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Buffalo Bill a tavola dalla Gigina

13 Dic
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Buffalo Bill

Più che un ristorante è un “luogo di culto” della gastronomia ferrarese. È la trattoria Gigina, in via San Giacomo, 51 a Ferrara, così vicina alla stazione che, fino al 1983, i binari del treno merci rasentavano il locale.

“…da 115 anni una repubblica fondata sulla salama” è lo slogan non ufficiale del locale, coniato da Roberto, cliente fisso. Fondata nel 1901 dalla “Gigina”, al secolo Maria Luisa Zaccaria, di origini bolognesi, nata nel 1889 e morta nel 1977, la trattoria è sempre stata gestita dalla famiglia, prima dal figlio Tonino, poi dal nipote Gianpaolo“Franco” Baglioni, classe ’43. Proprio lui ci racconta la storia del ristorante e della nonna paterna Maria Luisa, forse chiamata “Gigina” perché iniziò a gestire il locale all’età di 19 anni.

Tra gli aneddoti, nel 1906 il leggendario Buffalo Bill (William Frederick Cody), a Ferrara per uno spettacolo, si fermò dalla “Gigina” per bere una birra. L’aneddoto, mai confermato, risulta verosimile in quanto Buffalo Bill si esibì in Piazza d’Armi,  a 100 metri dal ristorante. Gigina divenne famoso per il panino con la fetta di salamina, e per la birra Pedavena nello stivale da un litro, che Baglioni dall’anno scorso ha scelto di riproporre. A proposito della salama da sugo, invece, Baglioni ci spiega come « è merito nostro se è ancora in auge a Ferrara, in quanto l’abbiamo mantenuta anche se per diversi anni veniva “snobbata” come piatto volgare».

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 13 dicembre 2016

Ferrara, la città delle osterie dove si discuteva davanti a un bicchiere

13 Dic

indexUn biglietto da visita per presentare l’anima più vera di Ferrara, quella delle tante osterie, dei bar, ristoranti o alberghi, alcuni dei quali ormai chiusi, dove si sono intrecciate vicende personali e aneddoti storici, incontrati gente comune e personaggi famosi come Mina o Mastroianni.

Tutto questo è raccontato nel libro appena edito “Ristoranti, caffè, osterie, alberghi di un tempo. Storie, personaggi e ricette dell’antica Ferrara”, scritto da Marco Nonato, noto dentista, con il contributo di Leopoldo Santini e Laura Gessi, e con la presentazione di Daria Bignardi.

Durante la conferenza stampa di presentazione svoltasi ieri il vice Sindaco Massimo Maisto ha spiegato come il testo «aggiunge un tassello alla conoscenza della storia di Ferrara». «Riscoprire queste storie non è solo un’operazione culturale, ma anche sensoriale», ha commentato Giulio Felloni, Presidente Ascom Ferrara, mentre Davide Urban, Direttore Ascom ha spiegato come «il libro invogli a visitare Ferrara, dato che le sue bellezze enogastronomiche non sono secondarie ad altri monumenti». Bellezze delle quali, come ha spiegato Nonato, «si rischiava di perdere la memoria, insieme ai tanti aneddoti».

E proprio gli aneddoti rendono un determinato luogo carico di storia, personale e collettiva. Tra questi, citiamo quando nel ’63 l’Inter, in ritiro a Ferrara, venne al Ristorante Da Giovanni per una settimana a pranzo e cena, o dell’amore di Ugo Tognazzi per il salame del Ristorante La Rosa di Sant’Agostino, o di quando Walter Chiari, dopo gli spettacoli, andava al Ristorante “Italia” mettendosi anche a ballare sui tavoli.

Per citarne altri, Antonio Conte e Beppe Severgini hanno alloggiato all’Hotel Carlton, mentre nel ’65 Karol Wojtyla, futuro Papa Giovanni Paolo II, venne a Ferrara per il gemellaggio tra l’Università di Torun, dove nacque Niccolò Copernico, e l’Ateneo ferrarese, e si fermò a mangiare alla “Vecchia Chitarra”.

Andrea Musacci

Pubblicato su la Nuova Ferrara il 13 dicembre 2016