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La poesia: evocazione dell’indicibile e perenne “principiare”

8 Mar

Una riflessione di Angelo Andreotti, poeta e Dirigente Servizio Biblioteche e Archivi, in un incontro organizzato da ISCO e Istituto Gramsci

Si può parlare di un’essenza e di una specificità della poesia? Su questo lo scorso 4 marzo ha riflettuto Angelo Andreotti, dirigente del Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara, in un incontro trasmesso in streaming e organizzato dall’Istituto Gramsci e dall’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara all’interno del ciclo di appuntamenti “I colori della conoscenza”. L’incontro intitolato “Le parole del sentire” è stato introdotto da Daniela Cappagli.«Il libro in sé è silenzioso, solo aprendolo portiamo in vita la poesia che lo abita, facnedo rivivere ogni volta quelle lettere taciturne», è il pensiero di Andreotti. «La poesia attende nel nostro rumore». Rumore rappresentato da tutto l’insieme di «sentimenti ed emozioni» che viviamo. In un libro di poesia cos’abbiamo davanti a noi di preciso? «Con la poesia – ha proseguito – non avviene una vera e propria comunicazione, né possiamo definirla un oggetto. Si tratta, invece, di un corpo tendenzialmente “vivens”, vivente», nel senso che rappresenta «un tendere verso la vita e un farsi». E ospitandola interiormente, la poesia subisce a sua volta cambiamenti, e li subisce anche «nel corso della nostra vita, cambiando noi, cioè il soggetto: le stesse parole a distanza di tempo possono muovere emozioni diverse o possono smettere di muoverle». Perciò la poesia «è sempre un principiare», in essa «c’è sempre qualcosa di nuovo».Come disse anche il poeta Andrea Zanzotto, la poesia non è un oggetto, dunque, dove per oggetto si intende tutto ciò di diverso dal soggetto. La poesia, quindi, «non è qualcosa di diverso da me, vive anzi della mia soggettività, nella mia interiorità. Leggendo una poesia, in realtà non conosciamo la poesia stessa, ma il nostro mondo interiore, noi stessi: la nostra interiorità viene portata a galla e smossa».La poesia, di conseguenza, «ci chiede di essere vissuta, ci chiede la nostra vita. Per questo noi sentiamo la poesia, non tanto il tema specifico dei singoli versi che stiamo leggendo. «La poesia chiede partecipazione, condivisione. Il linguaggio poetico nasconde, e nascondendo rivela e chiede a noi un comprendere, un accogliere». Un nascondersi essenziale, ineliminabile che, dall’altra parte però si accompagna a una particolare forma di «esattezza, di precisione data dalle cadenze, dai ritrmi, dalle segrete corrispondenze». Caratteri, questi, essenziali per comprenderne il senso, «pur limitati, poveri, ma necessari affinché l’indicibile – ciò che la parola non può dire – possa almeno essere suggerito, evocato».

Andrea Musacci

Pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 12 marzo 2021

https://www.lavocediferrara.it/

In Ariostea si parla di Italo Calvino

18 Gen

220px-Italo-CalvinoSarà la figura di Italo Calvino la protagonista della conferenza in programma oggi alle 17 nella Biblioteca Ariostea in via delle Scienze, 17 a Ferrara. Per il ciclo “Viaggio nella Comunità dei Saperi – Istruzione e Democrazia” si svolgerà infatti l’incontro “Le parole di Italo Calvino”, tenuto da Daniela Cappagli e introdotto da Roberto Cassoli. L’evento, curato da Istituto Gramsci e Istituto di Storia Contemporanea, prende le mosse dalle proposte che Calvino espresse nelle “Lezioni Americane”. Leggerezza, rapidità, visibilità, molteplicità, esattezza costituiscono la sintesi di questa opera e della sua poetica. Costituiscono, inoltre, il tracciato del percorso di lettura dei suoi scritti più significativi per la scuola, per giovani e non. L’attualità di Calvino consiste nell’esserci sempre un nuovo Calvino dietro quello conosciuto.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 18 gennaio 2016

 

Lo scrittore Rodari e la sua incredibile arte nell’inventare storie

30 Gen

Palazzo Paradiso AriosteaOggi alle 17 nella Biblioteca Ariostea in via Scienze, 17 a Ferrara avrà luogo l’incontro “Fantastica-Mente: il processo creativo in Gianni Rodari”, a cura di Daniela Cappagli e con l’introduzione di  Roberto Cassoli. Gianni Rodari (1920-1980) è stato scrittore, pedagogista, giornalista e poeta, vincitore del prestigioso Premio Hans Christian Andersen, e uno tra i maggiori interpreti del tema “fantastico”. La  “Grammatica della fantasia”, tra le sue opere principali, e unica non narrativa, è, come recita il sottotitolo, un’ “introduzione all’arte di inventare storie”. L’uso “fantastico” della parola per esprimere creatività è una costante in tutti i suoi scritti con tecniche che sono proprie anche della poesia, della pittura, della musica. L’incontro è organizzato da Istituto Gramsci e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 30 gennaio 2015

All’Ariostea incontro su Jean Piaget

28 Feb

piagetAll’interno del ciclo “Viaggio nella comunità dei saperi – Istruzione e democrazia”, oggi alle 17 ci sarà l’incontro “Jean Piaget, l’educazione in rapporto all’attività cognitiva e all’apprendimento”. Nella Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea in via delle Scienze, 17 a Ferrara Daniela Cappagli introdurrà la relazione di Deanna Marescotti, Psicologa e Assessore al Commercio, Attività Produttive, Formazione Professionale del Comune di Ferrara. L’evento, organizzato dall’Istituto Gramsci e dall’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara riguarderà lo psicologo, biologo, pedagogista e filosofo Jean Piaget (Neuchâtel 1896 –Ginevra 1980), considerato il fondatore dell’epistemologia genetica, il quale dimostrò innanzitutto l’esistenza di una differenza qualitativa tra le modalità di pensiero del bambino e quelle dell’adulto.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 28 febbraio 2014

Un nuovo ciclo sulla Grande Guerra all’Ariostea

18 Gen

Grande Guerra“La Grande Guerra e il Novecento europeo” è il titolo del nuovo ciclo di incontri, organizzato dall’Istituto Gramsci e dall’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, inaugurato ieri alle 17 nella Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea, davanti a un pubblico numeroso. Dopo i saluti del sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, e l’intervento di Fiorenzo Baratelli, presidente del Gramsci, sono seguite le letture di Fabio Mangolini e Magda Iazzetta, col coordinamento e la scelta dei testi da parte del prof. Piero Stefani, oltre alla moderazione di Daniela Cappagli dell’ISCO Ferrara. Dalle parole di Tagliani e Baratelli è venuta fuori l’idea della Grande Guerra come evento che “segna indelebilmente la cultura europea”, il vero inizio del “secolo breve”, “una mondiale sagra della morte”, per dirla con Thomas Mann, che segna il principio della moderna politica di massa, l’entrata delle masse nella Storia. Le emozionanti letture di Iazzetta e Mangolini, intervallate da intermezzi musicali han preso avvio dall’attentato di Sarajevo, evento scatenante del conflitto mondiale. Il prossimo incontro è in programma il 7 febbraio con “La Grande Guerra e la storia del Novecento” di Emilio Gentile.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 18 gennaio 2014

(nella foto, da sx: Fausto Natali, Piero Stefani, Fiorenzo Baratelli, Daniela Cappagli, Tiziano Tagliani e Fabio Mangolini)

Condividere la cultura, grande bene comune

12 Gen

Bellatalla DeweyVenerdì scorso, nella tradizionale sede della Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea la prof.ssa Luciana Bellatalla dell’Università di Ferrara ha inaugurato il ciclo “Viaggio Nella Comunità dei Saperi. Istruzione e Democrazia”, organizzato dall’Istituto Gramsci e dall’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara. La docente ha iniziato la propria relazione, dedicata al tema “John Dewey, ovvero l’educazione per una società aperta e complessa”, partendo dalla riflessione sul rinnovamento della democrazia attraverso un nuovo rapporto tra individualità e collettività.

I saluti dell’Assessore alla Cultura Massimo Maisto, centrati sul binomio cultura-comunità, hanno preceduto l’introduzione di Daniela Cappagli e la presentazione di Fiorenzo Baratelli, presidente del Gramsci di Ferrara. Quest’ultimo nel suo intervento ha dedicato alcune riflessioni alle mancanze delle democrazie moderne (apatia, scarso senso civico, infantilizzazione dell’opinione pubblica) e ai requisiti dell’alfabetizzazione, della conoscenza, del senso critico e della condivisione, più che mai fondamentali in un sistema “aperto e complesso” come quello contemporaneo.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 12 gennaio 2014

(nella foto, da sx: Fiorenzo Baratelli, Massimo Maisto, Luciana Bellatalla, Daniela Cappagli)