
L’opera di Lucio Fontana in mostra a Cento
Un prezioso spaccato della pittura italiana tra gli anni ’40 e ‘60 del secolo scorso, come progetto di ricostruzione attiva nel lungo periodo post sisma, grazie ad artisti del calibro di Lucio Fontana (con un suo inconfondibile taglio), Renato Guttuso, Remo Brindisi e Giuseppe Capogrossi. Inaugurata lo scorso 20 maggio alla presenza del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, e visitabile fino al 17 luglio, la mostra collettiva “Arcobaleno 900” raccoglie nella Galleria d’Arte Moderna “Aroldo Bonzagni” di Cento (riaperta lo scorso 12 dicembre), opere della collezione centese e dipinti dalle collezioni statali spostate dallo scorso dicembre nella sede dell’ex-mattatoio restaurato dal MIBACT e messo a disposizione del Museo Nazionale d’Abruzzo (MUNDA) dal Comune de L’Aquila.
Un percorso nel cuore artistico novecentesco del nostro Paese, una mostra di respiro nazionale che testimonia i fermenti e le tendenze pittoriche a metà del secolo scorso. Nel Palazzo del Governatore sono 42 le opere in parete, di trenta artisti, che vanno dal 1945 al 1968, espressioni delle più svariate interpretazioni dell’arte figurativa, astratta e informale, dagli ultimi echi futuristi e cubisti alle tensioni tra astrattismo e figurazione, a volte cocenti all’interno delle stesse ricerche personali degli artisti. A riguardo, si confrontino, ad esempio, per Bruno Saetti, il realismo espressionista de “Il pescatore” del 1949 e l’approccio astratto del “Sole sul grigio” del 1968, o l’evoluzione astrattista di Giuseppe Capogrossi, dal “Paesaggio” del 1950 alla “Superficie XXX” del 1962, o ancora le tensioni tra astrattismo e informale nella produzione di Enrico Paulucci. Oltre alla già accennata opera di Fontana, “Concetto spaziale (Attesa anno 2022)” del 1959-1960, segnaliamo la “Foresta” (1949) di Renato Guttuso e le due opere dell’unico ferrarese presente (seppur d’adozione), Remo Brindisi: il neocubismo dei “Pastori” del 1950 circa, e la “Nuova figurazione” de “L’uomo dell’abisso” (fine anni ’50-inizio ’60). Tra le opere in parete provenienti dalla collezione aquilana segnaliamo anche “Donne” di Pompeo Borra (1949), “Composizione” di Mino Maccari (1950), e “Natura morta con carote, bottiglia e rape” di Mario Mafai (1954). Tra quelle, invece, della collezione centese, “In memoria di Aroldo Bonzagni” di Mino Maccari (s.d.), “Pionieri a Pechino davanti al tempio del cielo” di Aligi Sassu (1957), “Fiori secchi” di Ennio Morlotti (1960), “Nudo” di Pietro Annigoni (1963) e “Figura femminile con toro” di Salvatore Fiume (fine anni ’50-inizio ’60).
Il catalogo raccoglie interventi dei due curatori, Fausto Gozzi, Direttore della Galleria centese, e Lucia Arbace, Direttore del Polo Museale dell’Abruzzo, oltre che di Claudia Tassinari, ex Assessore alla Cultura, dell’ex Sindaco Piero Lodi, e, per quanto riguarda L’Aquila, del Sindaco Massimo Cialente e dell’Assessore Maurizio Capri. Ricordiamo che lo scorso agosto, in occasione della 721° Perdonanza Celestiniana, le due città hanno sottoscritto un Patto di Gemellaggio, che nei prossimi mesi proseguirà con una mostra del Guercino nel MUNDA de L’Aquila, insieme a opere di Mattia Preti.
Infine, nel percorso espositivo all’interno della Galleria sono presenti anche una piccola esposizione fotografica che racconta il territorio della città abruzzese, e, ai piani superiori dell’edificio, la mostra antologica di Enzo Minarelli, “Il Peso delle Parole. Opere visuali 1974-2016”, a cura di Valerio Dehò. Le mostre rimarranno aperte venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.30.
Andrea Musacci
Pubblicato su la Nuova Ferrara l’11 luglio 2016
Enrico Paulucci
Lucio Fontana
Mauro Reggiani
Mino Maccari
Remo Brindisi
Pietro Annigoni
Il Direttore Fausto Gozzi
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