
Ecco cos’abbiamo scoperto indagando sugli ospiti e i promotori della fiera dedicata alla riproduzione assistita in programma a Milano: una propaganda continua all’utero in affitto
di Andrea Musacci
Il confine tra desiderio soggettivo e diritto da rivendicare è sempre più spesso al centro del dibattito pubblico. In una società libera dove l’affermazione di sé è un’aspirazione giustamente da perseguire, si fa però sempre più strada un rischio: quello che l’autodeterminazione diventi invasione della libertà altrui, deformata ed egoistica imposizione di qualcosa che va a snaturare il concetto di diritto, oltre alla dignità di altri soggetti.
Un tema, questo, dominante nell’ambito della bioetica, in particolare sui temi riguardanti la procreazione medicalmente assistita e la maternità surrogata (delle implicazioni etiche ne abbiamo parlato sulla “Voce” del 31 marzo 2023).
La maternità e la paternità sono sempre, e a qualsiasi costo, un diritto da rivendicare, a prescindere dalle conseguenze?
L’EVENTO: UNA FIERA POCO TRASPARENTE
Il prossimo 20 e 21 maggio nello “Spazio Antologico” di Milano si terrà un evento espositivo con diversi incontri dal titolo “Wish for a baby”. «Nel nostro evento “Wish for a baby” potrete incontrare gratuitamente i migliori esperti di fertilità di tutto il mondo»: così si presenta sul sito dedicato. «Venite a partecipare alla celebrazione di una nuova vita!», lo slogan enfatico scelto per l’occasione. L’iniziativa avrebbe dovuto svolgersi un anno fa, sempre a Milano, col titolo meno ambiguo “Un sogno chiamato bebè”. Come a dire, i sogni son desideri. Non da interpretare, ma da realizzare. A tutti i costi. L’anno scorso l’iniziativa fu rimandata a causa delle proteste di alcuni partiti, reti e associazioni.
Diversi saranno gli stand espositivi di cliniche, enti e associazioni, italiane e non, che presenteranno le proprie offerte sul mercato della procreazione. E diversi gli incontri programmati con gli stessi soggetti coinvolti. Il convitato di pietra, in tutto ciò (come denunciato da associazioni – sia cattoliche sia femministe – e partiti – sia di destra che di sinistra) è la famigerata “maternità surrogata” (tecnicamente ed enfaticamente: GPA, Gestazione per Altri), la pratica dell’utero in affitto. Pratica abominevole e quindi vietata in Italia e nella maggior parte dei Paesi del mondo, e la cui stessa promozione è quindi illegale. Ma alla “fiera della vita” (così sarebbe meglio chiamarla) forte è la paura che verrà, in qualche modo, promossa e incentivata.
I PRECEDENTI: UTERO IN AFFITTO PUBBLICIZZATO
“Five Senses Media” è l’agenzia inglese che sta curando non solo l’edizione milanese di “Wish for a baby”, ma che ha organizzato e organizzerà le edizioni anche in altri Paesi: sul sito dei due eventi in Germania (a Berlino il 18-19 marzo scorso, a Colonia il prossimo ottobre) è scritto chiaramente che fra gli argomenti trattati e su cui poter chiedere informazioni, vi è la «maternità surrogata». E il 2-3 settembre prossimi, l’evento sarà a Parigi. Nel sito dedicato vi è scritto che, oltre ad avere informazioni sulla fecondazione assistita e l’adozione, sarà possibile «discutere questioni legali relative alle alternative per diventare genitore». È facile immaginare a cosa si allude. A Parigi l’evento si era già svolto nel settembre 2021: per l’occasione, su “Avvenire” uscì un’inchiesta curata dal quotidiano assieme alla Coalizione internazionale per l’abolizione della maternità surrogata (Ciams), nella quale si documentava la presenza di diversi stand di cliniche americane e ucraine che sponsorizzavano l’utero in affitto, e come del tema se ne parlasse apertamente in diversi incontri.
Lo scorso febbraio “Wish for a baby” si è svolto anche in India: sul sito campeggia la scritta: “Wish for a baby è un nuovissimo spettacolo sulla fertilità” (sic!) (“Wish for a baby is a brand new fertility show”). E ancora, si parla esplicitamente di “India as a Market”. Il mercato della vita. Lode alla schiettezza.
GLI INCONTRI: MERCATO DEI BAMBINI, DIFFICILE NASCONDERLO
Fra gli incontri in programma a Milano, ne segnaliamo alcuni: “Ovodonazione nel 21° secolo” (20 maggio), col dr. Raul Olivares della Barcelona IVF (clinica spagnola per la riproduzione assistita): nel sito della clinica, troviamo una testimonianza dal titolo “Esperienze reali: ‘Ho deciso che avrei inseguito il mio sogno di essere madre, anche se da sola’ ”. Sempre il 20 maggio, si potrà assistere a “Le tecniche innovative e la personalizzazione dei trattamenti di PMA”, con la dr. Priscilla Andrade della clinica Fertilab di Barcelona: nel sito web, tra le varie tecniche offerte, vi è quella dell’adozione di embrioni. Nella due giorni milanese verrà presentato anche “One of Many”, libro e progetto di Loredana Vanini, sul cui sito è scritto: «One of many è inclusività: donne, uomini, coppie etero o omosessuali, donne single, adozioni, GPA».
Ma l’ospite dell’evento di Milano più sfacciatamente pro-utero in affitto è il dr. Attanasio Garavelas dell’omonima clinica. Sul suo sito leggiamo: Garavelas, «il suo centro di maternità surrogata in Grecia. Siamo qui per lei in ogni fase del suo viaggio…lo pianifichi oggi stesso! Possiamo aiutarla se ha bisogno di affidarsi a una madre surrogata per avere un bambino». E ancora: «Perché scegliere la maternità surrogata a IOLIFE IASO (Institute of Life – IASO, uno dei suoi centri, ndr): il nostro centro è orgoglioso di esser stato il primo ad Atene ad aver aggiunto ai suoi servizi quello della maternità surrogata». Ricordiamo che dal 2004 in Grecia è legale la maternità “altruistica” (non commerciale), e dal 2015 la pratica è aperta anche ai cittadini stranieri.
I PROMOTORI DELL’EVENTO, AGENZIE PER L’ACQUISTO DI BEBÈ
L’evento di Milano è stato realizzato in collaborazione con diverse cliniche ed enti che si occupano di riproduzione assistita, fra cui IVF Babble: una pagina del suo sito è totalmente dedicata alla maternità surrogata, con informazioni e testimonianze. Qui, fra l’altro, vi è scritto: «Sebbene la maternità surrogata retribuita sia legale in una manciata di paesi, la maggior parte dei surrogati sceglie di offrire questo servizio sulla base di un profondo senso di compassione e del desiderio di aiutare gli altri ad avere una famiglia». È un atto caritatevole, insomma, strappare un bambino alla propria madre.
“Wish for a baby” a Milano è organizzato in collaborazione anche con Pride Angel, sito nato nel Regno Unito dedicato alle varie forme di procreazione assistita. Non poteva, quindi, mancare anche la pubblicità dell’utero in affitto, attraverso webinar ad hoc. Leggiamo: «Growing Families (una rete per l’assistenza di singoli e coppie alla maternità surrogata, ndr) ha oltre un decennio di esperienza nell’assistere i futuri genitori a impegnarsi in sicurezza nella maternità surrogata transfrontaliera in tutto il mondo. Abbiamo assistito oltre 2000 single e coppie con il loro sogno di creare una famiglia». Come a voler dire: se nel tuo Paese l’utero in affitto è vietato, contattaci che ti organizziamo l’acquisto in piena libertà di “tuo” figlio.
LE PROTESTE BIPARTISAN: «È UNA GRAVE OFFESA ALLE DONNE»
«Non possiamo accettare che vengano surrettiziamente passati contenuti contrari alle norme in vigore nel nostro Paese, che con l’art. 12 della Legge 40/2004 vieta e sanziona qualsiasi forma anche solo di pubblicizzazione della maternità surrogata». Queste parole sono state scritte – in modo bipartisan – dalle consigliere comunali di Milano Roberta Osculati (Pd) e Deborah Giovanati (Lega). All’iniziativa si è opposta anche Alleanza Verdi-Sinistra, con la capogruppo alla Camera Luana Zanella che ha presentato un’interrogazione al Ministro della Salute Orazio Schillaci: «noi ci opponiamo – scrive – totalmente ad una manifestazione che, utilizzando gli strumenti tipici del marketing e della pubblicità più accattivante, propone di fatto una idea di bambini trasformati in merce e del corpo delle donne in contenitore. È una grave offesa alle donne».
Non meno dura Carolina Varchi, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Giustizia della Camera e prima firmataria della legge contro la maternità surrogata, che parla di iniziativa «che va fermata come prevede la legge 40 che vieta anche la sola propaganda dell’utero in affitto in Italia. L’auspicio è che il Prefetto ne disponga immediatamente la chiusura perché contraria alla legge e all’ordine pubblico». La mattina del 20 maggio a Milano davanti alla sede dell’evento è prevista una manifestazione di protesta dal titolo “La vita umana non è una merce” organizzata da RadFem Italia e Rete per l’Inviolabilità del Corpo Femminile.
Insospettisce e preoccupa che come reazione a queste legittime proteste, gli organizzatori di “Wish for a baby” abbiano inserito nel Regolamento di accesso alla manifestazione limiti molto severi. Nel testo, ad esempio, vi è scritto: «Nessun visitatore o membro della stampa è autorizzato a scattare fotografie o a effettuare qualsiasi forma di registrazione (audio o video) durante l’evento, indipendentemente le circostanze. Nessun ingresso sarà consentito con una fotocamera o una videocamera».
Qualcosa da nascondere?
Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” del 19 maggio 2023