivo viene trasferita a Entre Rios, proprio dove don Emanuele andrà a vivere dal prossimo novembre.
Nel 2009 don Piero Tollini muore, lasciando fondi per la carità e le missioni: don Andrea Zerbini, esecutore testamentario, destina una parte proprio alle suore in Argentina per progetti di aiuto ai bambini e ai ragazzi poveri a El Campito (zona di Entre Rios). Don Zappaterra compirà un altro viaggio in Argentina, a El Campito per vedere il progetto realizzato e a Laguna Naick Neck.
Il 15 agosto 2011 diventa parroco di S. Agostino a Ferrara e dal 2012 Direttore dell’Ufficio Missionario Diocesano, riuscendo a far diventare Maria Giovanna Marian laica fidei donum in Brasile. Dal 2014 al 2018 è Rettore del Seminario Arcivescovile: una volta lasciato l’incarico, inizia a parlare a mons. Perego del suo desiderio di partire missionario. A inizio 2020 don Emanuele fa un’esperienza con IBO in Perù, per poi recarsi anche in Ecuador. A fine 2020 avviene un’accelerazione positiva: da un sacerdote di Gualeguaychú, che aveva ospitato a Malborghetto, viene a sapere del recente cambio del Vescovo, e della volontà del nuovo pastore di conoscerlo. In una videochiamata gli spiega il progetto nella Diocesi in Argentina, che poi esporrà allo stesso mons. Perego, il quale, dopo una profonda riflessione, darà il suo consenso alla partenza di don Emanuele. I primi di settembre don Emanuele lascerà gli incarichi in Diocesi, il 12 settembre partira per Verona dove fino al 16 ottobre fara un periodo di preparazione nella sede della PUM – Pontificia Unione Missionaria. Dopo il rientro in Diocesi, probabilmente durante la Veglia missionaria di fine ottobre riceverà dal Vescovo il mandato missionario. Un mese dopo, circa il 22-23 novembre, partirà per Victoria, vicino Buenos Aires, nella provincia di Entre Rios, dove si trova anche il Santuario di Nostra Signora di Aránzazu: qui don Emanuele aiuterà i sacerdoti, oltre a svolgere vera e propria opera di evangelizzazione in una terra povera e dove in alcune zone le comunità riescono ad avere la S. Messa pochissime volte l’anno. Oltre a ciò, a don Emanuele è stato anche chiesto di collaborare con l’equipe formativa del Seminario dicoesano di Gualeguaychú.
«Quando ormai non ci pensavo più, mi hanno chiamato a partire in missione», conclude don Emanuele emozionato. «Spero che questa esperienza possa rappresentare anche un’importante apertura missionaria per la nostra Arcidiocesi, magari ospitando in Argentina saltuariamente sacerdoti e seminaristi». Della famiglia di don Emanuele rimangono la madre vedova (il padre è deceduto nel 2018), che vive in zona Krasnodar a Ferrara, due sorelle (una vive a Casaglia, l’altra a Quartesana) e cinque nipoti.
Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 18 giugno 2021
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