In occasione della Festa del Libro Ebraico ieri mattina hanno avuto luogo due incontri, entrambi introdotti da Shulim Vogelmann, de La Giuntina editore. Il primo ha riguardato il libro di Maristella Botticini “I pochi eletti. Il ruolo dell’istruzione nella storia degli ebrei, 70-1492”. In seguito alla distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme dall’imperatore Tito nel 70 d.c.,sono entrati in vigore diverse norme, tra le quali una che imponeva l’obbligatorietà dell’istruzione dei figli ebrei maschi. Cristiana Facchini, docente di Storia dell’Università di Bologna, ha spiegato come questa norma abbia portato ad una “modificazione della struttura professionale dell’ebraismo”, portando molti ebrei ad entrare in ambiti professionali tipici del mondo urbano. L’ebraismo ha dunque deciso di “investire sul capitale cognitivo”, stravolgendo a lungo termine la stessa struttura socio-economica del mondo ebraico, fino ad allora fondata sull’agricoltura e sull’analfabetismo diffuso. L’autrice ha concluso spiegando come ciò abbia permesso anche di consolidare la cultura e la religione ebraica, in quanto una maggiore istruzione dei propri membri ha rafforzato la loro fede, permettendo così di diffonderla e difenderla meglio.
Nel secondo dei due incontri è stato, invece, presentato il libro di Gabriella Steindler Moscati, “Narrativa, memoria e identità. Il volto femminile d’Israele”. L’incontro è stato un’occasione per parlare delle “pioniere” della letteratura ebraica e del difficile processo di integrazione femminile in Israele. In particolare, Maddalena Schiavo, curatrice del libro, ha parlato del periodo “sionista” precedente alla nascita dello Stato nel ’48, nonché della scrittrice Shulamit Lapid e del suo libro “Gei Oni”.
Andrea Musacci
Pubblicato su la Nuova Ferrara il 26 aprile 2013
(nella foto, da sx Shulim Vogelmann, Cristiana Facchini, Maristella Botticini)
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