Tag Archives: Museo Archeologico Ferrara

Museo d’estate, che idea: «caldo, ma ne vale la pena»

3 Ago

In Pinacoteca sale senza climatizzatore a 30°, le finestre aperte non bastano. I visitatori: interessati a storia e arte, non alle spiagge. Più fresco l’Archeologico

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Una famiglia in visita alla Pinacoteca Nazionale di Ferrara

«Certo, è molto caldo, ma ne vale la pena». Il ritornello dei visitatori nei musei cittadini quando fuori, nelle ore centrali di ieri, la temperatura si aggirava ferocemente intorno ai 40°, è sempre lo stesso.
«Veniamo da Perpignan, a pochi chilometri dal confine spagnolo. È la quinta volta che visitiamo Ferrara». Baptiste, Marion, Franck, Sophie e Aimée sono una famiglia francese, una coppia con tre figli adolescenti. Riposano nel loggiato di Palazzo Diamanti dopo aver visitato la Pinacoteca Nazionale. Non sono interessati né alle Alpi né alle spiagge, ma ad ammirare alcune storiche città italiane. «Il caldo c’è ma in Francia è uguale», ci spiegano, anche se per un attimo restano scossi quando gli diciamo che a Ferrara sono previsti anche 42°. Matteo è di Roma ma vive a Parigi con la moglie Marta e le figlie Gilda e Bianca di 15 e 13 anni. Ferrara è una delle tappe del viaggio estivo in Italia, e la nostra Pinacoteca uno dei tasselli per conoscere meglio la storia e l’arte del Bel Paese. Nel corridoio che ospita anche la biglietteria, e in alcune sale, non sono presenti impianti di climatizzazione, per cui le temperature superano forse i 30°, rendendo non facile il lavoro dei dipendenti e dei volontari, e la stessa conservazione delle opere. Alcune finestre restano semiaperte nel, quasi vano tentativo, di far filtrare un po’ d’aria. Prima di avere temperature decenti, però, bisognerà aspettare settembre 2018, quando si concluderanno i lavori postsisma sul complesso Diamanti. Lo scorso ottobre, invece, sono state riaperte le sale del ‘500, le più antiche, ospitanti l’esposizione “La pittura di Ferrara ai tempi dell’Ariosto”. Il lungo lavoro di restauro ha previsto anche la realizzazione di un impianto di climatizzazione che rende mite il clima interno. In tutto, tra le ore 13 e le 14, sono entrati una dozzina di visitatori, su un totale di 42 dalle 8.30, in piena media del periodo, che vede picchi domenicali di 80 accessi.
Visitiamo anche il Museo archeologico nazionale di via XX settembre, dove alle 14 di ieri si registrano appena 8 visitatori e una temperatura nelle sale del piano nobile di circa 27 gradi. I visitatori in questo periodo prediligono la mattina, con le sue temperature leggermente inferiori. Una coppia, Donatella e Bruno da Treviso, appassionati di musei, ha sfidato il caldo rifugiandosi nelle fresche sale tra i reperti di Spina. Alcuni visitatori, infine, cercano un po’ di refrigerio anche sulle panchine in marmo sotto la galleria dei rosai e sotto alcuni dei monumentali cedri nel lato sud dello splendido giardino di Palazzo Costabili.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 03 agosto 2017

Viaggio tra i tesori nascosti del Museo Archeologico

16 Lug

Qui il video della visita al Museo –

A Ferrara l’ottanta per cento del patrimonio non è ancora accessibile al pubblico. La direttrice Desantis: «più eventi per farci conoscere anche fuori dalle mura»

generale_4Un vero e proprio museo nel museo, un deposito sterminato di reperti inventariati e conservati nei sotterranei e nel sottotetto del Museo Archeologico Nazionale, ospitato a Palazzo Costabili, detto di Ludovico il Moro, in via XX settembre a Ferrara. È una vera e propria avventura quella concessa dalla Direttrice Paola Desantis in esclusiva a la Nuova Ferrara, la possibilità di ammirare quei pezzi non esposti al pubblico, circa l’80% del patrimonio totale, un immenso museo nascosto, quasi 80.000 reperti tra vasi, anfore, oggetti di ogni tipo e ossa umane. È la stessa Desantis a usare una metafora calzante: «i depositi, non aperti al pubblico, sono come la cucina di un ristorante. Il cliente vede solo il piatto finito, non tutto il lavoro complesso che c’è dietro».

Il nostro viaggio nei luoghi segreti del Palazzo prende avvio dall’enorme sottotetto, diviso in diversi ambienti più o meno facilmente accessibili, e nei quali sono conservati gli oggetti rinvenuti nelle necropoli di Spina. Sono più di 4.000 le tombe scoperte nei due siti di Valle Trebba e Valle Pega fin dal 1922: solo i reperti appartenenti a poco più di 200 sepolcri sono esposti nelle sedici sale al piano nobile. I pezzi non esposti, conservati in armadi compattabili, sono inventariati seguendo innanzitutto una divisione per dossi (ad esempio, Valle Pega ne ha cinque), e quindi ulteriormente suddivisi per numero di tomba. Qui si possono ammirare vasi – funerari, cinerari e di altro tipo –, balsamari e anfore vinarie provenienti dall’isola di Chio. Autentici capolavori, quindi, come i vasi di ceramica a figure rosse su sfondo nero. Inoltre, negli armadi vi sono anche alcune aree speciali: le sezioni “sequestri”, pezzi confiscati ai cosiddetti tombaroli, i cui furti sono documentati fin dal ’22, e, seppur in misura minore, ancora oggi. Vi sono poi le sezioni degli “erratici” – materiali ritrovati nelle necropoli, ma non riconducibili a queste – e le sezioni “crateri”.

Nei sotterranei, invece, oltre a parti del settecentesco organo dell’adiacente ex chiesa di Sant’Apollonia, in fase di restauro, vi sono numerosi reperti provenienti da varie zone di Ferrara (ad esempio, da corso Giovecca, piazza Repubblica, via Boccacanale di Santo Stefano), oltre che da Cento, Pilastri, Argenta, Ariano Ferrarese, Comacchio (Bocca delle Menate), e dall’abitato di Spina. Infine, un accenno ai laboratori, dove è stata restaurata la maggior parte dei reperti e anche buona parte del migliaio di pezzi che, a partire dalla prossima primavera, verranno ospitati nel Museo Delta Antico dell’ex Ospedale degli Infermi a Comacchio. Nel nuovo Museo andrà, in prestito per un anno, anche un grande vaso, alto 91 cm., ritrovato a Valle Pega, ancora in fase di studio. Lo stesso verrà esposto anche nel Museo ferrarese a partire dal prossimo ferragosto.

Per concludere, la Desantis ci spiega come nei tre anni che le spettano alla guida del Museo intenda «continuare l’egregio lavoro di valorizzazione del patrimonio iniziato da chi mi ha preceduta, prima Fede Berti, poi Caterina Cornelio. Dobbiamo fare più eventi e maggiore pubblicità al museo, per attirare soprattutto più persone da fuori Ferrara». Al netto dei problemi di personale (servirebbero più tecnici e amministrativi), le idee non mancano: tra queste, una rivalorizzazione della biblioteca, i lavori sul labirinto e sul giardino, la possibilità di assegnare i loggiati per feste di matrimoni, alcune sale in appalto per servizi di caffetteria e ristorazione, la rivalorizzazione di alcuni ambienti a scopo didattico e la pulizia del cortiletto interno.


LA SEDE

Il cinquecentesco palazzo – tradizionalmente attribuito a Ludovico Sforza detto “il Moro”, ma che in realtà appartenne al suo segretario Antonio Costabili – fu ideato da Biagio Rossetti. In questa sede il Museo Archeologico Nazionale fu inaugurato, col nome di “Regio Museo di Spina”, il 20 ottobre 1935. Risale al 1922 l’eccezionale scoperta della necropoli di Valle Trebba e al 1924 l’istituzione della Soprintendenza alle Antichità dell’Emilia e della Romagna. Fu il primo soprintendente, Salvatore Aurigemma, ad impegnarsi per far nascere un Museo che accogliesse i numerosi ritrovamenti. Il Museo, riallestito nel 1970, fu chiuso alla fine degli anni ‘80 per una completa ristrutturazione del palazzo, e riaprì al pubblico nel 1997 con sei nuove sale, mentre nel 2007 sono stati inaugurati, sempre al piano nobile, altri otto ambienti.

Al piano terra del Palazzo, oltre all’abitato di Spina, si trova la Sala del Tesoro, decorata da Benvenuto Tisi, la Sala degli Stucchi (proprio in questi giorni ripulita), la Sala dei Profeti e delle Sibille, la Sala con le storie di Giuseppe e la Sala Piroghe. Al piano nobile, invece, sono conservati reperti della necropoli di Spina: quindici le sale, tra cui la suggestiva Sala degli Ori, oltre alla Sala delle Carte Geografiche, dipinta nel 1935, una sala studio, un’area didattica ed espositiva, e una cappella, piccolo gioiello cinquecentesco.

Andrea Musacci

Pubblicati su la Nuova Ferrara il 16 luglio 2016

“Voci dalle pietre”, domani l’ultimo incontro di approfondimento

17 Mar

generale_4“Da Roma a Ferrara: il sarcofago del Palazzo delle Poste” è il titolo della conferenza in programma domani alle 16.30, tenuto da Chiara Guarnieri, della Soprintendenza Archeologica dell’Emilia-Romagna, nel Salone delle Carte Geografiche del Museo Archeologico Nazionale, in via XX Settembre, 122 a Ferrara.
Il Palazzo delle Poste in viale Cavour, a ridosso del Castello Estense, fu inaugurato nel 1930. Al suo interno è possibile ammirare lo splendido sarcofago romano del 270-290 d.C., sul quale sono raffigurate le nove muse al cospetto di Apollo e Atena.
L’incontro rappresenta l’ultimo dei sei incontri di approfondimento (due svoltosi a Palazzo Bonacossi, i restanti a Palazzo Costabili, sede del Museo) legati alla mostra “Voci dalle pietre. Marmi romani e bizantini a Ferrara”, visitabile fino a domenica nello stesso Salone delle Carte Geografiche, e allestita, dal 22 gennaio al 19 febbraio, nel Salone d’onore del Palazzo Municipale. Coordinatori della mostra sono Fede Berti, Franco Cazzola, Francesco Guaraldi, Michele Pastore e Aniello Zamboni.
Anche domani, la conferenza sarà preceduta alle ore 16 da una visita guidata e gratuita dell’esposizione, a cura del Gruppo Archeologico Ferrarese.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 17 marzo 2016

“Voci dalle pietre” ospita un incontro sulla Cattedrale

11 Mar

generale_4Penultimo appuntamento oggi al Museo Archeologico Nazionale con gli incontri di approfondimento legati alla mostra “Voci dalle pietre. Marmi romani e bizantini a Ferrara”, ora esposta nello stesso Museo, ma precedentemente allestita nel Palazzo Municipale.
Alle ore 16.30, nella sede del cinquecentesco Palazzo Costabili in via XX Settembre, 122, si svolgerà la conferenza intitolata “Reimpiego di materiali antichi nella cattedrale di Ferrara: un tentativo di lettura”, con relatore Stefano Bruni, docente di Etruscologia all’Università degli Studi di Ferrara.
Due settimane fa, con la lectio dell’Arcivescovo Mons. Luigi Negri, la mostra è stata presentata al Museo di via XX settembre, nel Salone delle Carte Geografiche, sede anche degli incontri, dove rimarrà fino al prossimo 20 marzo. Dal 22 gennaio al 19 febbraio scorsi, invece, la mostra è stata allestita nel Salone d’Onore del Palazzo Municipale cittadino. L’ultimo appuntamento è in programma venerdì prossimo, 18 marzo, con l’incontro “Da Roma a Ferrara: il sarcofago del Palazzo delle Poste”, che vedrà relatrice Chiara Guarnieri.
Ogni conferenza è preceduta alle ore 16 da una visita guidata a cura del Gruppo Archeologico Ferrarese.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara l’11 marzo 2016

Al Museo Archeologico l’arte bizantino-ravennate a Ferrara

4 Mar

generale_4Proseguono oggi, a partire dalle 16.30, gli incontri del ciclo di approfondimento legato alla mostra “Voci dalle pietre. Marmi romani e bizantini a Ferrara”. Al Museo Archeologico Nazionale, in via XX Settembre, 122, a Ferrara, si svolgerà la conferenza dal titolo “Arte bizantino-ravennate a Ferrara e nel Ferrarese tra tarda antichità e alto medioevo”, con relatrice Paola Porta, docente di Archeologia cristiana e medievale all’Università Alma Mater di Bologna.
Venerdì scorso, con la conferenza dell’Arcivescovo Mons. Luigi Negri, la mostra è stata presentata al Museo di via XX settembre, nel Salone delle Carte Geografiche, dove rimarrà fino al prossimo 20 marzo. Precedentemente, l’esposizione era stata allestita, dal 22 gennaio al 19 febbraio scorsi, nel Salone d’Onore del Palazzo Municipale cittadino.
I prossimi appuntamenti sono in programma l’11 marzo con “Reimpiego di materiali antichi nella cattedrale di Ferrara: un tentativo di lettura”, con Stefano Bruni, e il 18 marzo con l’incontro “Da Roma a Ferrara: il sarcofago del Palazzo delle Poste”, con relatrice Chiara Guarnieri.
Ogni conferenza è preceduta alle 16 da una visita guidata a cura del Gruppo Archeologico Ferrarese.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 04 marzo 2016

“Misa a Buenos Aires”, concerto di Natale al Museo Archeologico

21 Dic

FerraraPalazzoCostabili_cortileUn evento speciale, un concerto di Natale nella Sala delle carte geografiche dello splendido Palazzo Costabili. Un modo tradizionale, e innovativo al tempo stesso, per iniziare le festività nella sede del Museo Archeologico Nazionale, in Via XX settembre, 122 a Ferrara.

Dalle 16.30 si svolgerà il concerto “Misa a Buenos Aires” (o MisaTango) di Martin Palmeri, per soprano, coro, pianoforte, bandoneon e contrabbasso. Vi sarà il coro ‘Ludus Vocalis’ di Ravenna e  Stefano Sintoni come direttore. La “Misa a Buenos Aires”, nota anche come Misatango, è stata composta tra il 1995 e il 1996, e presentata per la prima volta in Argentina dall’Orchestra Sinfonica Nazionale di Cuba, con il coro della Facoltà di Legge dell’Università di Buenos Aires e il coro Polifonico Municipale de Vicente López. Misatango riesce a fondere il tango argentino col testo sacro della messa latina. Martín Palmeri, nato a Buenos Aires nel 1965, può vantare numerose composizioni eseguite in tutto il mondo, come la Misatango, l’opera Mateo, l’Oratorio de Navidad e il Magnificat.

Questi i costi del biglietto: intero 5 €, ridotto 3 € (18-25 anni), gratuito per i possessori della MyFe Card, fino a 18 anni e sopra i 65.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 21 dicembre 2014