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Alla Biblioteca Ariostea si trova esposto il vero “gusto nei libri”

5 Giu

Il gusto nei libri 2Come in una tavola imbandita si srotolano parole e immagini, accompagnando il fruitore nei mille piaceri della gola. È la mostra storico-documentaria “Il gusto nei libri. Ricettari e usi gastronomici tra gli scaffali della Biblioteca Ariostea”, allestita nella Sala Ariosto della Biblioteca Ariostea (in via Scienze, 17 a Ferrara) e curata da Arianna Chendi e Angela Poli.

Nelle vetrine troviamo circa 70 tra scalchi, ricette, trattati, manuali e articoli sulle tante sfaccettature dell’arte culinaria. Tra questi, un “Libreto…de tutte le cose che se manzano comunemente” di Michele Savonarola (1385-1468), medico di Borso d’Este, “Il conto dei contadini”, dove Gabriele e Ludovico Ariosto tra il 1517 e il 1522 segnarono spese ed entrate del loro fondo agricolo vicino Migliaro, o un “Dizionario domestico sistematico” (1898) di un quindicenne, Gaetano Arrivabene. O ancora, “Porcus troainus” del sacerdote Luigi Nardi (1777-1837) sulla porchetta e il maiale, e altre opere su anguilla, frutta, verdura,  vino, cioccolata, il tutto con un occhio di riguardo alla tradizione ferrarese.

11050706_1109345672416039_7132419245684278566_nÈ inoltre allestita una “tavolata” con diversi prodotti tipici del nostro territorio (salama da sugo, salame all’aglio, ciupèta, Fortana, riso, pampapato), offerti da “Ferrara Store” di P.zza Repubblica. La mostra è visitabile, fino al 30 luglio, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19 e il sabato dalle 9 alle 13.

Andrea Musacci

Pubblicato (in versione ridotta) su la Nuova Ferrara il 05 giugno 2015

La fede e le scelte di Etty Hillesum

16 Giu

2013-06-14 17.28.09

Il volume “Etty Hillesum. Osare Dio” è stato presentato venerdì alle 17 nella Sala della Musica in via Boccaleone. Gli autori, Don Alessandro Barban e Antonio Carlo Dall’Acqua, hanno discusso di questa straordinaria personalità insieme a Edoardo Nannetti e a Arianna Chendi. Etty Hillesum è un’intellettuale ebrea olandese morta trentenne ad Auschwitz nel ’43, insieme al fratello Mischa e ai genitori, mentre l’altro fratello, Jaap, morì a Lubben, in Germania, il 17 aprile 1945. I suoi diari, scritti tra il ’41 e il ’43, e le sue lettere del ’42-’43 sono una stupenda testimonianza del suo coraggio e della sua spiritualità. Don Alessandro Barban, ferrarese e Priore generale dei monaci Camaldolesi, ha analizzato la vita di Hillesum partendo dalle sue origini ebraiche, dalla scoperta della fede e dalla scelta del “sacrificio”, tratti che l’accomunano a grandi donne del ‘900 come Edith Stein, Hannah Arendt e Simone Weil. L’autore ha, inoltre, affrontato il suo rapporto con Julius Spier e la sua idea di amicizia in relazione alla coppia fiducia/futuro. Questi temi sono stati ripresi e discussi dall’altro autore, Antonio Carlo Dall’Acqua.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 16 giugno 2013

(nella foto, da sx: Don Alessandro Barban, Arianna Chendi, Edoardo Nannetti, Antonio Carlo Dall’Acqua)