Tag Archives: Sala della Musica Ferrara

Mostra “Giovani talenti” a l’Altrove

19 Set

spazio l'altroveL’Associazione culturale “Olimpia Morata”, con il patrocinio del Comune di Ferrara e con l’Associazione Michelangelo Antonioni, ha inaugurato ieri la mostra con le opere dei finalisti del 3° Concorso “Giovani talenti per Ferrara”. La mostra sarà visitabile allo Spazio l’Altrove in via De’ Romei, 38, mentre la premiazione è in programma per il 29 settembre alle 11.30, presso la Sala della Musica in via Boccaleone, 19 a Ferrara. Il premio, intitolato alla figura di Michelangelo Antonioni, vede sedici finalisti: Golsa Golchini, Marianna Merler, Andrea Troian, Massimo De Biaggi, Gabriele Casale, Tommaso Santucci, Sandy Zambon, Alessandro Meschini, Monica Scaglione, Marco Quaranta, Simone Galimberti, Pietro Dente, Alessandro Iberti, Pier Martilotti, Camilla Alberti e Marco Menon. La mostra è visitabile fino al 29 settembre, dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 19.30.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 19 settembre 2014

La lunga tradizione dei medici ebrei nella nostra città

1 Mag

P1000121Ieri in un’affollatissima Sala della Musica del Chiostro di S. Paolo ha avuto luogo la tavola rotonda “I medici ebrei e la cultura ebraica a Ferrara”, libro appena uscito per Faust edizioni. Ha moderato l’incontro Massimo Masotti (Presidente Associazione de Humanitate Sanctae Annae, Ferrara) e sono intervenuti Stefano Arieti (Università di Bologna), Fausto Braccioni (Azienda USL Ospedale del Delta – Lagosanto, Ferrara), Mauro Martini (Università di Ferrara), Riccardo Modestino (Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Anna, Ferrara), Andrea Finzi (Past Presidente Associazione Medica Ebraica – AME, Milano), Carlo Magri (Dirigente delle Professioni Sanitarie dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara), Andrea Nascimbeni (Giornalista freelance, Ferrara) e Germano Salvatorelli (Università di Ferrara). Nascimbeni ha evidenziato il “profondo legame tra la visione integrale dell’uomo tipica dell’ebraismo e i medici ebrei”. Da non dimenticare, ha aggiunto, che nell’ebraismo il medico cura ma – com’è scritto nell’Esodo – solo Dio è “colui che ti guarisce”. Mentre Arieti ha parlato della figura del medico Amato Lusitano e Salvatorelli di quella di Isacco Lampronti e di alcuni suoi discendenti, Modestino ha posto l’accento sull’importanza della comunità ebraica “nella costruzione dell’identità culturale ferrarese”. Ciò è stato possibile grazie alla “strettissima e peculiare interdipendenza tra gli ebrei e altre culture”. La figura del medico Elia Rossi Bey, morto nel 1891, è stata invece al centro della relazione di Martini, mentre la seconda relazione di Modestino ha riguardato Alberto Michelangelo Luzzato, vissuto a cavallo tra Otto e Novecento. Infine, negli ultimi due interventi, Braccioni e Magri hanno rispettivamente affrontato la straordinaria figura del medico Fernando Rietti – uomo di profonda “onestà intellettuale, di grande cultura e con un forte senso religioso”, scomparso sessant’anni fa – e quella di Maria Zamorani, una delle poche donne mediche a Ferrara dopo la Grande Guerra e tra queste forse l’unica ebrea.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 1 maggio 2014

La fede e le scelte di Etty Hillesum

16 Giu

2013-06-14 17.28.09

Il volume “Etty Hillesum. Osare Dio” è stato presentato venerdì alle 17 nella Sala della Musica in via Boccaleone. Gli autori, Don Alessandro Barban e Antonio Carlo Dall’Acqua, hanno discusso di questa straordinaria personalità insieme a Edoardo Nannetti e a Arianna Chendi. Etty Hillesum è un’intellettuale ebrea olandese morta trentenne ad Auschwitz nel ’43, insieme al fratello Mischa e ai genitori, mentre l’altro fratello, Jaap, morì a Lubben, in Germania, il 17 aprile 1945. I suoi diari, scritti tra il ’41 e il ’43, e le sue lettere del ’42-’43 sono una stupenda testimonianza del suo coraggio e della sua spiritualità. Don Alessandro Barban, ferrarese e Priore generale dei monaci Camaldolesi, ha analizzato la vita di Hillesum partendo dalle sue origini ebraiche, dalla scoperta della fede e dalla scelta del “sacrificio”, tratti che l’accomunano a grandi donne del ‘900 come Edith Stein, Hannah Arendt e Simone Weil. L’autore ha, inoltre, affrontato il suo rapporto con Julius Spier e la sua idea di amicizia in relazione alla coppia fiducia/futuro. Questi temi sono stati ripresi e discussi dall’altro autore, Antonio Carlo Dall’Acqua.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 16 giugno 2013

(nella foto, da sx: Don Alessandro Barban, Arianna Chendi, Edoardo Nannetti, Antonio Carlo Dall’Acqua)