Tag Archives: Libano

«Guardare con gli occhi di Dio»: padre Puccini dal Libano a Ferrara

6 Nov

Scuola, mensa e centro sanitario per aiutare i poveri a 15 km dalle bombe: il racconto del missionario nella nostra città

L’indimenticato Fabrizio De Andrè nella sua canzone “Khorakhanè (A forza di essere vento)”, dedicato al popolo Rom, parlava dell’importanza di «raccogliere in bocca il punto di vista di Dio». La necessità, dunque, di uno sguardo altro, alto, difficilissimo da assumere ma decisivo per non soccombere al male.Ed è questo che ha provato anche a trasmettere padre Damiano Puccini, missionario a Damour in Libano, dove ha fondato e dirige l’Associazione “Oui Pour La Vie – OPV “. Padre Puccini è intervenuto la sera del 30 ottobre scorso – alla fine quindi, del Mese missionario – nella chiesa diS. Maria della Consolazione, invitato da don Francesco Viali, parroco di Santo Spirito (la Consolazione fa parte della stessa Zona pastorale) e in collaborazione con la vicina parrocchia del Perpetuo Soccorso, guidata da don Roberto Solera e dal vicario don Nicola Gottardi.

CONVIVERE OLTRE I CONFLITTI

Giovanni Paolo II nel 1989 nel suo Messaggio al Libano, lo definì «un esempio di coesistenza pacifica dei suoi cittadini, sia cristiani che musulmani, sul fondamento dell’eguaglianza dei diritti e del rispetto dei principi di una convivenza democratica». E ancora, riguardo invece allo specifico della posizione di grave conflitto come quello che continua a perpetuarsi in Medio Oriente, padre Puccini ha più volte citato il Patriarca di Gerusalemme, card. Pizzaballa, e la sua premura nel sottolineare più volte come «il cristiano non si schiera con l’una o l’altra parte», non per pavidità o indifferenza ma perché «se lo facesse si metterebbe automaticamente contro qualcun altro».

«Dobbiamo imparare ad ascoltare la sofferenza», ha proseguito padre Puccini sempr56e citando il card.Pizzaballa. «Un bambino che muore è sempre una cosa ingiusta, al di là della sua nazionalità. Questo è il primo grande insegnamento, da non dimenticare mai», concetto espresso dal Patriarca anche nell’intervento in diretta dalle Clarisse di Ferrara lo scorso 1° marzo. 

Come cristiani, quindi, «dobbiamo stare nel mezzo e comprendere che per Israele il pogrom del 7 ottobre 2023 è il loro 11 settembre negli USA; dall’altra parte, quella palestinese, la nakba, il grande esodo è una ferita sempre aperta. Purtroppo, israeliani e palestinesi non riescono a intendersi nemmeno sul dolore». Per padre Puccini è dunque compito non solo dei cristiani ma «dell’Occidente non schierarsi con una parte o l’altra: l’Occidente, anzi, dovrebbe reinsegnarci a stare assieme». 

Il Libano, come detto in apertura citando San Giovanni Paolo II, può essere «un modello positivo: basti pensare al suo Parlamento, alle sue alte cariche dello Stato e ruoli nella pubblica amministrazione, assegnati equamente a cristiani, sciiti e sunniti».

FRATELLI E SORELLE NELLA SOFFERENZA E NELLA GIOIA

La missione di padre Damiano – come accennato – si trova a Damour, a metà strada tra Beirut e Sidone; una città a maggioranza cristiana e tristemente famosa per una strage nel ’76 causata dal  Movimento Nazionale Libanese con la collaborazione dell’OLP. «Qui – a 15 km dai bombardamenti – siamo l’ultima comunità cristiana rimasta», ha proseguito il missionario.«Ma la maggior parte dei media parla solo dei conflitti in corso, mentre vi sono anche tante relazioni positive, un equilibrio, una convivenza tra cristiani maroniti (che sono cattolici, ndr), ortodossi, drusi, musulmani sciiti e sunniti. Ogni morto ammazzato, fosse anche un capo di Hezbollah, è una ferita nel cuore di ogni libanese». Bisogna dunque «guardare sempre le cose col cuore, cioè con gli occhi di Dio. Noi cristiani, quindi, preghiamo il Signore che ci aiuti a non rispondere mai alla violenza con la violenza». Si tratta, quindi, per padre Damiano, oltre che di stare in mezzo, anche «di stare al di sopra» delle faide. «La nostra missione di “Oui Pour La Vie” ha realizzato a Damour una scuola, una cucina, un centro sanitario e una casa per malati di AIDS nella periferia di Beirut».Servizi più che mai necessari, soprattutto dall’inizio – 5 anni fa – della gravissima crisi economica nel Paese.

«Scopo ultimo della nostra missione – che continua ancora ora, nonostante tutto – è di far sentire che Dio c’è. Oltre a bimbi libanesi, ne ospitiamo anche di siriani e palestinesi e cerchiamo di usare con loro – e di insegnare loro – parole di amore, non di aggressione: così, cerchiamo di mostrare che Dio non li abbandona. Non è scontato – ha proseguito padre Damiano – che palestinesi e siriani, ora siano accomunati a noi come vittime, che soffrano assieme a noi: a volte, infatti, in alcuni libanesi vi è ancora la tentazione di vendicarsi dei torti passati». Ma in un mondo di forti contrapposizioni, «dobbiamo cercare di guardare come Gesù guarda ognuno dei suoi figli dalla Croce». La fede è questo, «vivere i rapporti col cuore, senza rabbia, col cuore di Gesù, quindi col sorriso.Siamo un’unica famiglia, tutti figli Suoi, fratelli e sorelle.Solo Gesù può farci sentire davvero così».

Andrea Musacci

Pubblicato sulla “Voce di Ferrara-Comacchio” dell’8 novembre 2024

Abbònati qui!

Dolore e rinascita tra Siria e Libano: vita e arte di Omar Imam a Ferrara

4 Ott

«Racconto la vita e i sogni dei profughi in Libano, gente umile ma forte, io che ho sofferto nella mia Siria». Giovedì scorso nella Maria Livia Brunelli home gallery (in c.so Ercole I d’Este, 3) e nell’Hotel Annunziata (in Piazza Repubblica) a Ferrara ha inaugurato la mostra “Live, Love, Refugees” del fotografo Omar Imam, che ci ha raccontato la genesi del progetto. «Nel settembre 2012 in Siria sono stato sequestrato e torturato per un giorno da una milizia anti-Assad, per la mia attività di artista. Mentre mi torturavano pensavo a quando sarei tornato a Venezia con mia figlia, che allora aveva un mese». Dopo questa esperienza, la fuga in Libano. «Sono stato circa un anno e mezzo in questo campo profughi a due ore da Beirut, prima come volontario, poi per questo mio progetto, che è il primo che non firmo con nome di fantasia». Ora una nuova vita con la moglie e le due figlie ad Amsterdam.

Andrea Musacci

Da Istanbul a Ferrara passando per NY: alla MLB gallery le foto di Omar Imam

28 Set

foto-mostra-annunziata-mlbTra vita e sogno, l’amore, l’odio e le passioni in un progetto fotografico dedicato ai rifugiati siriani nei campi profughi in Libano. “Live, Love, Refugees” del fotografo siriano Omar Imam, classe ’79, inaugura giovedì: alle 18.30 vi sarà l’incontro con l’artista alla MLB Maria Livia Brunelli home gallery (in c.so Ercole I d’Este, 3), mentre alle 19.30 avrà luogo l’inaugurazione all’Art Gallery dell’Hotel Annunziata (in Piazza della Repubblica, 5).

In occasione del Festival di Internazionale, la MLB home gallery espone nella doppia sede una decina di opere di Omar Imam, che nei campi profughi in Libano ha coinvolto i rifugiati in un processo di catarsi, chiedendo loro di ricreare i propri sogni: sogni di fuga, di amore o di odio. Il risultato sono immagini simboliche e spesso surreali, che evocano i più profondi e oscuri mondi interiori, in un progetto intimistico, senza sensazionalismi.

“Le persone che ho incontrato vivono vite da incubo, ma in loro ho sempre colto il desiderio e la forza di continuare a vivere come esseri umani”, dice l’artista, che dal 2003 lavora su storie personali e campagne sociali che riguardano la Siria, utilizzando un approccio ironico e concettuale come reazione alla violenza, spesso pubblicando sotto pseudonimo. Dopo aver lasciato Damasco nel 2012, ha iniziato anche a realizzare cortometraggi di fiction, spesso focalizzati sulle esperienze che riguardano i rifugiati. Ha lavorato a progetti personali e per Ong, producendo film, reportage, e workshop dedicati ai rifugiati siriani. Le sue immagini sono state recentemente pubblicate sul numero di aprile 2016 di Internazionale e a luglio scorso sul “New York Times”. La mostra “Live, Love, Refugees”, visitabile fino al 20 novembre, è stata già esposta a New York, Istanbul e Firenze.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 27 settembre 2016

Foto e documenti con storie di profughi siriani

16 Nov

Mostra rifugiati SiriaGiovedì alle 15.30 si è svolta l’inaugurazione della mostra “Rifugiati nel racconto. Storie di profughi siriani in Giordania e in Libano”, allestita presso Palazzo Renata di Francia (Rettorato dell’Università) in via Savonarola, 9/11 a Ferrara, e visitabile fino al prossimo 28 novembre, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17.

L’esposizione, realizzata da Focus on Syria, comprende le fotografie di Francesco Fantini e i testi di Federico Dessì e Emilie Luciani con le storie e le testimonianze di sfollati e rifugiati siriani. Un lavoro enorme, composto da più di 50 foto in bianco e nero e altrettante interviste, fatte tra il dicembre del ’12 e l’aprile del ’13, per raccontare in prima persona la vita quotidiana tra i campi profughi, con le tende allestite dall’UNHCR, e i palazzoni delle periferie libanesi. Vi sono immagini della distribuzione del pane, di materassi e altri beni di prima necessità, le tende abbattute dalla neve, le numerose famiglie, la cottura del pane in forni improvvisati. Tanti sono anche i bambini e i ragazzi, i cui occhi narrano meglio di tante parole gli orrori visti e il desiderio di un ritorno alla normalità che si può vedere anche nei giochi spontanei tra la miseria degli accampamenti.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 16 novembre 2014

In Rettorato mostra sui rifugiati siriani

13 Nov

0632-syrian-refugees-children-jordan-ff“Rifugiati nel racconto. Storie di profughi siriani in Giordania e in Libano” è il nome della mostra di fotografie (di Francesco Fantini), voci e racconti di rifugiati siriani realizzata da Focus on Syria. Oggi alle 15.30 verrà inaugurata presso Palazzo Renata di Francia (Rettorato dell’Università) in via Savonarola, 9/11 a Ferrara e sarà visitabile fino al prossimo 28 novembre, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17.

La mostra vuole raccontare le storie dei sempre più numerosi sfollati e rifugiati siriani, attraverso testi, fotografie che mostrano la vita nei campi di rifugiati, e testimonianze.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 13 novembre 2014