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Pattinatrici ferraresi, dalla pista parrocchiale all’argento mondiale

14 Nov

Quattro juniores premiate a Buenos Aires: si allenano di fianco alla chiesa di Gaibanella

Dalla pista parrocchiale di Gaibanella al tetto del mondo. Hanno conquistato l’argento al World Skate Games 2022 le giovani pattinatrici ferraresi della squadra “Alter Ego”, parte della Pattinatori Estensi guidata da Andrea Cavicchi. Beatrice Azzari, Vittoria Vaccari, Aurora Gherardi e Dafne Borghi – che hanno tra i 16 e i 18 anni d’età – si sono classificate al secondo posto nei Quartetti Junior (all’interno della grande categoria Show) al campionato mondiale svoltosi a Buenos Aires in Argentina. 

Un grande risultato quello raggiunto dalle giovani, che sono state anche le prime pattinatrici ferraresi della loro età a partecipare a un livello internazionale così elevato, e nella specialità “Quartetti” sono la prima squadra in assoluto dell’Emilia-Romagna a partecipare al campionato mondiale.

Guidate dall’allenatrice e coreografa Cinzia Roana (nella foto con le 4 ragazze), 40 anni – campionessa del mondo nel 2015 in Colombia – le quattro di “Alter Ego” sono state premiate sabato 5 novembre a conclusione della sfida alla quale hanno partecipato otto nazioni: Italia, Argentina, Brasile, Colombia, Nuova Zelanda, Paraguay, Spagna e Stati Uniti. Una vittoria sfiorata per le atlete ferraresi, arrivate a pochi punti dalla spagnola Quartemax, vincitrice, e davanti alla Clover, altra squadra iberica e medaglia di bronzo.

Una coreografia spettacolare, Joyà, quella delle “Alter Ego”, ispirata a Le Cirque du Soleil, che ha convinto i giudici di gara.

Le ragazze ferraresi si erano meritate il “pass” per il World Skate Games 2022 conquistando la medaglia d’argento lo scorso 29 maggio a Montichiari al campionato italiano di gruppi spettacolo e sincronizzato – Trofeo small sincro FISR. La trasferta in Argentina, iniziata il 1° novembre e conclusasi il 10, ha visto anche il sostegno economico del Comune di Ferrara, che ha finanziato la trasferta e l’acquisto dei kit di gara, tra cui le divise che portavano anche il logo del Teatro Comunale cittadino.

Gli allenamenti di fianco alla chiesa

Tra le varie sedi dove le giovani si allenano – la principale è il Pattinodromo comunale in via Bianchi a Ferrara – c’è la pista parrocchiale di Gaibanella, proprio di fianco alla chiesa. Essendo la pista non coperta, le ragazze la utilizzano nei mesi primaverili ed estivi, prolungando il periodo a seconda della stagione: l’anno scorso, ad esempio, come ci spiega il Presidente Cavicchi, hanno utilizzato questo spazio messo a disposizione dalla parrocchia guidata da don Graziano Donà, fino a metà novembre.

Le pattinatrici hanno iniziato i loro allenamenti – e alcune esibizioni – qui tre anni fa, quando parroco era ancora don Marino Vincenzi. Il Centro sportivo, dove si svolge anche la fiera e alcune attività ludiche per i bimbi della comunità parrocchiale, è intitolato, insieme al parco circostante, a Carlo Alberto Dolcetto, morto nel 1990 a soli 20 anni in un tragico incidente stradale sulla via Ravenna a Gaibanella, poche ore prima di sposarsi. Un piccolo monumento – fatto costruire dai genitori del giovane – posto nel parco ricorda Dolcetto, con alcuni gabbiani in volo e la scritta “Vola libero e felice”.

Andrea Musacci

Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 18 novembre 2022

La Voce di Ferrara-Comacchio

Carlos Montanari, ingegnere ferrarese da una vita a Buenos Aires

2 Feb
Carlos Montanari con la moglie

FERRARESI NEL MONDO / terza parte. Nel 2000 fu tra i costruttori delle Torres El Faro, le più alte dell’Argentina, Paese dov’è nato. Tifoso del Boca Juniors, la sua famiglia gestiva la trattoria “Al vintiùn” in via Carlo Mayr: «che nostalgia per i cappellacci...»

Italiano, anzi ferrarese, ma nato a Buenos Aires nel difficile secondo dopoguerra.

È la storia di Carlos Alberto Montanari, nato nel 1951 da Leonella Bizzotto e Rinaldo Montanari, sposato con Graciela Lopez dal 1980 e padre di due figlie, Luciana Carla, nata nel 1984 (Architetta) e Maria Florencia, nata nel 1988 (Ingegnera del software).

È lui a raccontarci la sua storia famigliare dove, però, il legame con la città è rimasto sempre molto forte. «Finita la seconda guerra mondiale, mio padre Rinaldo, nato a Ferrara il 16 luglio 1924, si trasferisce a Roma nel ‘29 con i suoi genitori (Carlo Alberto 1892-1981 e Alice Zampini 1897-1976, nata a Rovigo), e sua sorella Maria Luisa 1920-2020. Mio nonno Carlo Alberto (nato a Ferrara nel borgo San Giorgio) non trova lavoro, così una sorella di mia nonna gli trova un impiego come portinaio in un palazzo in via Marsala dietro la Stazione Termini. Mio nonno era uno degli otto figli di Tommaso Montanari (Masin), e Anna Faghetti». Una stirpe di ferraresi doc. «Mio nonno ha fatto il soldato nella guerra del 1914 e nel 1939 e mi ha insegnato a suonare l’ocarina…».

Con una punta di commozione mal celata, Carlos ci spiega come fosse «gente molto povera di soldi ma miliardaria di affetti, amore e tante altre cose che il denaro non può comprare.

Il padre Rinaldo – che si fermerà alle Elementari – fa una scelta ancora più drastica di quella del nonno: «nel 1946 emigra a Buenos Aires perché in Italia dopo la guerra non era facile trovare un lavoro e una sicurezza economica». Due anni dopo lo raggiunge tutta la famiglia: Carlo Alberto, Alice, Maria Luisa con sua figlia Mirella Masti, nata a Roma.

Il lavoro nelle costruzioni, tradizione di famiglia

A Buenos Aires il nonno Carlo inizia a lavorare nei cantieri, svolgendo la mansione di ferraiolo in una ditta specializzata in cemento armato di due fratelli piacentini, Pietro e Lino Bertoncini. Carlos ripercorre i loro racconti del periodo della guerra, vissuto da partigiani. Nel 1955 anche il padre Rinaldo inizia a lavorare per loro, in mansioni di ufficio. Ci lavorerà fino al 1969, quando morirà per cancro a soli 44 anni. Carlos, 18enne, una volta finite le scuole, segue la tradizione di famiglia e inizia a lavorare con i fratelli Bertoncini, iscrivendosi nel frattempo a Ingegneria all’Università Tecnologica Nazionale (Universidad Tecnológica Nacional) di Buenos Aires. Nel ’79 si laurea e continua a lavorare con i Bertoncini fino al 1996, anno di chiusura dell’impresa.

Da lì inizia una nuova vita, una nuova storia. «Allora ho compreso che fosse arrivato il momento di aprire una mia impresa con altri due ingegnieri, Giulio Cesare Leonardi e Osvaldo Gabriel Pugliese, oltre a un quarto socio, Julian Alles, oggi scomparso. La ditta si chiamava INGEPLAM S.A. che sta per “Ingegneri Pugliese, Leonardi, Alles e Montanari”. In quattro anni siamo cresciuti molto, al punto tale che nel 2000 abbiamo realizzato due grattacieli di 170 m di altezza, chiamati Torres El Faro a Puerto Madero, Buenos Aires». Non due torri qualsiasi, ma le più alte dell’intera Argentina, con 46 piani di appartamenti e un’altezza di 170 metri.

«Era il nostro primo cantiere importante», prosegue Carlos. «Poi, abbiamo realizzato molti altri grattacieli e palazzi, fino alla grave crisi economica del 2008 a causa della quale la nostra impresa è andata in crisi. Ma senza piangere né lamentarci, abbiamo incominciato da capo. Oggi, abbiamo un’altra ditta, Orqui Construcciones S.A., che sta andando bene».

La trattoria in via Carlo Mayr

Ma l’esistenza di Carlos rimarrà sempre intrecciata alla storia di Ferrara. «I fratelli di mio nonno Carlo gestivano una trattoria in via Carlo Mayr 21 a Ferrara», dove ora c’è l’Osteria Rosafante. «Si chiamava “Al vintiùn” (“Il ventuno”)». Mara Montanari, una cugina di Carlos, lavorò in questa storica trattoria di famiglia, dai 12 ai 34 anni d’età. Ai fornelli c’erano le sorelle del nonno.

«Nel 1974 ho trascorso 15 giorni a Ferrara. Non ho mai mangiato così bene in vita mia: il pane, il grana, i cappelletti, e tante altre cose che mi hanno riportano alla mia infanzia, dove la domenica si mangiavano cappelletti, cappellacci, passatelli e altri tipi di pasta. Tutti a lavorare dal sabato per mangiare la domenica. In Italia, poi, sono tornato nel 1980 e nel 2015».

Carlos ci lascia perché ha un appuntamento importante con una sua grande passione, il calcio: «vado a vedere in tv la partita del Boca Juniors, squadra che tifo da quando ero bambino». È la squadra più forte di Buenos Aires insieme al River Plate. Ma il saluto che ci consegna, prima di lasciarci è inequivocabile del suo legame, indelebile, con Ferrara: «Forza Spal!».

Andrea Musacci

(I primi due racconti di ferraresi nel mondo sono usciti nei due numeri precedenti)

Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 4 febbraio 2022

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