
Pini davanti a un “Paesaggio anemico” di Mario Schifano
«Oggi nell’arte domina il mercato e il concettuale, ma esistono tanti bravi artisti indipendenti, anche figurativi». Abbiamo incontrato Alfredo Pini, artista e gallerista per un dialogo sul fare artistico e su alcune problematiche che caratterizzano l’arte contemporanea. Pini, oltre che pittore, è anche proprietario della Galleria Lacerba in via Cesare Goretti, 5/7 a Ferrara dove vende, tra l’altro, opere di artisti importanti come Mario Schifano, Remo Brindisi, Franz Borghese, Claudio Cintoli, Antonio Pedretti, Gianfranco Zoli, Franco Angeli e Sergio Zanni.
Partiamo da alcune riflessioni sul fare artistico, prendendo le mosse da alcune sue creazioni: «l’arte è sempre una questione di sensibilità personale – ci spiega Pini –, di qualcosa che cogli in te stesso ammirando l’opera, e, perciò, non avrebbe bisogno di tante parole. Il vero artista non si preoccupa tanto di quale messaggio vuole trasmettere, ma di come lo trasmette». Partendo da ciò, diventa inevitabile la critica all’arte concettuale, che per Pini è «qualcosa di innaturale, in quanto, sospingendosi fino ai limiti estremi dell’arte, rischia di eliminarla». Insomma, il rischio è che non esista più l’opera d’arte, ma che l’oggetto artistico sia ridotto a mero pretesto per discettare di altro. La figurazione, però, mai del tutto morta – ma che anzi dalla Transavanguardia in poi possiamo dire ritorni ciclicamente – è per Pini «la vera espressione dell’arte contemporanea, attraverso un naturale “ritorno all’ordine”, basti pensare a Nicola Samorì, esempio di un ottimo artista figurativo celebrato in tutto il mondo».
Da qui arriviamo a un’ulteriore riflessione sull’arte contemporanea, anch’essa dominata dal mercato e dal fattore economico: «ogni cosa è sfruttabile – è la constatazione di Pini –, la si può spacciare per arte, molti critici e collezionisti creano, infatti, generi e artisti ad hoc, senza che dietro ci sia nulla di sostanzioso». E tutto ciò ha conseguenze anche sul senso comune, vale a dire su ciò che viene inteso come “Arte”. «Oggi l’arte non viene più considerata un bene che ti qualifica, ma un mero investimento economico, si è dunque invertita la gerarchia tra valore artistico e valore economico, ed è quest’ultimo a dominare, mentre nel passato i due aspetti si tenevano, ma dominava il primo».
Per concludere, ricordiamo che Alfredo Pini fino al prossimo 4 novembre espone “Sorvolando sui particolari” nello Spaziarti di Milano, mentre il 12 novembre presenterà a Mirandola nella Sala Rita Levi Montalcini la personale “Quasi per caso”. Infine, prossimamente inaugurerà una sua nuova personale a Portomaggiore.
Andrea Musacci
Pubblicato su la Nuova Ferrara il 18 ottobre 2016
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