Petrocchi: «Resistiamo grazie ai giovani e alle pellicole di qualità»

14 Gen

Il direttore del Roma Film Corto Festival fino a domani alla Sala Estense nell’ambito della rassegna Ferrara-Roma. Le responsabilità dei distributori

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Roberto Petrocchi

«Il cinema italiano è vivo, soprattutto grazie a giovani registi di corti. Spero quindi che Ferrara colga questa possibilità di poter vedere film di qualità». Non riesce a essere del tutto “pessimista” Roberto Petrocchi, regista e Direttore del Roma Film Corto Festival che, fino a domani, organizza nella Sala Estense di Piazza Municipale l’edizione zero della Rassegna Ferrara-Roma FilmCorto. La rassegna di cortometraggi, provenienti sia dal festival capitolino sia da registi ferraresi, è ideata insieme alla Ferrara Film Commission (FFC) presieduta da Alberto Squarcia.

Petrocchi, che è anche sceneggiatore, docente e presidente del “Festival del Cinema Giovanile Indipendente”, in passato è stato assistente alla regia di Valerio Zurlini. Attualmente è impegnato nella trasposizione cinematografica del best seller “Oriana Fallaci – Morirò in piedi” di Riccardo Nencini. L’ultima edizione del suo Roma Film Corto ha visto nella giuria anche un ferrarese, Paolo Micalizzi, critico e storico cinematografico, nonché Presidente onorario della FFC.

Petrocchi, qual è lo stato di salute del cinema indipendente italiano?

È migliore di quello che si pensa, negli ultimi anni c’è stata un’evoluzione importante, ho avuto modo di conoscere tante realtà positive a livello locale. Anche per questo ho accettato con gioia la proposta di portare tanti corti di qualità qui a Ferrara.

Quali sono, invece, i suoi limiti?

La realtà è complessa, ma responsabilità ne hanno i distributori e gli esercenti che spesso non sostengono in modo organico il cinema indipendente.

A proposito dei cortometraggi in Italia, Lei ha parlato di universo variegatissimo: in che senso?

Il cinema italiano è vivo, ha grande prospettiva. In particolare nel mondo dei corti c’è una forte molteplicità di linguaggi, con registi anche di 25-30 anni che dimostrano profondità e capacità di osservazione, riuscendo a uscire dalla propria realtà generazionale e dall’attualità. La speranza è che nasca un nuovo movimento cinematografico italiano, come fu ad esempio il Neorealismo.

Che film vedremo nella rassegna di questi giorni?

Una selezione dal Roma Film Corto, anche dando spazio ad esempio ai film d’animazione, che, al di là di quel che si pensa, sono di qualità anche nel nostro Paese.

Come spera che Ferrara possa recepire questa novità?

Mi aspetto una risposta positiva, anche se è la prima edizione: spero possa essere anche, perché no?, l’inizio per un progetto futuro di distribuzione alternativa. Per Ferrara è un’occasione importante per vedere corti di qualità, chissà, magari anche di registi di futuro livello internazionale.

Riguardo ai corti di registi ferraresi in programma nella rassegna, cosa ci può dire?

Ho notato diversi prodotti di qualità, e ho avuto l’occasione di conoscere Ferrara come ambientazione scenografica: è davvero una città affascinante.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 14 gennaio 2017

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