Sentirsi amati, sempre: l’impegno del SAV

12 Mag
Alcune volontarie davanti alla sede del SAV

Siamo andati nella sede del Servizio Accoglienza alla Vita di Ferrara per incontrare le volontarie. Perché la vita si difende, innanzitutto, con l’amore e la vicinanza alle persone

Impressionano quelle file di alti scaffali dove ordinatamente sono stipati ogni genere di indumenti per bambini di età diverse, e, dal lato opposto dello stanzone, le file di alimenti a lunga conservazione. Siamo nella sede del SAV – Servizio di Accoglienza alla Vita di Ferrara, per la precisione nell’ambiente dedicato alla distribuzione. Ma ciò che colpisce ancora di più, ogni volta che si varca la soglia d’ingresso, sono il calore e la gioia che le tante volontarie impegnate mettono in ogni piccolo gesto, in ogni sorriso.

Qui in via Arginone, a metà strada fra il carcere e la chiesa di San Giacomo, ogni mattina dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12 decine di volontarie accolgono mamme coi loro figli, a volte anche papà, venuti per ricevere in dono alimenti o indumenti soprattutto per i loro bambini, e a volte anche per sé. Il sabato, invece, oltre all’attività di segreteria, è prevista l’accettazione del materiale donato.

Attualmente sono 70 i soci (perlopiù donne), di cui 44 volontarie attive regolarmente. Sono donne che fanno della concretezza la loro forza, ma senza che il loro impegno diventi qualcosa di meramente burocratico e dimostrando, semplicemente col loro esserci, che i Centri di aiuto alla vita non sono etichettabili solo come gruppi “anti aborto”. «Certo, il nostro discorso va controcorrente – ci spiega la presidente Alessandra Cescati Mazzanti -, per noi la vita inizia col concepimento. Ma siamo persone competenti, e il nostro carisma va rispettato». La loro missione consiste nell’essere vicine alle donne, ai loro bimbi, alle loro famiglie. «Molte madri ci dimostrano riconoscenza anche a distanza di tempo, perché si sono sentite e si sentono amate da noi».

In questo periodo il SAV di Ferrara aiuta 292 famiglie: 59 vengono nella sede di via Arginone in maniera continuativa ogni settimana per ritirare indumenti, alimenti per i bimbi (pastine, omogeneizzate) e alimenti a lunga conservazione i genitori. 73 famiglie, invece, ritirano solo indumenti, e alimenti per i bimbi, mentre le restanti 160 ritirano un po’ di tutto ma saltuariamente, vale a dire circa ogni 3-4 mesi. Sono famiglie soprattutto straniere (la maggior parte nigeriane e marocchine), ma quelle italiane rappresentano una minoranza corposa. 

Il SAV ha anche aiutato la popolazione ucraina nelle prime settimane del conflitto in corso. Alla parrocchia guidata da padre Vasyl Verbitskyy sono stati consegnati tre pulmini pieni di materiale poi recapitati nel Paese in guerra: nello specifico, sono stati raccolti 15 lettini da campeggio, pannolini, alimenti per bimbi, coperte, vestiti, assorbenti, biancheria, e 250 kg di pasta acquistati coi soldi raccolti grazie a una delle serate di Burraco che regolarmente organizzano come forma di autofinanziamento. «Il nostro rapporto con padre Vasyl – ci spiegano – è iniziato ben prima dello scoppio del conflitto: ad esempio, lo scorso dicembre ci ha chiesto di aiutarlo per l’acquisto di un farmaco per un bambino, introvabile in Ucraina, e siamo riuscite ad aiutarlo».

Oltre agli indumenti, gli investimenti più consistenti sono naturalmente quelli per latte e pannolini, per cui vengono spesi ogni mese circa 2mila euro. Un’altra forma di aiuto del SAV avviene mettendo a disposizione i due appartamenti dell’Associazione presenti in via Baluardi, che possono ospitare 4 mamme coi loro bimbi. Nello stesso edificio ha anche sede il Laboratorio “Mani d’oro”. Soprattutto tramite il passaparola e la pagina Facebook, le volontarie riescono a raggiungere più persone possibili per chiedere aiuto quando vi sono necessità particolari. Come nel caso di una mamma, che dopo un certo periodo in uno degli appartamenti di via Baluardi, a breve si trasferirà in un alloggio del Comune, sprovvisto di tutto, mobili compresi. E grazie al passaparola, in tanti si stanno rendendo disponibili per aiutarla.

Non mancano, poi, raccolte straordinarie, come quelle durante la Giornata della Colletta Alimentare, o come quelle nei supermercati Coop: la prossima è in programma alla Coop del Doro sabato 14 maggio dalle ore 8 alle 13, con 8 volontarie che si alterneranno per la raccolta.

Un altro importante capitolo dell’impegno del SAV riguarda l’accoglienza nella propria sede di studenti in percorsi di stage in Alternanza Scuola Lavoro (soprattutto da Einaudi, Ariosto e Roiti) e l’adesione, da cinque anni, al Progetto di Accoglienza per Attività di Volontariato Sostitutiva della Sanzione dell’Allontanamento Scolastico.

Paola Mastellari, referente di questi due progetti, ci illustra i risultati dell’accordo tra il SAV e il Centro Servizi per il Volontariato, che fa da intermediario tra le associazioni e le scuole. «Lo scorso gennaio abbiamo ripreso i contatti con le scuole, dopo la sospensione per l’emergenza Covid. In questi primi mesi dell’anno abbiamo ospitato quattro studenti: a gennaio due ragazze dell’Einaudi per l’Alternanza Scuola Lavoro, che sono state qui da noi per tre settimane. Sono rimaste talmente contente che, a conclusione del progetto, hanno portato quattro loro compagne di classe per fargli conoscere la nostra realtà». Negli anni poi, assieme agli stagisti, «abbiamo portato avanti diversi progetti, ad esempio sulla prevenzione di incidenti domestici». 

Due sono, invece, i ragazzi accolti per l’Allontanamento Scolastico, uno dell’ITIS e l’altro, di 15 anni, del Vergani-Navarra, che farà esperienza al SAV dal 9 al 19 maggio. «Per noi è sempre una sorpresa la relazione che si crea con questi ragazzi sospesi da scuola», ci spiegano le volontarie. «Scopriamo, infatti, che sono persone molto sensibili e contenti di conoscere un mondo di cui non sapevano nemmeno l’esistenza. Speriamo sempre che qualche studente torni spontaneamente come volontario».

Riguardo a quest’ultimo gruppo di ragazzi accolti, le volontarie, dopo un colloquio e una visita alla sede, cercano di capire le loro attitudini e quindi come meglio renderli utili, ad esempio nel controllo delle scadenze degli alimenti raccolti, oppure nello stoccaggio o nella sistemazione degli scaffali. 

Quest’ultime iniziative legate al mondo della scuola dimostrano ancora di più la volontà del SAV di far comprendere la propria apertura all’intera cittadinanza e l’importanza di un servizio come questo che va avanti da 35 anni, fondamentale per difendere la cultura della vita non come sterile battaglia ideologica ma come fonte di speranza per tutti, soprattutto in una città come la nostra con un indice di natalità basso e in continuo calo.

Una cura, quella delle volontarie del SAV, che come dicevamo non si arresta ai primi mesi di vita del bambino, ma prosegue nel tempo, a volte per anni. Come nel caso di una giovane camerunense madre di una bimba, seguita dal SAV, che con le volontarie in queste settimane condivide la grande soddisfazione di aver conseguito la Laurea magistrale in Medicina e Chirurgia.

Andrea Musacci

Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 13 maggio 2022

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