Immagini dalla collettiva in parete per alcune settimane nell’Idearte Gallery in via Terranuova, 41 a Ferrara.
Andrea Musacci
Qui la mia recensione della mostra di Cinquino a Idearte.

Claudio Centin (Cinquino) insieme a Vasco Rossi e la sua opera “Ricordi” a lui dedicata
Fino a sabato 18 giugno è possibile visitare la mostra “Quando l’arte si rifiuta” di Claudio Centin, detto “Cinquino”, nell’Idearte Gallery in via Terranuova, 41 a Ferrara.
Ma chi è Cinquino? Per vent’anni è stato un importante progettista e designer nell’ambito artistico-artigianale della moda e degli accessori per rock star. Alcune sue creazioni sono state indossate da artisti come Vasco Rossi, Ligabue, Renato Zero, Zucchero, Axl Rose, Sting, Bob Geldof. Nel 2002 decide di abbandonare il mondo della moda rock per dedicarsi all’attività di scultore, realizzando opere appartenenti alla corrente “Gospel Art”, per le quali utilizza materiali di recupero.
Come ha raccontato,«ad un certo punto della mia vita, che per certi versi poteva apparire invidiabile, ho deciso di lasciare quel tanto aspirato traguardo, perché, nonostante quello che potevo sembrare, dentro di me c’era un vuoto che nessun tipo di “bella vita” poteva colmare». Una presa di coscienza difficile, per nulla scontata: «quando ti guardi dentro, lì non c’è finzione o fuga, sì perché in quell’ambiente spesso si scappa dalla realtà o dalla delusione o meglio ancora dall’amarezza che quel “sogno” ti dà», racconta Centin.
«A un certo punto ho invocato l’intervento di Dio e ho cominciato a leggere e poi conseguentemente a studiare la Bibbia. La mia prima mostra, non a caso, l’ho voluta intitolare “Fatiche, lacrime e vittoria”», prosegue l’artista, che ora fa parte della Chiesa Evangelica. La spiegazione non lascia spazio al dubbio: «Fatiche per raggiungere quello che ho raggiunto, lacrime perché è il prezzo da pagare, e, paradossalmente anche per lasciare, nonostante a decisione già fatta, si, ci sono volute fatiche e lacrime anche per lasciare ma poi la vittoria, la vittoria nell’aver trovato il senso della vita. Ora, posso tranquillamente affermare che ho in cuore tanti, tanti, bei ricordi, ma nessun tipo di pentimento per la scelta fatta, ora il mio obiettivo è cercare di trasmettere la mia esperienza di fede con l’arte».
Andrea Musacci
Qui un mio pezzo dedicato al rapporto di Cinquino con la fede.
Un tentativo (riuscito?) di coniugare arte e religione, attraverso installazioni al limite dell’esagerazione espressiva, fra testo e materia.
Fino al 18 giugno nell’Idearte Gallery in via Terranuova, 41 a Ferrara è possibile visitare la mostra “Quando l’arte si rifiuta”, personale di Claudio “Cinquino” Centin. In parete, una serie di opere realizzate con la tecnica del ready-made, in quella che Centin definisce “Gospel Art”. Legata alla sua identità cristiano-evangelica, l’idea che ne sta alla base è quella del riciclo non solo per l’equità sociale e la sostenibilità ambientale ma come metafora di un’azione redentiva tanto universale quanto individuale.
Andrea Musacci
Ieri ha avuto luogo l’inaugurazione della mostra “Quando l’arte si rifiuta”, personale di Claudio “Cinquino” Centin nell’Idearte Gallery in via Terranuova, 41 a Ferrara. In parete, una serie di opere realizzate con la tecnica del ready-made, in quella che Centin definisce “Gospel Art”. Legata alla sua identità cristiano-evangelica, l’idea che ne sta alla base è quella del riciclo non solo per l’equità sociale e la sostenibilità ambientale ma come metafora di un’azione redentiva tanto universale quanto individuale.
Cinquino per circa vent’anni è stato designer nell’ambito della moda e accessori per rockstar. Diverse sue creazioni sono state indossate da artisti come Vasco Rossi, Ligabue, Renato Zero, Zucchero, Axl Rose e Sting.
Nel 2001, ha abbandonato il mondo della moda rock, per dedicarsi all’attività di scultore. La mostra gode del patrocinio del Comune di Ferrara e di Legambiente ed è visitabile fino al prossimo 18 Giugno con ingresso libero.
Andrea Musacci
Pubblicato su la Nuova Ferrara il 05 giugno 2016
Oggi alle 17 avrà luogo l’inaugurazione della mostra “Quando l’arte si rifiuta”, personale di Claudio “Cinquino” Centin nell’Idearte Gallery in via Terranuova, 41 a Ferrara. In parete, una serie di opere realizzate con la tecnica del ready-made, in quella che Centin definisce “Gospel Art”. Legata alla sua identità cristiano-evangelica, l’idea che ne sta alla base è quella del riciclo non solo per l’equità sociale e la sostenibilità ambientale ma come metafora di un’azione redentiva tanto universale quanto individuale.
Cinquino per circa vent’anni è stato designer nell’ambito della moda e accessori per rockstar. Diverse sue creazioni sono state indossate da artisti come Vasco Rossi, Ligabue, Renato Zero, Zucchero, Axl Rose e Sting.
Nel 2001, ha abbandonato il mondo della moda rock, per dedicarsi all’attività di scultore. La mostra gode del patrocinio del Comune di Ferrara e di Legambiente ed è visitabile fino al prossimo 18 Giugno con ingresso libero.
Andrea Musacci
Nell’Idearte Gallery in via Terranuova, 41 a Ferrara da oggi è possibile ammirare una selezione di lampade e telefoni vintage originali degli anni ’70. La collezione proposta da Michele Tumiati, ferrarese appassionato del design d’epoca, propone un tuffo in uno dei momenti d’oro del design italiano, celebrato in una famosa mostra a New York nel 1972, “Italy: il nuovo paesaggio domestico”. Nella mostra “Vintage Light&Phone” vi sono anche la lampada “Tholos” di Ernesto Gismondi, il telefono “Notturno” di Giorgio Armani, l’”Ericophon”, il mitico telefono svedese con rotella sottostante ed il “Twinphone”, il doppio telefono della Swatch.
L’esposizione resterà aperta fino al 02 giugno dalle ore 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19. Sabato e domenica su appuntamento. Per informazioni e prenotazioni contattare il numero 0532 1862076.
Andrea Musacci
Pubblicato su la Nuova Ferrara il 21 maggio 2016

“ti amo” (part.)
[Qui la mia galleria fotografica della mostra]
La retrospettiva di uno degli artisti più interessanti del panorama ferrarese contemporaneo è il nuovo progetto proposto a partire da oggi dal curatore e gallerista Paolo Orsatti nella sua Idearte Gallery in via Terranuova, 41 a Ferrara. Alle ore 18 viene inaugurata l’esposizione “Draw&the smile” di Michele Rio, personale di opere realizzate tra il 2001 e il 2004, ora nuovamente visitabili fino al prossimo 17 aprile nella galleria del centro cittadino.
In quegli anni Michele Rio espose le proprie opere in tre luoghi differenti: al Circolo degli Artisti di Faenza, alla Delizia del Verginese a Gambulaga e nel negozio di abbigliamento Tasmania di Gian Luigi Picchioni (in via Bersaglieri del Po), proprietario delle creazioni, ora tutte in vendita. La mostra era accompagnata da un interessante catalogo, ora liberamente consultabile all’Idearte Gallery, contenente, tra l’altro, testi critici di Sergio Altafini e Roberto Pazzi. Quest’ultimo, in particolare, definì, nel proprio intervento, l’arte di Michele Rio “un bagno nell’eleganza della mente”. A Idearte l’artista presenta ventisette opere, di cui undici piccole e sedici tra medie, grandi e grandissime (fino a m. 1, 40 x 1,40, tra cui la stupenda “ti amo”), geniali creazioni a tecnica mista, realizzate con i più disparati materiali di recupero, artistici, d’arredamento e industriali, tra cui tele di sacco, legno, gesso, vernice spray, resina e velluto.
Michele Rio, classe 1958, è attivo nel mondo artistico dalla fine degli anni ’80. Ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Bologna ed è stato allievo di Concetto Pozzati. Oltre a diverse mostre personali e collettive in numerose città italiane, ha esposto anche all’estero, in Spagna, Germania e Inghilterra. Infine, ricordiamo che dal 6 al 26 febbraio scorsi nello Spazio d’arte l’Altrove in via de’ Romei, 38 a Ferrara, Rio ha presentato alcune sue opere realizzate tra il 2014 e il 2015.
Andrea Musacci
Pubblicato su la Nuova Ferrara l’01 aprile 2016
[Qui il mio articolo uscito su la Nuova Ferrara]
Sarà visitabile fino al prossimo 20 marzo, tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, la mostra di Rosy Locatelli, Ros Loca, all’Idearte Galley in via Terranuova, 41 a Ferrara.
Qui sotto le immagini di alcune delle opere esposte, visitabili a ingresso libero e gratuito.
Andrea Musacci

Una delle opere in mostra
L’estro giocoso e anarchico del Sud America prende vita in una ricca pittura informale. È stata inaugurata sabato la mostra personale di Rosy Locatelli, residente a Ferrara, il cui sangue si divide tra le origini italiane (precisamente lombarde) e quelle brasiliane, nello specifico dallo stato del Paraná, nel sud del Brasile. Il luogo che accoglie le sue opere è l’Idearte Gallery in via Terranuova, 41 a Ferrara, gestita da Paolo Orsatti, che ha scelto di mettere a disposizione le pareti del proprio spazio artistico per il debutto assoluto di quest’interessante creativa.
Rosy Locatelli, in arte Ros Loca, propone, dunque, una pittura gioiosa e viscerale, una ventina di opere, realizzate tra il 2013 e il 2015, nelle quali emerge l’impeto di una personalità travolgente. La sana e naturale “follia” di Ros Loca – che non ha frequentato nessuna scuola d’arte – si esprime tanto in linee imprevedibili, quanto in forme geometriche. In ogni caso, a dominare sono schegge o fulmini dei colori più vari, alternati in alcuni casi da tratti più morbidi e fluttuanti, che a sprazzi assumono accenni realistici.
La mostra è visitabile fino al 20 marzo tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.
Andrea Musacci
Pubblicato su la Nuova Ferrara l’08 marzo 2016